La Provincia ha autorizzato la centrale idroelettrica sotterranea lungo la faglia del terremoto del 1688.
Comunicato stampa del 10 novembre 2012
Si è conclusa pochi giorni fa la mostra “Il parco delle quattro acque”, organizzata dalla Provincia di Benevento, una suggestiva iniziativa che però nasconde il tentativo vergognoso di fare propaganda al progetto di centrale elettrica sotterranea presentato dalla società svizzera Repower, di cui non si spiegano gli effetti. Si tratta di un’opera devastante che prevede una condotta sotterranea di 9 km di lunghezza per pompare l’acqua della diga di Campolattaro fino a Monte Alto, tra i comuni di Pontelandolfo e Morcone, dove dovrebbe essere realizzato un invaso artificiale di 40 ettari per contenere 7 milioni di metri cubi di acqua. La centrale elettrica, da costruire sottoterra a 500 metri di profondità, è lunga 90 metri, larga 45 ed alta 50. Per costruirla saranno realizzate 6 gallerie larghe 10 metri di diametro sotto le montagne tra Pontelandolfo, Cerreto, Morcone e Campolattaro.
Repower prevede di pompare l’acqua di notte a Monte Alto, utilizzando energia elettrica acquistata a un prezzo molto basso, e farla ritornare alla diga di Capolattaro il giorno dopo, durante le ore di punta, per produrre energia da vendere a un prezzo triplo rispetto al costo sostenuto. Insomma, la centrale non serve a produrre più energia elettrica di quanta ne consuma, ma solo a speculare sul prezzo a danno del territorio e con l’utilizzazione di acqua pubblica.
Il presidente della Provincia, Aniello Cimitile del Pd, e il suo assessore all’ambiente, Gianluca Aceto di Sel, difendono il progetto e hanno già concesso a Repower un’autorizzazione, assolutamente illegittima, per utilizzare l’acqua della diga in cambio di 380mila euro all’anno. Aceto e Cimitile non hanno avuto il coraggio di spiegare perché hanno assunto questa decisione e neppure hanno comunicato che presso la Rocca dei Rettori è stato depositato, il 12 ottobre scorso, il progetto completo dell’opera che tutti i cittadini possono visionare per presentare eventuali osservazioni e opposizioni al Ministero dell’Ambiente entro l’11 dicembre.
Altrabenevento certamente presenterà un documento di netta opposizione a questa centrale idroelettrica interrata, pericolosissima anche perché dovrebbe essere costruita proprio su una faglia attiva e quindi con grave rischio sismico.
Infatti, nella documentazione presentata da Repower nel 2010 vi era uno studio del Cnr che proprio per questo motivo si concludeva con l’invito netto a scegliere un altro sito per la realizzazione dell’opera. Nel progetto presentato il 12 ottobre quella relazione è stata cambiata, ma il Cnr conferma che: “Il bacino di Monte Alto è ubicato in una delle fasce a più alto tasso di sismicità della penisola italiana. Ne sono testimonianza gli effetti e le alte intensità macrosismiche valutate in occasione dei forti terremoti del passato nei comuni limitrofi al sito. Tra questi – in senso orario e grossomodo equidistanti dal bacino – Morcone, Pontelandolfo, Casalduni, Guardia Sanframondi, Cerreto Sannita, Civitella Licinio e Pietraroja. Di fatto, la storia sismica di tutte queste località è dominata dal fortissimo risentimento dovuto principalmente ai terremoti devastanti occorsi il 5 Dicembre 1456 e il 5 Giugno 1688. In entrambe le date, tutte le località sopra elencate hanno eguagliato e/o superato il IX grado MCS (scala Mercalli-Cancani-Sieberg)”.
Si tratta di un particolare di estrema gravità, scientificamente definito e certo non contestabile. Il progetto è depositato anche presso le segreterie dei comuni di Morcone, Pontelandolfo, Campolattaro, Fragneto Monforte e Benevento e pertanto tutti i cittadini interessati possono visionarlo e chiedere alle amministrazioni locali di esprimere netto dissenso alla realizzazione dell’opera speculativa per il privato e devastante per il territorio sannita.
Il Presidente – Gabriele Corona
marco
Ho seguito la vicenda con un certo interesse (e preoccupazione) ed ho cercato di capirne qualcosa prendendo notizie anche dal sito del Ministero Ambiente. C’è una cosa che non mi torna, come fa la Provincia ad autorizzare solo 30 litri al secondo quando dagli atti depositati la REC dichiara un prelievo di 90/100 m. cubi al secondo? Leggevo, poi, che l’uso è industriale ma a me pare idroelettrico… non c’è qualche incongruenza? Visto che la concessione riguarda più di 100 litri al secondo o più di 3000 kw non è la Regione che deve autorizzare?