A Telese, poliambulatorio nell’autorimessa per autobus. La ASL se ne accorge dopo 10 anni.
Lettera aperta al Dott. Michele Rossi- Direttore Generale della ASL Benevento 1
“Perché la ASL ha pagato 1.300.000 euro per acquistare una “autorimessa per autobus” come nuova sede del Polimbulatorio di Telese e dopo dieci anni si accorge che non è idonea?”
Illustre direttore, il 3 ottobre scorso, con un comunicato alla stampa segnalavo la assurda condizione nella quale si trova la ASL da Lei diretta che spende 2.100.000 euro all’anno per fittare locali necessari a garantire i propri servizi, ma non usa le sedi acquistate e pagate fior di quattrini.
In modo particolare ho indicato due casi: la “Casa del Pellegrino” acquistata per € 2.036.000 dal Comune di Pietrelcina sette anni fa e la nuova sede del Poliambulatorio di Telese per la quale la ASL ha versato 1.300.000 euro.
Lei ha ritenuto di non dover dare spiegazioni, limitandosi a dichiarare, nell’ambito di una intervista rilasciata ad un quotidiano locale, che “Corona ha perfettamente ragione” aggiungendo che l’acquisto della struttura di Pietrelcina è stata fatta da un suo predecessore e che la sede di Telese Terme non ha i requisiti per essere utilizzata come Poliambulatorio.
Siccome si tratta di servizio pubblico, mi permetto di insistere nel chiederLe di essere più chiaro e di spiegare ai cittadini come si usano i soldi e gli immobili destinati a servizi sanitari.
E’ vero che Lei è Direttore generale da poco, ma gli atti delle precedenti gestioni sono ancora conservati nella sede che Lei amministra e quindi non dovrebbe essere difficile spiegare perché fu acquistata la Casa del Pellegrino, a cosa doveva servire e perché non è stata usata. Certamente potrebbe spiegare perché anche Lei ha ritenuto di non utilizzarla ancora e di lasciarla con i cancelli aperti e quindi esposta alla devastazione. Non è idonea? non serviva? è stata acquistata su sollecitazione del Comune di Pietrelcina che aveva bisogno di fare cassa? Ha segnalato il caso alla Corte dei Conti? Comunque sia, adesso dovrebbe decidere che cosa intende fare. Venderla? utilizzarla e a quali condizioni?
Un po’ più complicata e per certi versi più inquietante, è la storia della nuova sede del Poliambulatorio di Telese Terme.
Ad ottobre del 2002, la ASL allora diretta dal prof. Mario Scarinzi, dopo aver accertato che la sede del Poliambulatorio, ancora attuale, non era è idonea, pubblicò un Bando pubblico per fittare o acquistare con urgenza, nuovi locali. Tra le due proposte pervenute, a ferragosto del 2003 la ASL scelse quella della ditta Telesia Immobiliare s.n.c. che offriva una struttura costruita per essere utilizzata come autorimessa per autobus. Sia la commissione di valutazione che i diversi dirigenti tecnici ed amministrativi della ASL giudicarono “idoneo l’immobile offerto in locazione, con patto di futura vendita, per il valore di 2.000.000 di euro”.
Dopo tre anni, (alla faccia dell’urgenza) esattamente il 9 maggio 2006, il direttore generale Bruno De Stefano, firmò il contratto preliminare di compravendita con l’amministratore della Telesia Immobiliare, Quirino Vegliante il quale, per la somma di € 2.108.000 più Iva se dovuta (così stabilita dall’Ufficio Tecnico Erariale), si impegnava a completare entro un anno i lavori richiesti dall’ufficio tecnico della ASL per l’adeguamento funzionale della struttura destinata al Distretto Sanitario di Telese Terme. Altri lavori dovevano essere realizzati direttamente dalla Azienda sanitaria.
La ASL versava allora alla Telesia Immobiliare la caparra di € 210.800 e poi altri tre acconti fino al luglio 2009 (quindi ben oltre l’anno concordato), per un totale di 1.132.400 euro.
A ottobre 2009, Quirino Vegliante veniva arrestato insieme al sindaco di Telese Terme, Giuseppe D’Occhio, nell’ambito della inchiesta della Procura della Repubblica di Benevento sugli appalti truccati, ma ciò non impedì alla ASL, nella persona del Dirigente Responsabile della Unità Operativa Tecnico Manutentiva, di firmare in data 8 aprile 2010 con il nuovo amministratore della Telesia Immobiliare, una integrazione al contratto preliminare per concordare modi e tempi di ulteriori lavori.
Poi la nuova sede è stata addirittura arredata con mobili ed attrezzature acquistate direttamente dalla ASL, ma il 20 gennaio 2012 lo stesso dirigente dell’area tecnica, insieme al dirigente del settore legale della Azienda, hanno firmato l’atto di “Recesso e/o risoluzione contrattuale” per inadempienze della Telesia Immobiliare. Secondo i suoi dirigenti, la ditta non avrebbe consegnato i lavori nei tempi stabiliti e, soprattutto “mancano i presupposti giuridici per la stipula del contratto definitivo stante la mancanza del requisito urbanistico propedeutico alla realizzazione dell’opera”.
E adesso ve ne accorgete?
Era chiaro dall’inizio, cioè dal 2002, che si trattava di “autorimessa per autobus” ma la ASL ha firmato un preliminare, ordinato lavori, versato caparra ed acconti per oltre 1.300.000, firmato altro preliminare, concordati altri lavori, arredata la sede, e poi, dopo dieci anni, si accorge che quella struttura non è conforme urbanisticamente.
Appare evidente, anche a chi non mastica di materie tecniche, che questo ragionamento non fila. Peraltro, a quanto pare, il Comune di Telese si era offerto di trovare una soluzione, una sanatoria trattandosi di struttura destinata a servizio pubblico, ma lei si sarebbe opposto.
Non dubito che Lei abbia validi motivi per assumere questa decisione, che peraltro espone la ASL al rischio concreto di perdere il milione e trecentomila euro già versati, ma riteniamo che Lei, direttore pagato con fondi pubblici per amministrare una struttura pubblica, debba dare pubbliche spiegazione del suo comportamento.
Il presidente – Gabriele Corona
Sergio Paliotti
da non sottovalutare il fatto che, il direttore generale della ASL BN1, utilizzando la nuova struttura di Contrada Truono a Telese Terme risolverebbe anche un’altra diatriba, quella relativa al “ritorno”, mai più realizzato, della Guardia Medica trasferita anch’essa “PROVVISORIAMENTE” a Solopaca. Ma quando c’è di mezzo la politica, in benessere pubblico passa in seconda linea, non è vero?