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Altrabenevento al Ministro Clini: “annulla le autorizzazioni rilasciate alla Luminosa”

Al termine del convegno della Società Botanica Italiana tenuto a Benevento il 21 settembre, Altrabenevento ha consegnato al Segretario Generale del Ministero dell’Ambiente, intervenuto il sostituzione del ministro Clini, la seguente lettera.

Al Ministro dell’Ambiente , della Tutela del Territorio e del Mare
Dott. Corrado Clini

Signor Ministro,

l’associazione Altrabenevento si rivolge a Lei perché impedisca la realizzazione della centrale elettrica a turbogas della Luminosa. Questo è, secondo noi, un dovere che il Ministro deve assumersi nei confronti della città di Benevento, che esige rispetto della tutela della salute pubblica, dell’ ambiente e del paesaggio nonché il rispetto della volontà della cittadinanza che deve prevalere sulle logiche speculative. Tale risulta essere questa iniziativa imprenditoriale che oggi non ha ancor più ragione di essere realizzata alla luce delle mutate condizioni ambientali oltre che economiche per le quali gli impatti procurati da impianti di questo genere risultano essere ancor più devastanti ed ingiustificati.

Cronistoria

Con istanza del 1.7.2003, la società Luminosa S.r.l., con sede legale in Milano al Largo Donegani n. 2, chiedeva al Ministero dello Sviluppo Economico di essere autorizzata, ex L. 55/2002, alla costruzione e all’esercizio di una centrale termoelettrica a ciclo combinato della potenza elettrica di circa 385 MW (equivalente ad una potenza termica di 680 MW) da realizzarsi nel territorio del Comune di Benevento, all’interno dell’agglomerato industriale A.S.I. di Ponte Valentino.

In relazione al citato progetto e alla citata proposta, veniva emesso dal Ministero dell’Ambiente, di concerto con il Ministero per i beni e le attività culturali, il decreto di compatibilità ambientale n. DSA-DEC-2008-0000708 del 1.8.2008, sulla base del parere della Commissione VIA n. 825 del 28.09.2006, del parere del Ministero per i Beni e le attività culturali n. 07.08.402/2674/2005 del 6.4.2008 e del parere della Regione Campania di cui al decreto assessorile n. 668 del 21.12.2005.

Nelle more della convocazione della nuova riunione della Conferenza di servizi, la Regione Campania con delibera della Giunta Regionale n. 691 del 8.10.2010, pubblicata sul BURC del 25.10.2010, esprimeva il proprio parere favorevole alla proposta, demandando all’Organo ministeriale, a cui la delibera veniva tempestivamente trasmessa, la valutazione degli altri presupposti per l’effettiva emanazione del provvedimento autorizzativo.  Quindi  con decreto n. 55/04/2010 del 21.12.2010 la società Luminosa s.r.l. veniva autorizzata alla costruzione e alla messa in esercizio della centrale termoelettrica nel Comune di Benevento.

Il Consiglio di Stato con Ordinanza  N. 05024/2011 del 16/11/11 accoglieva la sospensiva dei provvedimenti ministeriali emessi in favore della centrale termoelettrica Luminosa, impugnati dal Comune di Benevento, e rinviando la controversia alla procedura pendente presso il Tribunale amministrativo del Lazio, sede di Roma per la sua complessità e per l’evidente incidenza su primari interessi pubblici, che necessitava l’approfondimento proprio dell’esame nel merito, eventualmente insieme alla impugnazione proposta nei confronti degli atti successivi.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Seconda) con sentenza N. 05327/2012 del 12/06/12 a seguito del ricorso presentato dal WWF ha annullato l’Autorizzazione Integrata Ambientale, in quanto adottata sull’erroneo presupposto della sopravvenuta inefficacia della condizione n. 1 apposta al decreto VIA n . 708 dell’1.8.2008.

L’inutilità della costruzione della centrale termoelettrica

La prerogativa di opera pubblica di interesse nazionale che ancora continuano ad avere le centrali termoelettriche nel 2012 grazie alla L. 55/02 e s.m.i. è ormai di fatto un anacronismo. La suddivisione in macroaree interregionali del mercato elettrico italiano, la potenza installata di produzione elettrica stimata per tutte le fonti energetiche disponibili sul suolo nazionale, la diversa strutturazione del parco produttivo con l’importante ed efficace ausilio delle FER, nonché la riduzione del fabbisogno energetico causata, negli ultimi anni, dalla crisi economica perdurante ma anche ottenibile attraverso applicazioni di metodologie e tecnologie per il risparmio energetico  rendono appunto obsoleto il ricorso ad impianti di grande potenza alimentati con fonti energetiche non rinnovabili. Il tutto vale a maggior ragione se le centrali termoelettriche vengono installate in territori a bassa intensità elettrica come è quello della Provincia di Benevento che invece è caratterizzato da una massiva installazione di energia eolica tale da rappresentare da sola circa l’8% della produzione nazionale (dati agosto 2012). Le si chiede pertanto, in qualità di Ministro di un Governo “tecnico”, di intervenire sui termini di legge ed anche sulle procedure autorizzative per eliminare decisamente quelle che appaiono essere delle storture legislative dettate dalla  L. 55/02 e s.m.i. non più al passo con i tempi ed anzi apportatrici di conseguenze anche gravi per il rispetto degli accordi sul raggiungimento degli obiettivi di Kyoto sottoscritti dal Governo Italiano oltre che sulla gestione del dispacciamento di energia elettrica compromessi dai così detti “colli di bottiglia” presenti soprattutto, e guarda caso, nelle zone Appulo-campane dell’Appennino meridionale.

Insostenibilità  paesaggistica della Centrale Termoelettrica Luminosa s.r.l.

L’iter di approvazione della centrale termoelettrica proposta dalla società Luminosa srl è uno degli esempi italiani di mancata tutela delle componenti ambientali e paesaggistiche che sono state ignorate in tutto il corso del procedimento autorizzatorio. Infatti non si è tenuta in alcun conto la particolarità dell’area sulla quale è stata autorizzata la localizzazione della centrale termoelettrica, che è posta alla confluenza tra i fiumi Tammaro e Calore. Già nel 2002, in attuazione della Convenzione Europea sul Paesaggio, la Regione Campania aveva individuato le aree di tutela paesistica, tra le quali è ricompreso il fiume Calore per una fascia di 1000 mt dalle sponde proprio là dove invece è stata prevista ed autorizzata la realizzazione della Luminosa. Nel Piano Territoriale Regionale (PTR), approvato con la L.n.13/2009, gran parte del corso del fiume Calore costituisce il Corridoio Ecologico Regionale Trasversale, tratto fondamentale per il collegamento ecologico tra le sponde del mar Tirreno con quelle dell’Adriatico e non solo perché lo stesso corridoio sempre nel territorio beneventano interseca il corridoio ecologico nazionale dell’APE (Appenino Parco d’Europa) istituito attraverso accordi specifici di carattere nazionale ed europeo.

Si sottolinea che le reti ecologiche nella pianificazione del PTR della Campania sono considerate il mezzo attuatore della tutela del Paesaggio per contrastare efficacemente la frammentazione spaziale ed ecologica del territorio regionale, che costituisce una delle principali cause del degrado paesaggistico in ambito regionale. Nell’Allegato B del marzo 2003 denominato “Le reti ecologiche nella tutela e nella pianificazione del paesaggio in Campania” incluso nella Verifica di compatibilità tra gli strumenti di pianificazione paesistica e dell’Accordo Stato – Regioni del 19/04/01 si prevede che l’attuazione della pianificazione paesistica avvenga mediante la costruzione della RER (Rete Ecologica Regionale).

Nonostante le suddette previsioni, la Rete Ecologica, così come individuata ed istituita dalla pianificazione territoriale della Regione Campania, risulta compromessa dalle improvvide decisioni ministeriali  in sede di VIA ed AIA che hanno autorizzato la centrale da 385 MWe nell’ambito del corridoio ecologico.  L’associazione Altrabenevento, oltre ad inviare in primis numerose osservazioni, è intervenuta più volte per diffidare le Commissioni Ministeriali al rispetto della Pianificazione territoriale che tutela la rete ecologica, in applicazione anche della Convenzione Europea sul Paesaggio. In effetti, in sede ministeriale si è assistito alla vanificazione e violazione delle misure di tutela, laddove vengono autorizzate opere ed impianti in siti sottoposti ai vincoli paesaggistici.

Insostenibilità ambientale – Qualità dell’Aria.

Un capitolo centrale di opposizione alla costruzione della centrale termoelettrica Luminosa da parte dei cittadini sanniti è l’impatto sulla qualità dell’aria che l’esercizio della stessa provocherebbe esponendo di fatto la popolazione a più gravi rischi sanitari. Le valutazioni effettuate durante il procedimento di VIA risultano ormai datate in quanto risalenti a prima del 2005. Successivamente i monitoraggi effettuati a cura dell’ARPAC hanno accertato lo sforamento dei parametri del PM 10 e anche della frazione del PM 2,5. L’area beneventana nonostante le apparenze di città dedita al terziario, priva di grandi insediamenti industriali o anche di grandi correnti di traffico, è per la sua fisiografia luogo di scarso ricambio d’aria con conseguenti ristagni atmosferici che insistono per lunghi periodi durante l’anno. Non a caso l’area del comune di Benevento è stata dichiarata Zona di Risanamento della qualità dell’aria dal Piano Regionale del 2005. Inoltre in data 30 settembre 2010 è entrata in vigore la legge applicativa D.Lgs 155/10 della Direttiva Europea 2008/50 relativa alla qualità aria ambiente per un’ aria più pulita in Europa. Si contesta pertanto che lo stato dell’aria della Città di Benevento deve essere valutato alla luce delle nuove disposizioni con particolare riferimento ai livelli di PM 2,5 di cui all’art.12 della norma citata. Durante tutto l’iter approvativo (VIA ed AIA) le commissioni hanno omesso di valutare qualsiasi riferimento a questa frazione più pericolosa per la salute dei cittadini che al contrario deve essere valutata nel suo livello di fondo che per la città di Benevento risulta già troppo elevato e quindi da risanare. Non è dunque possibile accettare ulteriori fonti di emissioni di grandi dimensioni quando i valori di PM 10 nello scorso anno sono stati superati per 100 giorni e quest’anno già per 60 volte. A questo quadro va ad aggiungersi quest’anno il dato del superamento del valore dell’ozono (O3) che per nove volte è risultato superiore rispetto al limite orario. Il Ministero dell’Ambiente, in concerto con quello della Sanità, dovrebbe pertanto assicurare che in assoluto i livelli di inquinamento attuali a Benevento vengano ricondotti quanto meno e nel più breve tempo possibile nei limiti di legge così come disposto dalla Commissione Europea con la decisione del 1 febbraio 2010.

Signor Ministro, Le si chiede pertanto di disporre l’annullamento delle rilasciate autorizzazioni perché in evidente contrasto con le esigenze di tutela della Salute Pubblica.

Benevento, 21 settembre 2012

Altrabenevento

Gabriele Corona                Alessandra Sandrucci                  Vincenzo Fioretti

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