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Speciale del quotidiano Ottopagine sulla cementificazione di Piazza Duomo.

Ottopagine del 3 maggio 2012

La storia: Settant’anni di progetti e battaglie legali. Dal vuoto di Zevi e Rossi al pieno di Viespoli

di Paolo Bocchino

A quasi settant’anni dai bombardamenti Piazza Duomo non riesce a trovare ancora una sistemazione definitiva. Agli inizi degli anni ’50 il Comune approvò il Piano di fabbricazione ed espropriò parte dei suoli privati per allargare l’area davanti al Duomo e realizzare via Goduti. Lo stesso strumento urbanistico permetteva ai proprietari dei suoli di ricostruire parte della volumetria preesistente, ma i privati non riuscirono a costituire un Consorzio legittimato a edificare. Alcuni si limitarono a ricavare tra le rovine locali commerciali che sono rimasti attivi fino agli anni ’70. Il resto della piazza era in parte occupato da cumuli di macerie e in parte adibito a parcheggio. Per circa due decenni fino agli inizi degli anni ‘90 lo spazio prospiciente il Duomo fu utilizzato come area di sosta. Gli strumenti urbanistici redatti negli anni ‘70 da Bruno Zevi e Sara Rossi sottolinearono l’importanza dell’area circostante il Duomo e la indicarono come cuore della città, “luogo privilegiato delle attività sociali, politiche e religiose della comunità”. Il progetto dei due urbanisti prevedeva la Cattedrale al centro di una grande piazza racchiusa tra due edifici, l’uno lungo via Pasquali, l’altro a ridosso del Palazzo Napolitano in Piazza Orsini. La gran parte delle due aree sarebbe quindi rimasta sgombera da fabbricati e disponibile per attività aggregative. Una impostazione completamente rimodulata sul finire degli anni ’90 dall’amministrazione guidata da Pasquale Viespoli che tra il 1999 e il 2000 autorizzò la costruzione di un edificio privato di 6.000 metri cubi su parte dell’area antistante la Cattedrale. Si tratta dell’immobile parzialmente realizzato dal Consorzio Cepid che si vede in Piazza Duomo accanto al Museo in costruzione (nella foto). Il Museo è previsto su due livelli con giardini pensili nella parte superiore e una piazza – porticato coperta. Approfondimenti e documenti sono disponibili al sito www.altrabenevento.org.

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PIAZZA DUOMO / Palazzo Mosti interpella la Regione. Il Comune chiede fondi per terminare il Museo

Iadanza: “In cassa abbiamo le risorse per la parte esterna. Dieci milioni per il completamento e per acquisire il Cepid”

«Piazza Duomo non sarà un’incompiuta». Non ha dubbi l’assessore comunale alle Opere pubbliche, Pietro Iadanza, che fa il punto sullo stato di realizzazione del progetto per la riqualificazione dell’area. «Dopo qualche momento di interruzione – spiega il delegato ai lavori pubblici – dovuta alle rivendicazioni della ditta in materia di pagamenti da parte della Regione, oggi il cantiere è in attività. Contiamo di portare a conclusione in tempi non lunghi tutta la parte esterna dell’opera, compresa la pavimentazione dello spazio prospiciente il Duomo. Per il completamento dell’intero intervento abbiamo chiesto un finanziamento di circa 10 milioni di euro alla Regione Campania che ci consenta di ultimare il Museo con la realizzazione degli interni e di acquisire l’immobile privato adiacente per costituire un unicum di proprietà pubblica». Si tratta dell’immobile del Consorzio Cepid per il quale il Comune già in passato aveva richiesto invano finanziamenti alla Regione. L’acquisizione del fabbricato da sola comporta un esborso vicino ai 4 milioni di euro, sulla scorta della stima effettuata nel 2006 dall’Ufficio tecnico erariale che aveva quantificato in 3,6 milioni di euro il valore dell’immobile. All’epoca, come si ricorderà, era la Provincia a voler acquistare la costruzione in collaborazione con il Comune. Intanto tra residenti e commercianti (vedi servizio a lato) serpeggia sempre più diffuso il timore che Piazza Duomo vada ad aggiungersi al lungo elenco di incompiute cittadine. Ipotesi che Iadanza esclude categorico: «Assumo pubblicamente l’impegno che l’opera sarà completata. Non voglio fare date che potrebbero essere smentite da ritardi tecnici o imprevisti. Ritengo però ragionevole ipotizzare la conclusione dei lavori entro la fine dell’anno. Terminata la parte esterna verranno tolte le recinzioni che, ne siamo consapevoli, comportano disagi per i cittadini residenti e gli esercenti commerciali che operano nella zona». Riferiamo a Iadanza delle estese doglianze dei cittadini in merito alla realizzazione del Museo, opera giudicata eccessivamente ingombrante e di cui non si avvertiva la necessità, e l’assessore non si nega alla risposta: «Comprendo le lagnanze e posso dire che in parte le condivido. Se avessi scelto io cosa realizzare in quel luogo avrei optato senza dubbio per una piazza. Ma tant’è. Purtroppo – conclude Iadanza – dobbiamo fare i conti con un programma predefinito che prevede la realizzazione di volumi e non di uno spazio aperto».

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Al processo tutti assolti

L’assetto urbanistico di Piazza Duomo è stato oggetto di un’inchiesta giudiziaria culminata nel processo terminato il 21 dicembre 2006 con l’assoluzione dei 31 imputati, tutti ex amministratori della Giunta Viespoli e tecnici componenti la commissione edilizia. Nel mirino degli inquirenti la delibera con cui l’Esecutivo aveva deciso lo spostamento dell’immobile privato e la costruzione del Museo.

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La denuncia. I residenti in coro: “Era meglio una piazza”

«In questa zona non avevamo bisogno di un altro palazzone che ci provoca solo disagi e ci nega la splendida vista del Duomo. Con il dubbio, peraltro, che non verrà mai finito». Se il Comune, per bocca del suo delegato alle Opere pubbliche non ha dubbi circa il completamento del Museo, i residenti sono altrettanto decisi nel bocciare l’intervento che ha già causato non pochi fastidi con il suo ingombrante cantiere avviato oltre cinque anni fa. «Non c’era alcuna necessità di un ulteriore museo in città – commenta Antonio Sorgente, memoria storica del quartiere, scrittore e autore di programmi televisivi – In quest’area già fortemente urbanizzata era molto più utile un luogo di aggregazione, una piazza con arredi urbani e qualche semplice elemento architettonico che potesse coniugarsi con la bellezza della Cattedrale. L’ideale a mio avviso sarebbe stato installare al centro dello slargo una statua di Padre Pio rivolto verso il Duomo dove, il 14 agosto 1910, fu ordinato sacerdote». Pareri fortemente negativi anche tra i commercianti della zona: “I problemi che ci comporta l’esistenza di questo cantiere – rileva Marcello Balestrieri, titolare di un negozio di ottica in Via Pasquali – sono evidenti. Le recinzioni hanno occupato il marciapiedi impedendo il passaggio dei pedoni. Il divieto di sosta e fermata per i veicoli posizionato dal Comune scoraggia ogni proposito di raggiungere le nostre attività. I pochi temerari che azzardano un parcheggio si vedono puntualmente multati dai vigili o dagli ausiliari del traffico. E la cosa più grave – aggiunge Balestrieri – è che non sappiamo nemmeno per quanto tempo ancora dovremo convivere con questa situazione. E se, come ci risulta, il Comune non ha a disposizione fondi a sufficienza per completare l’intervento, finiremo per avere qui queste transenne per chissà quanto tempo ancora”. Stessa lunghezza d’onda per Emilio Massa, titolare della rivendita di abbigliamento ‘Tendency’: «Avremmo preferito di gran lunga la realizzazione di un semplice spazio aperto, fruibile e senza tanti fronzoli. A quest’ora il cantiere sarebbe stato abbondamentante completato e noi avremmo una vivibilità decisamente migliore». Orientamento che non cambia se ci si sposta su Via Goduti: «Fatichiamo a capire perchè si sia optato per una cementificazione tanto massiccia quanto inutile – dichiara il titolare della profumeria Galluccio – Questa recinzione provoca un restringimento della carreggiata molto pericoloso che viene violato da tutti in entrambi i sensi di marcia, creando gravi rischi alla incolumità dei passanti».

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