Per la P3, venti richieste di rinvio a giudizio. Riguardano anche Denis Verdini, Marcello Dell’Utri. Nicola Cosentino e Pasquale Lombardi di casa al tribunale di Benevento.
Le richieste di rinvio riguardano: il senatore del Pdl, Marcello Dell’Utri; l’ex coordinatore del Pdl, Denis Verdini; ex coordinatore della regione Toscana del Pdl Massimo Parisi; l’imprenditore Flavio Carboni; Giuseppe Tomasetti, Antonella Pau e Maria Laura Scanu, ritenuti prestanomi dell’imprenditore Flavio Carboni; Alessandro Fornari, Fabio Porcellini e Pierluigi Picerno, finanziatori del gruppo; Pinello Cossu, presidente del consorzio Tea; Ignazio Farris, presidente dell’Arpa Sardegna; Marcello Garau, dirigente all’ambiente del Comune di Porto Torres; Ugo Cappellacci, presidente della regione Sardegna; Ernesto Sica, ex assessore regionale campano; Stefano Porcu; l’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino; l’ex primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone; l’ex giudice tributarista, Pasquale Lombardi, l’imprenditore Arcangelo Martino. Per l’ex sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, la procura chiedera’ l’archiviazione.
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Dal Corriere della sera del 3 gennaio 2012
P3: la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per Dell’Utri, Verdini e Carboni. L’ipotesi di reato: violazione della legge Anselmi sulle società segrete. Richiesta anche per Martino e Lombardi
MILANO – Venti richieste di rinvio a giudizio a termine dell’indagine preliminare sulla cosiddetta P3, la presunta associazione segreta che avrebbe agito su esponenti della politica, funzionari pubblici e giudici per pilotare nomine nella Pubblica amministrazione, ottenere appalti, influire sulle decisioni della politica e «condizionare il funzionamento di organi costituzionali». Tra i destinatari della richiesta del Procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e del sostituto Rodolfo Sabelli, il coordinatore del Pdl Denis Verdini e il senatore Marcello dell’Utri. Rischiano di finire sotto processo anche l’affarista Flavio Carboni, considerato al vertice dell’associazione segreta e l’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino, al quale viene contestato il concorso in diffamazione per i falsi dossier contro il governatore campano Stefano Caldoro. E ancora il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci (per il quale è rimasta in piedi solo l’accusa di abuso d’ufficio, mentre è caduta quella di corruzione) e l’ex presidente della Corte di Cassazione, Vincenzo Carbone.
LEGGE ANSELMI – Il reato di associazione a delinquere finalizzata alla violazione della legge Anselmi viene contestato, oltre che a Carboni, Verdini e Dell’Utri, anche all’imprenditore campano Arcangelo Martino, all’ex giudice tributario Pasquale Lombardi e ad altre nove persone. Secondo i pm Carboni, Verdini, Dell’Utri, insieme a Martino e Lombardi, avrebbero «costituito, organizzato e diretto» un’associazione per delinquere diretta a realizzare una serie indeterminata «di delitti di corruzione, abuso d’ufficio, illecito finanziamento, diffamazione e violenza privata». L’associazione, si legge ancora nel capo di imputazione, sarebbe stata «caratterizzata dalla segretezza degli scopi» e sarebbe stata «volta a condizionare il funzionamento di organi costituzionali e di rilevanza costituzionale, nonchè apparati della pubblica amministrazione dello Stato e degli enti locali».
INTERVENTI SULLA CONSULTA – I cinque avrebbero intessuto «una fitta rete di conoscenze nei settori della magistratura, della politica e dell’imprenditoria, da sfruttare per i fini segreti del sodalizio e per il finanziamento di esso e dei suoi membri». Ciò avveniva anche grazie «all’attività di promozione di convegni e incontri di studio realizzata per tramite dell’associazione culturale denominata Centro studi giuridici per l’integrazione europea Diritti e Libertà» e presieduta da Lombardi. Il gruppo, proseguono i pm, approfittava «delle conoscenze così realizzate per acquisire informazioni riservate, influire sull’esercizio delle funzioni pubbliche rivestite dalle personalità avvicinate dai membri dell’associazione». I membri della P3, secondo gli inquirenti, si sarebbero inoltre adoperati per «influenzare la decisione della Consulta nel giudizio sul cosiddetto lodo Alfano, intervenivano ripetutamente sul vice presidente del Csm (all’epoca Nicola Mancino), sui componenti del Csm per indirizzare la scelta dei candidati e incarichi direttivi come i presidenti della Corte di appello di Milano e Salerno e il procuratore della Repubblica di Isernia e Nocera Inferiore».
LODO MONDADORI – Ci sono poi gli interventi «sui magistrati della corte di Cassazione alla scopo di favorire una conclusione favorevole alla parte privata di cause pendenti sia di natura civile (Lodo Mondadori) che penale (ricorso contro la misura cautelare disposta dalla magistratura napoletana nei confronti dell’on. Nicola Casentino)». A tali contestazioni fa riferimento l’accusa di corruzione mossa all’ex presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, che avrebbe ottenuto in cambio la promessa di incarichi una volta raggiunta l’età del pensionamento. Di corruzione sono accusati anche Verdini e Dell’Utri. L’abuso d’ufficio per Cappellacci è ipotizzato invece in relazione alla nomina di Ignazio Farris a capo dell’Agenzia regionale per l’ambiente della Regione Sardegna – che nelle intenzioni di Carboni e dei suoi sodali avrebbe dovuto concedere a una serie di aziende che a lui facevano riferimento le licenze per costruire gli impianti eolici nell’isola – in quanto deliberata «su istigazione di Carboni e Verdini», che «agivano in concorso con Dell’Utri e con Farris». Cosentino è accusato di diffamazione e violenza privata, in concorso con Carboni, Martino, Lombardi e l’ex assessore campano del Pdl, Ernesto Sica: avrebbero diffuso tramite Internet «false notizie di contenuto diffamatorio» nei confronti di Caldoro, tra cui la falsa notizia sulla «frequentazione di transessuali da parte dell’attuale presidente della Regione Campania» e quella di accordi «con esponenti della criminalità organizzata campana», al fine di bruciarne la candidatura a presidente della Regione. Tra gli indagati figura anche il parlamentare e coordinatore del Pdl in Toscana, Massimo Parisi, per finanziamento illecito ai partiti in relazione ai finanziamenti di Carboni alla Società Toscana Edizioni di Verdini.
INCHIESTA CONTINUA – Ma una tranche dell’indagine sulla P3 resta ancora aperta. All’attenzione degli investigatori, tra l’altro, i nove milioni e mezzo versati a titolo di prestito infruttifero da Silvio Berlusconi nel 2008 su di un conto intestato a Marcello Dell’Utri, più altri 7,1 miloni elargiti dal re delle cliniche private, Antonio Angelucci, al coordinatore del Pdl, Denis Verdini, per comprare villa Gucci, a Firenze. «Errare è umano, perseverare è diabolico» ha commentato laconico l`avvocato Renato Borzone, il difensore di Flavio Carboni, aggiungendo: «Speriamo di trovare finalmente un giudice, se ‘ci sarà un giudice a Berlino – come per il mugnaio di Potsdam che chiedeva giustizia per il sopruso subito da un nobile Ndr – il mio assistito ne uscirà indenne, come è avvenuto un mese fa anche per la vicenda della morte di Calvi». Per l’avvoca Marco Rocchi, legale di Verdini, «la richiesta dei pm non è inaspettata. Per come si sono svolte le indagini fino ad oggi una archiviazione sarebbe stata fantascienza». «Presto – aggiunge il legale – la procura trasmetterà anche una richiesta di utilizzo delle intercettazioni alla Camera per Verdini e al Senato per Dell’Utri. Richieste che faranno slittare la prima udienza preliminare davanti al Gip».
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