Zamparini, Mastella ed altri 12 sono rinviati a giudizio, ma alcuni misteri devono essere ancora chiariti.
Altrabenevento – Comunicato stampa del 23 dicembre 2011
Il Giudice per l’Udienza Preliminare, Flavio Cusani, confermando integralmente i capi d’accusa formulati dalla Procura della Repubblica di Benevento, ha rinviato a giudizio Maurizio Zamparini, ed altri 13 indagati per truffa, falso, abuso d’ufficio e corruzione, connessi alla apertura del Centro Commerciale “I Sanniti”. Si tratta di una decisione che lascia sperare, veramente, che adesso il Tribunale di Benevento si possa occupare anche dei reati di corruzione e degli abusi dei “potenti” e non solo dei reati commessi da “mariuoli di coperchietti”.
L’indagine ha preso avvio a settembre del 2006 a seguito di un esposto presentato da me a nome della associazione Altrabenevento per abusi edilizi ed urbanistici connessi alla costruzione di un parcheggio a servizio del centro commerciale nell’ansa del fiume Calore destinata alla realizzazione di un parco.
Le investigazioni coordinate dal Pubblico Ministero, Antonio Clemente e condotte dalla sezione “reati contro la pubblica amministrazione” della Digos di Benevento, diretta dal sostituto Commissario Antonio Zarrillo, hanno confermato, anche grazie a specifiche perizie tecniche, le denunce e i dossier di Altrabenevento, soprattutto sui raggiri e gli artifici connessi alla presunta costruzione del parcheggio sul tetto, che i magistrati definiscono “fittizio ed impossibile da realizzare”, inventato solo al fine di ottenere la Concessione Edilizia.
I riscontri della polizia giudiziaria hanno anche confermato che la superficie di vendita autorizzata è esagerata perché anche il parcheggio oltre la ferrovia è fittizio e l’area parco da cedere al Comune ha una estensione molto minore di quella dichiarata da Zamparini perché una parte è di proprietà del demanio.
Alla udienza preliminare avrebbe potuto costituirsi come parte civile anche il Comune di Benevento che invece, pur riconosciuto come “parte offesa” per il danno subito di circa sei milioni di euro, non ha nominato alcun avvocato per chiedere il rinvio a giudizio dei colpevoli a conferma di un imbarazzo degli attuali amministratori che pure deve essere spiegato.
Il GUP, tra gli altri ha rinviato a giudizio per corruzione Clemente e Sandra Mastella per i 50.000 euro che Zamparini ha versato ad una onlus per la assistenza ai poveri che, evidentemente, non è Iside nova, che si occupa di spettacolo. Il 18 aprile comincerà i processo e agli atti ci sarà anche la registrazione della conferenza stampa di Zamparini a Palermo a maggio scorso, nel corso della quale l’imprenditore friulano ha spiegato perché era andato a villa Mastella il 13 settembre 2006. Nel corso di quell’incontro con i giornalisti, Zamparini dichiarava pure che i 50.000 euro versati alla signora Sandra Lonardo “per i poveri di Benevento” non sono stati gli unici soldi dati alla città di Benevento. Egli aggiunge “Alla squadra di calcio del Benevento Calcio ho dato un contributo di 200.000 euro perché gli amministratori me lo avevano chiesto”. L’attuale presidente della squadra beneventana ha già chiarito di non aver mai visto quei soldi, allora a chi sono finiti? A quale presidente e su richiesta di quali amministratori?
lI processo servirà a chiarire questo ed altri aspetti ancora oscuri delle vicende politico-affaristiche ed amministrative relative alla costruzione e alla apertura del Centro Commerciale “I Sanniti”.
Il presidente – Gabriele Corona
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Da Il Fatto Quotidiano del 23 dicembre 2011
Zamparini e Mastella rinviati a giudizio per corruzione.
di Vincenzo Iurillo
Riavvolgiamo il nastro al 13 maggio. Conferenza stampa convocata in fretta e furia nello stadio del Palermo. Il presidente dei rosanero Maurizio Zamparini è furibondo, disserta sulla mancanza della certezza del diritto in Italia, annuncia ricorsi alla Corte Europea perché “vittima di una situazione kafkiana, un castello di sabbia di accuse false”. Il Riesame di Benevento gli ha appena sequestrato 17 milioni e mezzo di euro di azioni della società, il pacchetto di maggioranza.
È la conseguenza di un’inchie – sta del pm Antonio Clemente sulla realizzazione del centro commerciale beneventano “I Sanniti”, lubrificata da una presunta tangente di 50 mila euro ai coniugi Clemente e Sandra Mastella e portata a termine, secondo la Procura e i suoi periti, attraverso falsi prospetti, concessioni facili, promesse di posti di lavoro per ottenere il via libera a un’operazione piena di falle. Un giornalista chiede lumi su quei 50 mila euro e Zamparini risponde così: “Sono andato dalla signora Mastella e le ho detto: il vostro sindaco è impazzito, vedete un po’ qual è il motivo per cui dice che non possiamo aprire l’iper mercato. Lei mi disse, come tutti i politici, noi abbiamo una onlus per aiutare i poveri di Benevento, mi fa una offerta? E io feci una offerta ufficiale con un bonifico di 50 mila euro alla onlus. E questo vi sembra un reato?”.
A parte che la onlus in questione, “Iside Nova ”, più che aiutare i poveri organizzava rassegne di concerti ed è finita pure nel mirino di un’altra inchiesta per le creste ricavate sulle fatture, il Gup Flavio Cusani è convinto che, sì, quel bonifico potrebbe configurare un accordo illecito. E per questo ieri ha rinviato a giudizio Zamparini e i Mastella per corruzione. Rigettando l’istanza di dissequestro delle azioni del Palermo. La prima udienza del processo si terrà il 18 aprile 2012. Con una folla di imputati: quattordici, tra amministratori locali, dirigenti e tecnici comunali e collaboratori di Zamparini, per una sfilza di reati che vanno dalla truffa al falso all’abuso d’ufficio, fino alla corruzione e all’istigazione alla corruzione. Quest’ultima è contestata a un uomo di fiducia dell’imprenditore friulano, che avrebbe contattato un componente della commissione Beni Ambientali e un assessore per proporre loro un assaggio del “metodo Zamparini” già sperimentato, a suo dire, per l’apertura di altri ipermercati: farsi segnalare liste di nomi di persone da assumere e allungare una cospicua mazzetta. I politici avvicinati, però, rifiutarono.
Uno di loro registrò tutto e portò la cassetta agli inquirenti. Ma che bisogno aveva Zamparini di chiedere i buoni uffici dei Mastella? L’ipermercato, avviato nel 2002, quattro anni dopo si era ancorato nelle secche di problemi burocratici seri, e nell’opposizione delle associazioni Lipu e Altrabenenvento, le cui denunce contro gli stravolgimenti urbanistici in atto in una zona sottoposta a vincoli avevano mosso l’opinione pubblica. Bisognava quindi mobilitare consenso intorno all’investimento. Nel feudo dei Mastella, chi meglio del ministro di Giustizia e della presidente del consiglio regionale dell’epoca per sbloccare la situazione? L’incontro tra Zamparini e Lady Mastella avvenne nel settembre 2006 e il sindaco Fausto Pepe (non indagato) ha messo a verbale che proprio da quel settembre in poi i Mastella iniziarono una raffica di telefonate per fare pressione su chi doveva consentire l’apertura de “I Sanniti”. Che avviene anche grazie al contributo dell’assessore all’Urbanistica Aldo Damiano. All’epoca mastelliano, rinviato a giudizio per corruzione pure lui.
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I dieci Capi di accusa formulati dal Pubblico Ministero e confermati dal Giudice per l’Udienza Preliminare.
CAPO 1)
Zamparini Maurizio (titolare ditta individuale), De Santis Rosa (progettista), Cassano Francesco (dirigente Settore Urbanistica fino a maggio 2006), De Lorenzo Mario (dirigente Settore Urbanistica da maggio 2006 a marzo 2008), Iadicicco Giuseppe (progettista parco fluviale), Giuliano Luigi (dirigente settore Legale), Zagarese Vincenzo (collaudatore), D’Arco Paolo (amministratore soc. Reti e Sviluppo che per conto di Zamparini aveva chiesto le autorizzazioni e avviato i lavori), Damiano Aldo,
Reato di truffa (640 c.p.) perché procuravano a Zamparini un ingiusto profitto consistito nel rilascio di concessioni edilizie ed autorizzazioni per costruire ed aprire il Centro Commerciale benché non vi fossero i presupposti, con una serie di artifici e raggiri. “In particolare il parcheggio in copertura veniva indicato solo nel progetto architettonico ma non nei calcoli strutturali e questo al fine di dimostrare, falsamente, il rispetto degli standards urbanistici relativi alle aree di sosta previste per tali esercizi commerciali di grande distribuzione, presupposti necessari per il rilascio della concessione edilizia a realizzare l’ipermercato.
[……] Il parcheggio in copertura, fittizio e giammai realizzabile, risultava essere statao oggetto di trattativa e/o di proposta di Zamparini verso l’Amministrazione Comunale, rappresentata da Cassano. Quest’ultimo nella sua qualità di Dirigente, invece di intervenire con i provvedimenti di competenza (blocco dei lavori, revoca autorizzazioni) in presenza di una falsa ralppresentazione di detto parcheggio, da egli conosciuta, concordava con Zamparini la sostituzione del predetto parcheggio con altra area di parcheggio che sarà poi realizzata in area Parco Fluvilae, in contrasto con quanto affermato nella relazione del 14/1/2003. Il Cassano, quindi, dopo aver preso atto ed accertato che quel parcheggio in copertura di fatto era fittizio e non poteva essere mai realizzato, poneva in essere consapevolmente con Zamparini i seguenti artifici, concretatisi con la stipulazione dell’accordo sostitutivo del 2/3/2005 e successivo accordo sostitutivo del 12/10/2006, sottoscritto dallo Zamparini Andrea Maurizio e da De Lorenzo Mario, subentrato al Cassano; nel predetto accordo lo Zamparini si impegnava a cedere un’area del parco fluvilae comprendendo una gran parte di proprietà demaniale ed altra inesistente; nel secondo accordo invece si ometteva di indicare che le aree promesse dallo Zamparini al Comune (come da primo accordo del 2/3/2005 erano statae vendute dallo Zamparini a due società di leasing. [….] Il Cassano, con accordo sostitutivo del 2/3/2005, concorreva ad attestare falsamente che l’area che Zamparini si era impegnato a cedere al Comune, era di 21.330 mq., mentre si accertava che detta superficie aveva una estensione di gran lunga inferiore a quella dichiarata, perché una parte di essa appartiene al demanio e un’altra parte è inesistente. [….]
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CAPO 2)
Zamparini Maurizio, De Lorenzo Mario, Luigi Giuliano.
Delitto art. 479 c.p. (falso) per le false circostanze riportate nel testo dell’accordo sostitutivo di ottobre 2006 perché la maggiore altezza dell’edificio non poteva essere sanata con una DIA; non era vero che la superficie dei parcheggi potesse consentire l’apertura dell’ipermercato con una superficie di vendita di 11.837 mq; il parcheggio posto sul lato opposto della ferrovia non era utilizzabile perché privo di strada di accesso e non “fisicamente e funzionalmente connesso”. Inoltre “non corrispondeva al vero che vi era stata una concorde richiesta delle parti per rinviare l’udienza in Camera di Consiglio presso il TAR di Salerno dal 5/10/2006 al 19/10/2006, in quanto, come dichiarato dal Sindaco quale vertice dell’Amministrazione Comunale e rappresentante della parte pubblica, dal canto suo non vi era stato alcun accordo in tal senso, anzi il Sindaco aveva disconosciuto completamente il verbale di accordo che prevedeva ciò”
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CAPO 2 bis) –
Zamparini Maurizio, Orlacchio Antonio (segretario generale del Comune di Benevento)
Delitto art. 479 c.p. (falso) perché con il parere reso sulla delibera 150 del 12 ottobre 2006 Orlacchio attestava che Zamparini poteva ancora realizzare il parcheggio sul tetto, mente era noto anche a seguito delle denuncie delle associazioni ambientaliste che i lavori erano già ufficialmente terminati e sul tetto erano stati montati numerosi lucernari ed impianti tecnologici che rendevano impossibile utilizzare tale area per la sosta delle autovetture. “Allo stesso Orlacchio, prima della data di detta delibera, erano state girate ben due comunicazioni datate 14/9/2006 di Zamparini il quale rappresentava che detto parcheggio in copertura ormai non poteva essere più realizzato proprio per la presenza di detti lucernari ed impinati tecnologici. In data 11/10/2006 il predetto Orlacchio attestava l’autenticità della firma apposta da Zamparini Maurizio in pari data su atto di procura mentre era palese che tale firma non fosse del predetto Zamparini Maurizio.
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CAPO 3) –
Zamparini Maurizio e Rosenwirth Herbert (braccio destro di Zamparini)
Delitto di cui all’art. 322 c.p. (Istigazione alla corruzione), perché Rosenwirth Herbert “offriva in nome e per conto di Zamparini, posti di lavoro all’ing. Zotti Salvatore, componente della commissione Beni Ambientali del Comune di Benevento e denaro per 20 mila euro all’avv. Lepore Cosimo, assessore al patrimonio e al Personale sempre del Comune di Benevento, al fine di ottenere dai predetti atti e pareri favorevoli, offerte che in entrambi i casi venivano respinte”.
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CAPO 4)
Zamparini Maurizio, Mastella Mario Clemente, Lonardo Alessandrina, Damiano Aldo,
Delitti previsti dagli art. 319 e 321 c.p. (corruzione) per aver compiuto atti contrari ai doveri di ufficio … “in particolare il Damiano si adoperava in numerose occasioni per favorire l’apertura del predetto centro commerciale, pur non essendovi i presupposti per l’apertura: il Damiano partecipava a sopralluogo con Zamparini presso il predetto centro commerciale pur non avendone titolo in quanto tale compito spettava all’ufficio di vigilanza edilizia del comune; concorreva ad adottare la delibera di giunta comunale n. 150 del 12/10/2006 illegittima…; la Lonardo e il Mastella intervenivano più volte sul sindaco e sugli altri pubblici funzionari preposti per sollecitare la predetta apertura del centro commerciale, nonostante non ve ne fossero le condizioni; avendo i predetti compiuti o fatto compiere tali atti, contrari ai doveri di uffici, il 4/6/2007 lo Zamparini bonificava la somma di €50.000 in favore della onlus Iside Nova, associazione riconducibile ai predetti Mastella e Lonardo”
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CAPO 4 bis)
Zamparini Maurizio, Damiano Aldo, De Lorenzo Mario
Delitti 323 (abuso d’ufficio) per il mancato abbattimento dei tre capannoni abusivi.
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CAPO 5)
Zamparini Maurizio, Cassano Francesco
Delitto art. 479 c.p. (falso) perché Cassano attestava falsamente che l’area del parco fluviale da cedere al comune era di 21.330 mq. mentre in realtà si accertava che tale superficie aveva una estensione molto minore.
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CAPO 5 bis) –
Zamparini Maurizio, Cassano Francesco, Giuseppe Iadicicco
Delitto art. 640 c.p. (truffa) per avere rappresentato con artifici e raggiri una maggiore estensione dell’area destinata a Parco mentre in realtà una parte di tale area era di proprietà demaniale.
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CAPO 6) –
Zamparini Maurizio, Zagarese Vincenzo
Delitto art. 479 c.p. (falso) perché Zagarese in fase di collaudo attestava la conformità delle opere alle autorizzazioni e alle norme urbanistiche mentre, al contrario, vi erano diverse difformità edilizie e i parcheggi non erano sufficienti per garantire gli standard urbanistici. Zagarese dichiarava di non essere collegato professionalmente con la ditta proprietaria e di non aver partecipato alla fase di progettazione, mentre in realtà Zagarese risultava progettista e direttore dei lavori dei tre capannoni e del parcheggio in area parco fluviale.
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CAPO 7) –
Zamparini Maurizio, Cassano Francesco, De Lorenzo Mario, Giuliano Luigi, Damiano Aldo.
Reati art. 323 c.p. (abuso d’ufficio) perché veniva autorizzata “con la delibera di Giunta 150 del 12/10/2006 che approvava in luogo del consiglio comunale una vera e propria variante alla vigente strumentazione urbanistica, con nuova perimetrazione del piano di lottizzazione…, la possibilità di utilizzo dei parcheggi previsti per il cosidetto parco fluviale al servizio del centro commerciale “I Sanniti”.
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CAPO 8)-
Zamparini Maurizio, Mirabella Giovanni (geometra del Settore Urbanistica).
Reati art. 323 c.p. (abuso d’ufficio) perché il Mirabella assentiva con due DIA le varianti in sanatoria per gli abusi edilizi (mancata realizzazione del parcheggio sul tetto e maggiore altezza dell’edificio) che invece necessitavano di Permessi di Costruire.
enrico
il dott Clemente ha fatto un ottimo lavoro.
Zamparini in quella conferenza stampa ha cantato come un canarino, parlava di LAZZARONI ma sbagliava persone.
Virginia
Buonasera, vedo che i commenti per voi scomodi non vengono pubblicati.
Virginia
Buonasera, vedo che i commenti per voi scomodi non vengono pubblicati.
E poi parlate di altri quotidiani che censurano