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Questo PUC è una PUCcaria.

Da B magazine del 6 agosto 2011

Tutto quello che avreste voluto sapere del PUC ma non avete mai osato chiedere. Un tentativo di far luce sul contenuto del Piano Urbanistico Comunale con l’aiuto di Gabriele Corona, presidente di Altrabenevento, e Marcello Aversano, assessore all’urbanistica

di Emi Martignetti

 Per i più è materia oscura, di ardua comprensione. Effettivamente il PUC è per sua natura complesso e rivolto agli addetti ai lavori, ma essendo uno strumento fondamentale per la città, è opportuno che i beneventani siano messi in condizione di potersi informare al riguardo e di essere aggiornati sui cambiamenti che comporterà.

Premettiamo che il Piano Urbanistico serve a classificare tutte le aree di un territorio comunale, assegnando ad ognuna una destinazione d’uso ed un progetto.

Il precedente Piano Regolatore di Benevento venne approvato da Alfonso Ferrara, un commissario prefettizio, l’11 febbraio del 1970.“Si è scritta una nuova pagina di storia”: come dar torto all’assessore all’urbanistica Marcello Aversano, che, subito dopo il suo insediamento, si è ritrovato promotore di un progetto tanto grande.Però alla storia non si consegnano sempre e solo eventi lieti e questo lo ricorda Gabriele Corona, presidente di “Altrabenevento per la città sostenibile contro il malaffare”.È lui, infatti, che sta rappresentando la più decisa opposizione al PUC, considerandolo “una grande PUCcaria”!Abbiamo pensato che, entrando nel vivo della contesa attraverso le visioni delle due parti, possa essere più facile per il lettore accedere ai punti del Piano più discussi e rilevanti, per quanto appare impossibile tracciare una linea dettagliata del contenuto dello strumento urbanistico, il quale, secondo Corona, “non è conosciuto e compreso del tutto neanche da chi l’ha fatto”.

 Iniziamo dalla sua composizione: consta di una relazione generale che traccia le linee comprensive del progetto, poi ci sono gli elaborati tecnici, che racchiudono dettagliatissime planimetrie, e infine le Norme Tecniche di Attuazione, un insieme di disposizioni che regolano il Piano Urbanistico e che sono l’oggetto di osservazioni e revisioni.L’iter di approvazione del PUC di Benevento ha avuto inizio nel febbraio 2009, quando venne proposto e approvato in giunta comunale. Ne è stata effettuata poi la pubblicazione e nei 60 giorni successivi (tempo previsto dalla legge per gli appelli) sono giunte circa 240 tra opposizioni e osservazioni.Dopo la recente approvazione in consiglio comunale resta una sola tappa, la Provincia, in quanto ente che agisce anche per delega della regione sull’approvazione dei piani urbanistici, la quale deve valutare la corrispondenza tra il PUC e il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, nonché la sua conformità al Piano Territoriale Regionale.

 Nella seduta del primo agosto, però, il Consiglio Regionale della Campania ha approvato il Regolamento attuativo dell’art. 43 bis della legge regionale 16/2004 :“Norme sul Governo del territorio”, il quale è stato criticato proprio in merito alla sua riduzione dei poteri del Comune a vantaggio della Provincia. Molti, quindi, si chiedono quanto ciò influirà sull’approvazione del PUC. L’Assessore risponde : “In nessun modo. La questione non ci riguarda, perché il Regolamento è entrato in vigore in un momento successivo all’approvazione in giunta del PUC di Benevento, quindi, non avendo efficacia retroattiva, non influenzerà affatto i poteri decisionali della Provincia”.

Gabriele Corona, però, ci informa che probabilmente sarà un cavillo legale a rallentare i tempi: “Una questione che Altrabenevento ritiene di competenza della Provincia e definisce un’illegittimità, cioè avere adottato in consiglio comunale il PUC in un momento di vacatio legis.”

Ci spiega: “La legge 1 della Regione Campania del 2011 stabilisce che dopo 150 giorni dalla sua entrata in vigore (avvenuta a gennaio), decade l’articolo 24 della legge regionale 16 /2004. La stessa legge 1 stabilisce poi che, entro il 150° giorno, la Regione deve sostituire quelle norme precedentemente in vigore con un nuovo Regolamento. A metà giugno, quindi, l’articolo 24 della Regione Campania, che stabilisce come si approva un PUC, è decaduto e al suo posto è subentrata la nuova norma, che è entrata in vigore, però, solo il primo agosto. Credo che questa sia materia di ricorso al TAR e credo anche che sia possibile che il TAR annulli la delibera del Comune o che chieda al Comune di rideterminarsi in questo senso.”

 Ancora incerti i tempi dell’approvazione definitiva del PUC, ma vediamo perché c’è chi si appella alla legge per rimodulare il prosieguo del suo iter. Il presidente di Altrabenevento definisce “uno dei trucchi più insidiosi ed infimi di questo PUC” la nuova disposizione che riguarda l’edificazione nelle così dette zone E5 (aree agricole, edificabili solo parzialmente). Nel vecchio Piano Regolatore erano previste le edificazioni di 0,03 metri cubi a metro quadrato di terreno, attualmente invece la norma prevede 0,05 metri quadri a metro quadro, che corrisponderebbero a 0,15 metri cubi a metro quadrato. Commenta Corona:“Prima, per esempio, dovevi avere 10 mila metri quadrati di terreno per poter edificare una casa di 100 metri quadrati che avesse un altezza di 3 metri. Ora si può fare cinque volte tanto! È uno scempio ambientale, significa più cemento, distruzione del paesaggio agricolo ed è una speculazione. Soprattutto è un trucco, perché è una cosa che non si è capita, nessuno ha capito che uno dei tratti caratteristici di questo PUC è di consentire un sacco di nuovi edifici nelle zone verdi!” Chiediamo allora all’assessore Aversano come giustifica questa scelta: “Nessuna giustifica al riguardo. Sono tutte cose superate in consiglio comunale.” La risposta è di totale chiusura riguardo alla questione, allora gli chiedo di rispondere non alla controparte, ma ai cittadini. Dice: “l’appello che faccio ai cittadini è di stare tranquilli, non c’è nessuna preoccupazione di colate di cemento in città. I vani sono stati anche diminuiti, quindi saranno 6000/6200, non vedo nessun motivo di allarme.”

 A contrada Olivola è prevista un’estensione di 282 ettari di piattaforma logistica, che, sommati ai quelli aggiunti nel precedente Piano Regolatore, rappresentano la bellezza di 400 ettari. Perché aumentare in pochi anni di un terzo l’estensione della città che si era sviluppata in 2700 anni di storia? L’impatto ci sembra forte e chiediamo all’assessore cosa ne pensa: “è effettivamente un impatto fortissimo, però è tutto legato anche all’ultimo progetto, quello del database delle Poste, che attiverà un centro di dati che sarà il più grande in assoluto nel meridione. Questo è anche un’occasione di inserimento nel mondo del lavoro per i tanti che lo cercano. E quindi anche un modo per dare maggiore spinta alla nostra città.” Il database delle Poste, però, in realtà non è stato il motivo che ha spinto all’ideazione della piattaforma logistica, che invece è stata motivata dall’ipotesi di insediamento di una sede di stoccaggio dell’Ikea. Allora chiediamo al nostro referente istituzionale del PUC come mai sono stati previsti 282 ettari di terreno solo per qualche capannone e qualche segheria… “ E’ chiaro che ci saranno anche altri servizi, col tempo si vedrà il progetto quale evoluzione prenderà.” Il rischio che l’Ikea non confermi il suo insediamento è tanto, perché mancano collegamenti diretti agli snodi ferroviari, nuove infrastrutture e alta capacità. L’assessore commenta: “ è un percorso tutto in itinere.” Risposte un po’ evasive e poco precise, mentre Corona è un fiume in piena: “Ma chi viene a investire qua, se non lo fa Ikea che era la prima che si era illusa…oggi con 282 ettari di piattaforma logistica, il Comune ha destinato i terreni ad esproprio. I proprietari di quei terreni non possono fare niente, devono solo aspettare l’esproprio.

 Qualcuno dice: guarda, adesso gli espropri non sono più quelli di una volta, adesso si fanno a valore di mercato. Ma qual è il valore di mercato di un terreno industriale che nessuno compra? In ogni caso significa che deve venire l’industriale a comprare il terreno e dare i soldi al contadino. E se non viene l’industriale? Tu per 5 anni tieni il vincolo di questa zona. E che ci hai fatto? Niente! E a quale industriale converrebbe oggi comprare il terreno? Chi oggi dovrebbe insediarsi in questa zona, lungo questo famoso quadrilatero strategico di interesse commerciale, con la Benevento-Caianello che è una strada pericolosissima e non è neanche a quattro corsie, non è neanche raccordo autostradale? Quindi chi si insedierebbe lì: non avrebbe la ferrovia a disposizione, dovrebbe aspettare l’alta capacità ferroviaria e poi che qualcuno paghi un tronco di 6 km di ferrovia… ma scusate, perché non vi andate a mettere nella zona di Paduli che sta nella zona industriale A.S.I.?” ma l’assessore insiste: “Abbiamo scelto contrada Olivola per la posizione strategica.”

 Cambiamo argomento: molti hanno contestato le decisioni prese in tempi brevissimi dopo l’insediamento della nuova amministrazione, che ha premuto sull’acceleratore per l’approvazione del PUC, per esempio la richiesta di Capezzone in seduta consiliare immediatamente accolta, che ha determinato lo stralcio di 12 distretti di trasformazione con l’abbattimento di 1000 vani, o la diversa destinazione d’uso della Rotonda delle Scienze che da area F4, quindi destinata alla costruzione di appartamenti, negozi e servizi è stata convertita in area F6, finalizzata alla realizzazione di impianti sportivi. A tal proposito l’assessore all’urbanistica mi specifica:“Le decisioni che hanno richiesto maggior tempo erano già state prese, erano quelle più da studiare…” Mi stupisco nel percepire che quindi queste ultime venivano ritenute di minore valore…gli espongo la mia perplessità e corregge il tiro: “di meno valore no, ma il merito di queste osservazioni va tutto al consiglio comunale che, ad esempio, nel caso dell’accoglimento dell’osservazione di Capezzone (consigliere comune del PDL, N.d.R.), ha salvaguardato il paesaggio agrario.”

 Altro argomento molto dibattuto nell’ambito del PUC, soprattutto in campagna elettorale, riguarda l’housing sociale.

Questa nuova opportunità urbanistica deve la sua nascita al governo Berlusconi, che l’ha introdotta con la Legge Finanziaria 2008 e prevede case ad affitto calmierato (con un canone che non superi il 25-30% dello stipendio) per gli appartenenti alla fascia debole.

Gabriele Corona spiega la sua visione riguardo alla questione: “L’housing sociale fa parte di quelle norme inventate dal governo Berlusconi che nascono sulla base di un principio semplice: i Piani Regolatori sono complicati, le norme li frenano, i Comuni non riescono ad adottare i Piani, l’edilizia è bloccata, c’è bisogno di case. Allora dobbiamo inventarci una procedura semplificata per fare queste case. In Regione Campania questa occasione è stata colta al volo e addirittura con la scusa che bisognava delocalizzare tutte le popolazioni della zona del Vesuvio che se ne devono andare perché c’è pericolo di eruzione, si sono inventati la procedura semplificata. L’imprenditore fa una proposta alla Regione, che la manda al Comune e questi nel giro di poco tempo deve esprimere un parere per edificare anche in deroga agli strumenti urbanistici. Una volta approvato un Piano Urbanistico adesso non c’è più bisogno dell’housing sociale, perché le esigenze abitative dovrebbero essere già previste e calcolate all’interno del PUC. Quindi perché andare in deroga allo strumento urbanistico? Non ha senso. Il problema è che il Comune di Benevento aveva quattro proposte di housing sociale in Consiglio e tre presentate successivamente, per un totale di sette proposte. Contestualmente all’adozione di questo PUC, avrebbe dovuto quantomeno accogliere o rigettare le proposte in questione, altrimenti che senso ha. Non l’ha fatto. Ha discusso del PUC senza l’housing sociale. Quindi dal punto di vista amministrativo, sono ancora giacenti presso la segreteria generale del Comune di Benevento quattro proposte di housing sociale che devono essere ancora discusse.

 Secondo me il punto è questo: avendo approvato il PUC, prenderanno in esame le aree che sono edificabili e se ci sono proposte di housing sociale su quelle aree le approveranno sennò le rigetteranno. Quindi il PUC è diventato un modo indiretto per esprimere un parere sulle proposte di housing sociale.

Il risultato sarà: 160 alloggi dell’IACP, che sono entrati nell’housing sociale, 55 alloggi che il Comune vuole costruire nell’ex Scuola Sannio a via San Pasquale, 417 di Etruria costruzioni a Capodimonte., 129 di Barletta costruzioni sempre a Capodimonte, per un totale di 750…questi sono gli 800 alloggi di housing sociale. Però hanno fatto diventare edificabili i terreni che erano agricoli di Capodimonte, quelli dove è previsto l’investimento di Etruria costruzioni, l’unico soggetto privato insieme a Barletta che costruirà alloggi di housing sociale e che quindi ne avrà tutti i vantaggi: oneri semplificati, procedure semplificate… il consorzio Etruria, tra i promotori dell’ipotesi di piattaforma logistica…” Alla domanda sull’argomento l’assessore Aversano assicura che verranno vagliate le proposte rimaste in caldo e che il consiglio comunale deciderà in merito.

 Un’ultima domanda: nel 2010, l’amministrazione comunale aveva mandato segnali certi sull’aver inserito nel PUC la previsione di un ente fiera (suggerito dalla Rete Arcobaleno durante i laboratori di pianificazione partecipata del 2009) e di un polo del gusto che avrebbero ridotto l’area considerata per la piattaforma logistica. Dov’è finita questa proposta?

“C’è una zona che è stata destinata a fiere e mercati, io penso che Benevento debba dotarsi di un polo fieristico come un po’ tutte le città d’Italia e l’unica ubicazione dove poter far nascere questo polo fieristico è alle spalle della stazione centrale. Quindi è previsto questo progetto, verrà attuato.”

 In conclusione, il PUC è un insieme di classificazioni e di leggi di difficile interpretazione, ancora più ardua per i cittadini è l’informazione al riguardo, a causa di scarsa trasparenza dell’amministrazione. Nelle sedute di consiglio comunale spesso non sono stati letti emendamenti o modifiche, non consentendo al pubblico presente di venire a conoscenza degli atti e/o di divulgarli.

Così Corona si chiede: “quanti PUC ci sono? quale PUC è stato approvato?”

E sottolinea: “il PUC non sarà vigente fin quando non verrà affisso all’albo pretorio.”

 Chiediamo all’assessore come possano i cittadini avere accesso agli atti relativi al PUC: “c’è il settore urbanistica, la segreteria generale dove il cittadino può attingere notizie e informazioni sulla delibera.”

E poi gli strappiamo una promessa e mezza: “i tecnici del settore stanno dando un nuovo volto alla cartina presente sul sito del Comune, che è vecchia e risale al 2009 (nonché totalmente incomprensibile graficamente, N.d.R.) e presto la aggiorneranno. Magari a settembre possiamo anche pensare di organizzare un incontro per informare il cittadino sul PUC, ma è già stata fatta dalla precedente amministrazione questa cosa.”

L’assessore ci consentirà di dubitare su questa sua affermazione.

Dobbiamo, al contrario, ringraziare il cittadino e presidente di Altrabenevento Gabriele Corona, che ci ha fatto da consulente e da “traduttore” della materia urbanistica in questione.

 Non sappiamo se questo PUC rimarrà nella storia per meriti, ma di certo si è già distinto per carenza di partecipazione e trasparenza.

Aveva ragione lo scrittore Paul Valéry: “la politica è l’arte di impedire alla gente di impicciarsi di ciò che la riguarda”.

Comments (1)

  • enrico

    ma questi assessori questi consiglieri comunali perche’ non si sparano con una gassosa?! Vergognatevi una citta’ con un solo bagno pubblico. Ma a voi imteressa il PUC interessi euro sottobanco e i casalesi vi mandano al mare e in montagna. Avete vinto le elezioni ora dovete pagare i vostri sponsor quando andate al bar ,buffoni, prendetevi una gassosa.

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