Candidature a sindaco di Benevento: la sinistra deve avviare una discussione seria sui programmi piuttosto che tifare per le opposte fazioni del PD.
L’assessore Pietro Iadanza si propone come candidato del centrosinistra per le prossime elezioni del sindaco di Benevento, ufficializzando, in tal modo, lo scontro da tempo in atto nel Partito Democratico per ragioni che rimangono oscure.
Iadanza, infatti, non giustifica la sua decisione come atto di sfiducia al “suo” sindaco in carica, Fausto Pepe, e neppure fa riferimento ad opzioni e scelte programmatiche diverse da quelle finora condivise nella maggioranza a Palazzo Mosti. Quindi i motivi della sua ipotetica candidatura sono altri e riguardano il rapporto di scarsa fiducia che intercorre tra Fausto Pepe ed alcuni autorevoli dirigenti del PD, tra i quali Umberto Del Basso De Caro e Nino Del Vecchio.
Ai cittadini neppure nell’era della sbandierata trasparenza, è dato sapere quali sono veramente le ragioni dello scontro, ma recentemente i maggiorenti del Partito Democratico ne hanno ufficializzate due, a mio avviso condivisibili. Hanno chiesto al sindaco di sostituire per motivi di opportunità, il presidente dell’AMTS, Claudio Principe, responsabile politico dello scandalo del concorso per impiegati presso l’azienda dei trasporti, e l’assessore ai Lavori Pubblici, Aldo Damiano, destinatario di una richiesta di arresto della Procura della Repubblica, finora rigettata dal GIP e prossimamente in discussione al Tribunale del Riesame, per i rapporti con Maurizio Zamparini.
Sul concorso all’AMTS, Fausto Pepe è apparso contraddittorio ed incerto e finora, nonostante abbia invitato Claudio Principe a dimettersi, non ha assunto le decisioni che gli competono. Il primo cittadino ha invece difeso a spada tratta Damiano che considera assessore capace ed insostituibile.
Secondo i supporters di Fausto Pepe, i motivi dello scontro con gli ex socialisti del PD sono altri, ma non li spiegano. Si limitano a sostenere che se questo sindaco non è gradito alla vecchia nomenklatura craxiana, vuol, dire che è il paladino del rinnovamento che una parte del suo partito vorrebbe sacrificare per dare attuazione ad un accordo con Nicola Boccalone e i consiglieri di “territorio e libertà”. I beni informati assicurano che l’incontro tra Umberto Del Basso De Caro e Pasquale Vispoli c’è stato a casa dell’ing. Sergio Moleti, cugino della moglie del senatore finiano ed assistito in giudizio per le vicende CON.CA. dall’ex presidente dell’ordine degli avvocati. L’accordo prevederebbe una convergenza dei finiani al ballottaggio sul candidato sindaco del PD che però non può essere Fausto Pepe al quale Nicola Boccalone, Nazzareno Orlando i loro colleghi consiglieri di TEL hanno fatto opposizione per oltre quattro anni.
Ma se fosse vero questo accordo, neppure l’attuale assessore al Commercio potrebbe essere il candidato gradito a Viespoli. E allora qual è il senso della discesa in campo di Pietro Iadanza?
Per chi si appassiona a tali ragionamenti, le ipotesi sono due. La prima: Iadanza è un candidato “farlocco” nel senso che deve solo tirare la volata per qualche settimana ad Umberto Del Basso De Caro che aspirerebe a fare finalmente il sindaco di Benevento con la benedizione di Viespoli. La seconda: Iadanza serve solo a spaventare Fausto Pepe per indurlo a sottoscrivere oscuri ed inconfessabili accordi di potere con i maggiorenti del PD in cambio della candidatura a sindaco per il centrosinistra.
Si tratta comunque di ipotesi inquietanti che testimoniano il livello di degrado del dibattito politico che almeno la sinistra dovrebbe tentare di contrastare. In Puglia e a Milano, gli uomini di Sinistra e Libertà hanno vinto le primarie scuotendo il centrosinistra, a Benevento invece i dirigenti di quel partito si mostrano acritici sostenitori della maggioranza di palazzo Mosti, incapaci di intervenire su qualunque questione di interesse concreto per i cittadini. Quando si comincia a prendere atto che l’azione amministrativa di Fausto Pepe è stata deludente avviando una discussione seria sulle opzioni programmatiche e le scelte politiche per risollevare la città mortificata da clientelismo e malaffare?
Gabriele Corona