Zamparini risponde ad Altrabenevento: “Sono fatti vecchi. E’ solo un accanimento”
La stampa beneventana, confermando la tendenza a censurare le informazioni che imbarazzano i poteri locali, dopo aver quasi del tutto ignorato i comunicati di Altrabenevento sulla P3 e il Sannio, ha minimizzato anche le notizie sui provvedimenti giudiziari per la costruzione all’ipermercato di Zamparini.
Addirittura Il Mattino e TV7 non hanno neppure riportato la richiesta di dimissioni dell’assessore Damiano avanzata da Altrabenevento. Per fortuna esistono altri sistemi di informazione che consentono la libera circolazione delle notizie. “La Voce delle voci” (Voce della Campania) ha scritto due pagine sulla vicenda nel numero in questo momento in edicola, ed Il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo proprio oggi. Si registra inoltre il comunicato emesso dall’ufficio stampa del Palermo Calcio in risposta all’articolo di Gabriele Corona, presidente di Altrabenevento, pubblicato ieri su Gli Italiani. Si trascrivono di seguito l’articolo di Gabriele Corona e la risposta di Zamparini pubblicata da moltissimi blog in tutta Italia, con l’enorme diffusione della notizia nonostante i piccoli censori locali.
Si riporta il testo dell’articolo di Gabriele Corona su Gli Italiani del 7 ottobre 2010
Richiesta d’arresto per Zamparini a Benevento, il Gip si oppone.
“Lo scorso Luglio la Procura della Repubblica di Benevento ha chiesto l’arresto di Maurizio Zamparini a seguito di una indagine durata quattro anni ed avviata dopo di un esposto di Altrabenevento – associazione per la città sostenibile contro il malaffare, per la costruzione di un centro commerciale a ridosso della città.
Il Pm che ha svolto le indagini, Antonio Clemente, ha richiesto anche l’arresto dell’assessore del comune di Benevento, Aldo Damiano ed altri provvedimenti restrittivi a carico di funzionari comunali, tecnici e collaboratori di Zamparini ed ha inoltre iscritto al registro degli indagati i coniugi Mastella.
I reati ipotizzati sono: truffa contro la pubblica amministrazione, corruzione, falso ed abuso d’ufficio. I fatti incriminati riguardano la costruzione e l’apertura nell’ottobre 2006 del centro commerciale I Sanniti. Il patron del Palermo Calcio aveva infatti sottoscritto due accordi con il Comune di Benevento, impegnandosi a cedere all’ente un parco fluviale attrezzato, una strada a confine con il lotto commerciale e altre due opere pubbliche per un totale di circa 3 milioni di euro, in cambio delle autorizzazioni in deroga agli strumenti urbanistici.
Zamparini non ha mantenuto gli impegni presi con consistente vantaggio patrimoniale per se stesso e notevoli danni per la cittadinanza, il tutto grazie anche a strane inadempienze e ritardi degli uffici comunali competenti. Per questo la procura ha chiesto l’interdizione dai pubblici uffici e dalla professione per due mesi, dei due dirigenti del settore urbanistica che si sono succeduti dal 2005 al 2007, dei due tecnici progettisti, di un geometra dell’ufficio tecnico, del segretario generale del Comune e del dirigente del settore Legale, gli ultimi due ancora in carica.
Clemente ipotizza inoltre vari illeciti a carico dell’assessore Aldo Damiano, all’epoca dei fatti all’urbanistica e oggi al settore lavori pubblici, il quale avrebbe assunto un comportamento tale da indurre Zamparini a versare un contributo di 50.000 euro all’associazione Iside Nova di cui era presidente Elio Mastella, il figlio dell’ex- ministro della giustizia.
Dagli atti dell’inchiesta risultano, inoltre, altri due tentativi di corruzione operati da Erbert Rosenwirth, il braccio destro dell’imprenditore friulano, nei confronti dell’ingegnere Salvatore Zotti, all’epoca componente della commissione edilizia, e dell’assessore Cosimo Lepore. I due, però, hanno respinto ogni offerta di posti di lavoro e di denaro denunciando tutto alla magistratura.
La Procura ha richiesto, insieme agli arresti, anche il sequestro dell’area parco attualmente utilizzata come parcheggio del centro commerciale e le quote del Palermo Calcio di proprietà di Zamparini, ma il Giudice per le Indagini Preliminari di Benevento, Maria di Carlo, non ha accolto le richieste. Il pm Clemente però insiste ed ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame che si pronuncerà il prossimo 5 novembre.”
La risposta del Palermo Calcio:
“Con riferimento alla diffusione di notizie in ordine ad una inchiesta beneventana a carico del Presidente Maurizio Zamparini si precisa che le stesse riguardano una vicenda giudiziaria già nota a Zamparini stesso e alle cronache beneventane e risalente ad oltre 4 anni orsono. In relazione alle iniziative avanzate dal PM si fa presente che con riferimento alla richiesta di sequestro di beni in proprietà di Maurizio Zamparini, questa è stata rigettata dal GIP e l’appello proposto dallo stesso PM è stato rigettato, nei giorni scorsi, dal Tribunale di Benevento che ha ritenuto palesemente infondate le argomentazioni dell’accusa. Quanto alla richiesta di arresti domiciliari anche questa è stata rigettata dal GIP con articolato e motivato provvedimento. Ciò nonostante il PM ha ritenuto di proporre appello che, appunto, avrebbe dovuto essere trattato all’udienza di ieri rinviata dal Tribunale di Napoli per un difetto di notifica, oltretutto non riguardante Maurizio Zamparini i cui legali erano, anzi, presenti allo scopo di discutere l’appello. Allo stato, pertanto, le richieste del PM sono state rigettate addirittura, la prima, con provvedimento di appello. Consapevole della infondatezza delle ipotesi di reato, Maurizio Zamparini attende con serenità la pronuncia del Tribunale di Napoli.
Deve, però, aggiungersi, che la notizia diffusa da Altrabenevento dimentica di dire che lo stesso Maurizio Zamparini in relazione ai fatti oggetto dell’attuale vicenda giudiziaria, ha proposto denuncia lamentando di essere stato vittima di reati perpetrati a suo danno dagli amministratori dell’epoca ed ha chiesto all’Autorità Giudiziaria di compiere i dovuti accertamenti. La richiesta di provvedimenti per fatti che, se commessi, risalirebbero al 2006 è solo prova di un accanimento nella ricerca di reati mai commessi da Maurizio Zamparini il quale ha il solo grande torto, in questa vicenda, di aver investito oltre 45.000.000 di euro in un territorio che ha avversato l’iniziativa imprenditoriale sin dai primi atti autorizzativi”.
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