Il Sindaco di San Giorgio al Consiglio Comunale: "non mi pento, rifarei tutto"
(Il Sannio Quotidiano del 01-10-2009)
Intercettazione, il sindaco: «Non mi pento di nulla»
Ma la maggioranza fa quadrato: «Motivi inesistenti»…
“Non mi pento di nulla perchè non ho fatto nulla di cui pentirmi”. Giorgio Nardone sceglie la linea della fierezza per rispondere in Consiglio comunale alle contestazioni mosse dal centrodestra in merito alla intercettazione telefonica dell’1 giugno scorso tra lo stesso primo cittadino e l’imprenditore Antonio Barletta. Telefonata divenuta ormai celebre dopo la divulgazione effettuata dall’associazione ‘Altrabenevento’ e ripresa da alcuni organi di informazione.
“Rifarei tutto – ha dichiarato Nardone – Chi ha diffuso il testo della telefonata ha omesso di rendere pubblico il contesto nel quale la comunicazione si è svolta. Non è stato detto ad esempio che l’imprenditore, solo pochi giorni prima colpito da un mega incendio che aveva devastato il deposito di Via Cesine, letteralmente piangeva al telefono. Per questo ho avvertito la opportunità di mostrarmi solidale verso una persona così duramente colpita. Si è voluto ingigantire una vicenda che non ha alcun significato particolare. Barletta è rimasto aperto anche altre volte in precedenza di domenica, ed è stato sempre puntualmente sanzionato come posso dimostrare documentalmente. E così è stato anche nel caso specifico del 2 giugno, quando carabinieri e vigili urbani si recarono all’Iper ed elevarono regolare contestazione. Peraltro – ha aggiunto Nardone – Barletta subisce la concorrenza impari dei centri commerciali della vicina Benevento che possono restare aperti la domenica”.
Parole che non hanno modificato il convincimento dell’opposizione: “Il sindaco ha una sola possibilità, le dimissioni”, hanno commentato i consiglieri di centrodestra. “E’ gravissimo – ha rilevato Mirra – che il sindaco si sia sentito in dovere di dare la propria solidarietà all’imprenditore colpito dall’incendio, tanto da permettergli addirittura di derogare a una ordinanza da lui stesso emanata, e non abbia ritenuto di spendere una sola parola per i cittadini residenti a pochi metri dal capannone, fortemente danneggiati dal rogo”. Le dimissioni di Nardone sono state richieste con decisione anche da Tinessa, Di Biase e Carpenella prima di abbandonare anzitempo l’aula. Quest’ultimo ha stigmatizzato inoltre il perdurare della prassi per la quale le sedute di Consiglio vengono convocate solo di mattina. “Vorrà dire – ha annunciato Carpenella – che d’ora in poi ci riuniremo in piazza per consentire ai cittadini di partecipare”. Il primo appuntamento è previsto per domenica. Il presidente del Consiglio comunale, Giancarlo Bruno, ha replicato assicurando che la prossima seduta della civica assise sarà pomeridiana.
Nardone ha incassato il sostegno compatto della sua maggioranza. “Chi svolge attività politica – ha rimarcato il vicesindaco Claudio Ricci in un intervento molto colorito – è costantemente oggetto di telefonate con le richieste più disparate. Se non rispondessimo saremmo additati di presunzione e supponenza. Nel caso contrario veniamo accusati di favoritismi. Il sindaco Nardone comunque può essere tranquillo: non ha commesso reati, altrimenti chi di dovere avrebbe aperto un fascicolo”. A ribadire la fiducia della maggioranza verso il primo cittadino è stato il capogruppo, Felice Barricella: “Siamo certi che nel colloquio del sindaco con l’imprenditore non vi siano elementi né giudiziari, né politici tali da giustificare ipotetiche dimissioni”.
Il Consiglio ha approvato con i voti della maggioranza il riequilibrio di Bilancio.