L'Aquila: ora la Procura della Repubblica si accorge che 22 mila edifici sono irregolari e che anche la Prefettura era stata dichiarata pericolante alcuni anni fa.
Corriere della Sera del 12 aprile 2009
IL TERREMOTO IN ABRUZZO
Fiorenza Sarzanini
L’inchiesta: 22 mila edifici irregolari
Il procuratore e i crolli: «Nessun indagato, per i responsabili subito l’arresto»
L’AQUILA – C’erano anomalie gravi nella struttura della Casa dello Studente e dell’ospedale San Salvatore. Le verifiche effettuate ieri dai periti nominati dai magistrati fanno scoprire che le colonne portanti erano fabbricate con una quantità di ferro inferiore alla normativa. E dunque non hanno retto alla scossa che la notte di domenica scorsa ha devastato l’Abruzzo. I sospetti dei primi giorni trovano dunque un’inquietante e clamorosa conferma. Anche perché analoghe carenze riguardano moltissimi altri edifici. La polizia sta verificando una segnalazione del Genio Civile sulla prefettura che risale ad alcuni anni fa: gli esperti avrebbero dichiarato l’edificio pericolante, ma nonostante questo non sarebbe stato pianificato alcun intervento per metterlo in sicurezza.
I sopralluoghi per stabilire se l’effetto del sisma sia stato aggravato dalla fragilità dei palazzi, sono stati avviati. E avvalorano l’ipotesi che, se le regole antisismiche fossero state rispettate, il bilancio dei crolli – ma soprattutto quello delle vittime – avrebbe potuto essere inferiore. L’indagine coordinata dal procuratore Alfredo Rossini e dal pm Antonio Picuti si concentra sui progetti e sui materiali utilizzati per individuare le responsabilità dei costruttori, ma anche quelle degli amministratori pubblici che hanno concesso licenze e affidato gli appalti. Saranno due ingegneri dell’Università dell’Aquila a dover consegnare una relazione che «stabilisca le cause dei crolli avvenuti in città e nei comuni del circondario e accerti se sono collegate a violazioni della normativa», proprio per trovare i colpevoli perché, come sottolinea Rossini, «se ci saranno illegalità chi le ha commesse non sarà indagato ma subito arrestato». Lavoreranno insieme alla squadra di poliziotti e carabinieri che, oltre ad effettuare le ispezioni, sta acquisendo i documenti relativi a tutti gli stabili. La lista delle priorità è stata stabilita: si comincia dagli edifici pubblici dove ci sono stati morti e feriti, si prosegue con quelli dove il crollo non ha causato alcun problema alle persone. Poi si passa – nello stesso ordine – agli stabili privati. Questura, Comando dei carabinieri, Procura della Repubblica, Comune: è lungo l’elenco degli edifici dichiarati inagibili che comprende anche le scuole, il catasto, numerosi comandi delle forze dell’ordine, il teatro, le sedi delle soprintendenze e l’archivio di Stato.
Tra gli atti acquisiti dai magistrati c’è la «scheda di valutazione del danno» della Protezione Civile che attraverso un sofisticato sistema informatico consente di stabilire le conseguenze di un terremoto. Secondo questa relazione il sisma aveva un’intensità tale da far crollare o rendere inagibili 38.000 edifici. Se la cifra reale si rivelerà più alta, come del resto dicono le prime stime effettuate che parlano di almeno 60.000, vuol dire che i palazzi avevano gravi carenze strutturali. Ed è proprio questo il dato inquietante che emerge dai primi controlli. Tanto da far ipotizzare che pure la documentazione depositata presso gli uffici pubblici e relativa alla costruzione e alla ristrutturazione degli stabili – in particolare quelli occupati da organismi statali – possa essere stata alterata. Secondo la normativa, la gabbia di ferro che costituisce l’ossatura delle colonne di cemento armato deve essere composta da almeno sedici tubi. Durante la costruzione della Casa dello studente e dell’ospedale questo criterio non sarebbe stato rispettato. Nel palazzo di via XX settembre c’erano 40 persone. Sono morti otto ragazzi oltre a un signora che si trovava di fronte ed è stata travolta dalle macerie.
Quando la scossa ha devastato la città e decine di paesini della provincia, nel nosocomio si sono stati diversi crolli tanto da rendere necessaria l’evacuazione. Nonostante questo provvedimento i medici hanno continuato ad operare e a soccorrere i primi feriti con un rischio altissimo. E soprattutto non riuscendo a credere che la struttura, costruita prima che l’Abruzzo fosse dichiarata area a rischio sismico, ma poi sottoposta a numerosi interventi di ammodernamento, non avesse retto. Gli accertamenti che vengono svolti in questi giorni riguardano anche la composizione dei materiali utilizzati per ottenere il calcestruzzo, con l’esame chimico che sarà affidato alla polizia scientifica per stabilire se sia stato ottenuto mescolando la giusta dose di sabbia, ghiaia, pietrisco, acqua e cemento. Se uno di questi elementi prevale in maniera anomala sugli altri, la sostanza finale non regge infatti a sollecitazioni forti come può essere un terremoto di magnitudo 5.8.
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