Inchiesta case di via Galanti:il sindaco attacca la Magistratura
Per la mancata realizzazione degli alloggi in via Galanti e delle opere di Urbanizzazione, la Procura della Repubblica mette sotto inchiesta il Direttore Generale del Comune di Benevento, avvocato Nicola Boccalone per Associazione a delinquere, truffa aggravata e falso, ma il Sindaco accusa la Magistratura di “attacco politico”.
Rifondazione Comunista ricorda le tante strane vicende del Settore Urbanistica e chiede le dimissioni del Dirigente Cassano e di Boccalone.
I due si autosospendono ma nei prossimi giorni saranno, ovviamente, confermati nei loro incarichi con “piena fiducia” del Sindaco.
Partito della Rifondazione Comunista
Comune di Benevento. Revocare immediatamente l’incarico al Direttore Generale Nicola Boccalone e al Dirigente all’Urbanistica Francesco Cassano, già rinviati a giudizio per abusi d’ufficio e ora indagati per associazione a delinquere, falso e truffa aggravata.
La DIGOS di Benevento, per ordine della Procura della Repubblica, ha sequestrato gli atti relativi al cosiddetto Piano di Recupero di Via Galanti, al Rione Libertà.
L’indagine in corso riguarda la mancata costruzione degli alloggi di edilizia agevolata, la pretesa di maggiori costi non dovuti a carico degli assegnatari delle case, le opere di urbanizzazione (giardini, parchi gioco, pubblica illuminazione, parcheggi, strade e piazze) non realizzate, nonostante le ripetute promesse elettorali fatte agli abitanti del quartiere.
Si tratta di fatti molto gravi che hanno convinto il Sostituto Procuratore Francesco De Falco, a contestare i reati di associazione per delinquere, falso e truffa aggravata anche al Direttore Generale del Comune di Benevento, Nicola Boccalone e al Dirigente del Settore Urbanistica, Francesco Cassano, entrambi già rinviati a giudizio per gli abusi edilizi in Piazza Duomo.
Il Sindaco di Benevento, Sandro Nicola D’Alessandro, non può continuare a fare il finto ingenuo e a proclamarsi paladino del “buongoverno”, soprattutto perché il settore Urbanistica è da anni agli “onori” della cronaca per le improvvise dimissioni di due dirigenti, la rimozione di un Assessore di Alleanza Nazionale, l’incendio dell’Ufficio, la strana scomparsa di diversi fascicoli e, ultimamente, il trasferimento di Gabriele Corona, Sindacalista e Coordinatore di “AltraBenevento”, il gruppo che ha denunciato il malaffare in città.
Il Direttore Generale, Nicola Boccalone e il Dirigente, Francesco Cassano, devono essere rimossi immediatamente dall’incarico e la legalità deve essere ripristinata al settore Urbanistica.
Benevento, lì 28.02.2006
Gianluca Serafini
Segretario Provinciale PRC Benevento
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IL SANNIO QUOTIDIANO 01-03-2006
Dopo i sette avvisi di garanzia per gli alloggi di via Galanti, interviene il primo cittadino Sandro D’Alessandro: giustizia a orologeria
Il sindaco:difendo i miei uomini
«Attacco politico all’Amministrazione». Rifondazione: via Boccalone e Cassano
Ha fatto rumore, e non poteva essere diversamente, l’inchiesta del sostituto procuratore Francesco De Falco sugli alloggi di via Galanti, inseriti nel Piano di recupero del rione Libertà.
Un’indagine rimbalzata all’onore delle cronache con il sequestro della documentazione, operato dalla Digos sia negli uffici negli uffici del Settore edilizia pubblica abitativa della Regione, al Centro Direzionale di Napoli, che in quelli dell’Urbanistica del Comune di Benevento, e con i sette avvisi di garanzia firmati con le ipotesi di reato di associazione per delinquere, falso in scrittura privata, truffa e tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Destinatari del provvedimento, Maurizio Triola e la moglie, Maria Rosaria Di Biase, di Napoli, amministratori, rispettivamente, della ‘Conca scarl’ e della ‘Orec scarl’, le due imprese impegnate nella costruzione degli alloggi; Giovanna Iannelli, all’epoca dei fatti responsabile del procedimento per l’attuazione del Piano di recupero di via Galanti; Francesco Cassano, dirigente del Settore Urbanistica del Comune; Nicola Boccalone, direttore generale del Comune; Sergio Moleti, direttore dei lavori per la realizzazione degli appartamenti da parte della ‘Conca’ e Filippo Serino, all’epoca funzionario del Settore Urbanistica, nonché coordinatore Uoc del Comune.
Intanto, mentre la difesa sta valutando la possibilità di ricorrere al Riesame contro il decreto di sequestro e di chiedere di visionare i documenti ’sigillati’, fioccano le reazioni.
Sull’intera vicenda, in particolare sugli aspetti tecnici che caratterizzano il futuro degli alloggi di via Galanti – i tempi di realizzazione, i costi finali, l’ipotesi di attivare la prevista clausola per rivalersi nei confronti della ditta – abbiamo chiesto una previsione all’assessore Petrucciano che ha preferito non rispondere: “Alla luce dei recenti fatti, preferisco non commentare”.
Su un registro opposto le reazioni del sindaco D’Alessandro, il quale se premette che “sugli aspetti tecnici dovrebbe rispondere più Petrucciano”, parte poi spedito in un’offensiva finalizzata alla difesa dei suoi collaboratori: “Posso dire che questa vicenda sta a testimoniare che si usa una magistratura a orologeria, perché alla vigilia di una campagna elettorale importante si tende a paralizzare l’attività amministrativa dell’ente Comune che aveva dimostrato la capacità di agire e portare risultati”. “In questo caso – prosegue il primo cittadino – si attacca un’amministrazione e dei funzionari che hanno operato nel garantire l’abitazione e quindi il diritto alla casa ai cittadini prenotatari. Cittadini che hanno avuto la casa, dopo aver prenotato gli alloggi ed averli pagati in maniera concorrenziale rispetto al prezzo medio cittadino, in un nobilissimo rione dove l’Iacp da anni ha perso la vocazione per cui era nato. Ho avuto modo in questi giorni di visitare alcune case del rione Libertà ed ho constatato lo stato di fatiscenza con cui l’Iacp mantiene questi alloggi: non fa più manutenzione. Invece, il Piano di recupero urbano prevedeva, e prevede, la nascita di alloggi e la bonifica della zona più brutta della città di Benevento”.
Poi, a rimarcare il senso delle sue affermazioni D’Alessandro sottolinea: “Per questo dico che si tratta di un attacco politico all’amministrazione che mi onoro di rappresentare. Io difendo i miei uomini, sono uomini che lavorano e producono. Posso dire che siamo caratterizzati dalla serenità dell’operare, questo lo voglio ribadire. La magistratura deve fare il suo corso, però io faccio notare ai miei concittadini che siamo sulla stessa scia di piazza Duomo. Per quella vicenda ho avuto anche io il mio buon avviso di garanzia, e in questi giorni si sta svolgendo il processo. Eppure, io stesso all’epoca ho operato con la consapevolezza di fare una cosa nobile per la città di Benevento”.
Nonostante la previsione, “è indubbio che gli effetti si faranno sentire per qualche mese”, il primo cittadino poi conclude con un auspicio: “Mi auguro che questa vicenda si possa finire nel minor tempo e nel miglior modo possibile. Anche perché il piano di recupero si deve portare a termine. Queste cose le dirò con orgoglio in campagna elettorale alla mia gente. Sono tranquillo che tutto si concluderà per il meglio”.
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IL MATTINO 1/03/2006
Dopo i sette avvisi di garanzia per irregolarità nell’insediamento abitativo alla via Galanti
«Dissequestrate i documenti»
Istanza del legale degli indagati. Rifondazione: revocate gli incarichi a Boccalone e Cassano
Dopo i sette avvisi di garanzia per l’insediamento abitativo in città a via Galanti della società Con.Ca. scattano le prime richieste dei difensori di alcuni imputati. Nelle prossime ore Roberto Prozzo difensore di due degli imputati, gli ex tecnici del Comune Filippo Serino e Giovanna Iannelli, ora in servizio rispettivamente a Caserta e Campobasso, chiederà al Tribunale del riesame di Napoli il dissequestro dei documenti sequestrati dalla Digos, presso gli uffici della Regione a Napoli e presso l’ufficio urbanistica del Comune di Benevento. Documenti peraltro che sono rimasti giacenti dopo il sequestro presso i due uffici. Gli avvisi di garanzia oltre che a Serino e Iannelli erano stati notificati lunedì mattina da agenti della Digos al direttore generale del Comune Nicola Boccalone, a Francesco Cassano dirigente del settore urbanistica del Comune, a Sergio Moleti, un ingegnere che ha operato per conto dell’impresa Con.Ca. al titolari della Con.Ca., l’architetto Maurizio Triola, e alla moglie Maria Rosaria De Biase, titolare della Orec. Le imprese Con. Ca. e Orec sono le ditte che si sono aggiudicate gli appalti.
Negli avvisi di garanzia emessi dal sostituto procuratore Francesco De Falco s’ipotizza l’associazione a delinquere, la truffa aggravata e la falsità, il tutto per conseguire erogazioni pubbliche, in assenza dei requisiti.
Un altro difensore Mario Chiusolo, che assiste Maurizio Triola della Con. Ca., si appresta a chiedere che l’imprenditore venga ascoltato dal sostituto procuratore De Falco che ha condotto le indagini per chiarire le sua posizione. In particolare Triola, fino a mercoledì scorso, aveva avuto riunioni al Comune per cercare di chiarire i vari aspetti controversi di questo insediamento abitativo al rione Libertà.
Frattanto la vicenda provoca le prime reazioni politiche. Rifondazione comunista, con una nota del segretario provinciale Gianluca Serafini, si rivolge al sindaco Sandro D’Alessandro, ricordando che «il settore Urbanistica è da anni agli onori della cronaca per le improvvise dimissioni di due dirigenti, la rimozione di un assessore di Alleanza Nazionale, l’incendio dell’Ufficio, la strana scomparsa di diversi fascicoli e, ultimamente, il trasferimento di Corona, sindacalista e Coordinatore di “AltraBenevento”».
Rifondazione chiede che il direttore generale, Nicola Boccalone e il dirigente, Francesco Cassano, siano rimossi immediatamente dall’incarico. e.m.