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La politica a favore degli Ipermercati ha distrutto il commercio cittadino

mandi-iperccopDal sito www.82cento.it

Sembra di vivere in un periodo bellico in cui le armi sono silenziose ma distruttivamente devastanti mentre la miseria incombe

In questi giorni a Benevento non c’è luogo cittadino, casa, chiesa o bar che sia, in cui non si parli del problema dell’occupazione giovanile e della diatriba che associa il Comune di Benevento ad uno dei grandi colossi commerciali cittadini.

Si ritorna a parlare di raccomandazioni, di interessi personali di cattiva politica e anche di politica clientelare. Ma in realtà di cosa si continua a parlare?
Due colossi commerciali con il tempo hanno dimostrato di non avere solo i piedi di argilla ma anche gran parte della loro struttura corporea molto detereorabile.
Sino ad ora è stato come assistere ad uno scontro tra giganti dove tutti i colpi inferti andavano puntualmente a vuoto ma colpivano in modo mortale le piccole attività cittadine che non avevano nessuna colpa se non quella di voler vivere. Il tutto politicamente giustificato con impliciti richiami alla legge del mercato economico.
Colpo dopo colpo ecco che chiudono le piccole salumerie di quartiere, restano mutilate le attività a conduzione familiare anche del settore merceologico comune, come appunto mercerie, profumerie, articoli per la casa, addirittura l’epidemia si espande dalle alle pizzerie al settore dell’abbigliamento sino pian piano a raggiungere la massima espressione del mercato alimentare quale la ristorazione ed anche il settore automobilistico viene indebolito.
Sono state colpite le arterie più sane della nostra economia cittadina, viene meno quel flusso di danaro che scorreva da registratore di cassa a registratore di cassa. Gli stessi commercianti, un tempo linfa vitale, vedono le loro tasche prima colpite da una inarrestabile emorragia e dopo da una mancata trasfusione di nuova linfa.
Si avvertono i primi sintomi di un corpo centrale ormai dagli arti doloranti e feriti, vengono effettuate le prime amputazioni, perdita di posti di lavoro, giovani commessi che si ritrovano disoccupati, madri di famiglia alle prese con i conti della spesa, in giro c’è puzza di carogna e lo Stato locale tenta inutili e blande deodorazioni estemporanee.
Intanto i due giganti aggiustano il loro tiro e da un po’ di tempo iniziano a colpirsi con maggior precisione. Anche loro restano feriti, i colpi che continuano ad inferirsi provocano ulteriori infezioni. Minacciano e ricorrono ad amputazioni occopazionale, ma allo stato attuale sembra solo un prolungamento di agonia che ancora di più coinvolge la precaria stabilità dei nuclei familiari locali.
Eppure era prevedibile, in fondo cosa avevano proposto se non contratti a termine come per avere in mano un manico di un coltello con il quale alla fine hanno ferito anche se stessi.
Un miraggio, solo un astuto miraggio politico dove il Poseidone di turno con i suoi serpenti marini zittiva ogni Laocoonte o minaccioso distorceva ogni messaggio profetico della Cassandra.
Ed oggi sotto i nostri occhi il risultato: la preoccupante aspettativa a cui ci hanno condotto questi novelli “figli di Troia”
Di chi è la responsabilità se non dei politici locali (alcuni di destra altri di sinistra) e dei traffichini che in un primo tempo hanno indossato le vesti degli oppositori per poi occupare un posto di prima fila in quello che sembrava essere un lauto banchetto inesauribile.
Muore piazza mercato, l’infezione si espande per tutte le zone limitrofe, da via Gaetano Rummo a via delle Poste, a piazza Orsini sino ad entrare nel circolo arterioso della zona del Corso Garibaldi, dove una storica salumeria chiude i battenti, piccole attività nascono e muoiono, l’anemia economica fa registrare sempre più numerosi casi di preoccupante epidemia.
In questa nebbia un assessore al Commercio che in cuor suo forse spera ancora nel miracolo, ai commercianti brnrvrntani che speranzosi si recavano da lui a sottoporre i risultati delle analisi, prescrisse (metaforicamente parlando) palliativi e blande medicine in attesa che arrivi l’antidoto miracoloso, il vaccino sorprendente che possa curare tutti. Ed intanto arrivano i primi segni di licenziamento anche dai colossi commerciali.
Ed ora stiamo assistendo alla morsa finale, quella morsa finale che come i tempi attuali sembrano indicare, di certo sarà osservata e seguita dalla Magistratura, che alla fine disporrà per una totale e drastica (ma necessaria) correzione. Dichiarazioni, indizi, piccole testimonianze già da tempo vengono raccolte anche per strada. Pettegolezzi, indiscrezioni, brusii di strada già auspicano di fascicoli aperti, di spontanee audizioni e di imminenti provvedimenti.
Gli stessi che hanno pregato per una raccomandazione oggi puntano il dito e si dicono pronti a ficcarlo nel …. l’occhio di chi a parer loro li ha delusi, raggirati, in qualche modo danneggiati inculcando falsi speranze. Firme mancanti, accordi disattesi, interessi personali, formano il copione di questa drammatica telenovela.
Moriranno i Sansone ma quel che è peggio è che rischiano di morire anche i Filistei quando prima sarebbe solo bastato tener lontano Golia.
E non sarà grande soddisfazione quando tutta la verità verrà a galla, quando sulla passerella della Giustizia sfileranno tutti gli interpreti di questa carneficina. C’è chi ci spera, chi lo crede imminente, ma anche se auspicabile (finalmente) non sarà il miracolo della sopravvivenza ma solo l’autopsia delle cause di una morte.
Eppure tutti i segnali erano ben visibili. Che la nostra fosse una realtà locale economicamente ristretta lo si era capito già con l’apertura e chiusura del McDonald e successivamente del Bingo ed ancora sotto i nostri occhi le difficoltà che affrontano le due multisala cinematografiche.
Metropolitan Apache

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