Emergenza casa, emergenza reddito e speculazioni del “partito del mattone”
Comunicato stampa del 22 ottobre 2013
Che cos’è la “emergenza casa” a Benevento di cui si parla troppo genericamente da qualche mese e che oggi impegnerà il Consiglio Comunale?
In città ci sono almeno 800 alloggi già costruiti e vuoti o in via di completamento, che da soli potrebbero assorbire la domanda di case. Poi ci sono 2.500 appartamenti (6.550 vani) previsti dal PUC, il Piano Casa che aggiunge altre residenze non conteggiate nel Piano Urbanistico, l’Housing Sociale di Capodimonte in parziale deroga allo strumento urbanistico ed infine il progetto sciagurato di quasi 400 appartamenti a Santa Clementina in una zona inedificabile di interesse ambientale ed archeologico.
Quindi non c’è “la emergenza casa”, c’è un emergenza reddito da parte di molte famiglie impoverite ancor di più dalla crisi in corso che non possono permettersi di acquistare o fittare gli appartamenti sfitti da tempo.
Intorno alla cosiddetta “emergenza casa” ci sono molte strumentalizzazioni: da parte di chi cerca di sfruttare per motivi politici il dramma delle famiglie senza alloggio, ma anche da parte dell’Amministrazione Comunale che tenta di utilizzare la lotta delle famiglie senza tetto per giustificare i progetti di Housing Sociale. E’ bene precisare, a tal proposito, che gli alloggi previsti da Giustino a Santa Clementina oppure Barretta e IACP a Capodimonte, saranno in gran parte venduti a prezzo di mercato e quindi si vanno ad aggiungere a quelli attualmente vuoti perché certamente le famiglie in disagio non possono acquistarli. Una parte di quegli appartamenti dovrà essere venduta a prezzo convenzionato, stabilito per norma regionale a 1.800 euro a metro quadro. Quindi un appartamento di 80 metri quadrati costerà più di 140.000 mila euro ed anche questo non sarà nelle possibilità delle famiglie che oggi chiedono interventi pubblici concreti per trovare un alloggio a costo accessibile. Un prezzo “convenzionato” così alto determina naturalmente un prezzo di mercato ancora più alto e su tale meccanismo dovrebbero riflettere tutti quelli che in questi anni, in modo un pò ingenuo, hanno insistito affinchè a Benevento si costruisse oltre le necessità pensando che la maggiore offerta di case avrebbe fatto ridurre i prezzi di vendita. Così non è stato anche per meccanismi particolari che riguardano il riciclaggio del denaro sporco e gli strani giri di proprietà attraverso società finanziarie. Una piccola parte degli alloggi di Housing Sociale dovrebbe essere data in locazione ad un canone concordato di circa 350 euro mensili. Ma anche questo è un prezzo insostenibile per le famiglie disagiate come ad esempio le 176 inserite nella graduatoria IACP. Una altra piccola parte degli appartamenti di Housing dovrebbe essere ceduta dal costruttore al Comune ma non si capisce a quale scopo. L’Ente locale infatti da diversi anni sostiene di non poter continuare a gestire gli appartamenti concessi in fitto a canone sopportabile perché il costo di manutenzione, ben superiore agli incassi, ricade sui bilanci comunali. Ora cosa pensa di fare l’Amministrazione, continuare a svolgere il ruolo che invece compete allo IACP?
Sempre in questo periodo, a proposito di edilizia emerge anche un altro dato: il Comune ha accumulato 20 milioni di Euro (e non è finita) per espropri delegati, cioè per i terreni concessi allo IACP e alle Cooperative per l’edilizia popolare o agevolata. E questo è il “dramma casa” dovuto ad errori e procedure amministrative condotte in trent’anni da diverse amministrazioni che hanno arricchito i proprietari e i loro avvocati e che manderanno in dissesto il Comune con risultati drammatici per l’intera collettività. Allora il Consiglio Comunale non dovrebbe limitarsi a discutere su sollecitazione di famiglie senza casa, dovrebbe accertare, una volta e per tutte, le responsabilità per i danni che il “partito del mattone” ha prodotto a Benevento (urbanizzazioni non realizzate o non consegnate, oneri non pagati, qualche costruttore che si è arricchito vincendo stranissimi arbitrati per quasi dieci milioni di euro, 620 famiglie chiamate dallo IACP a versare costi esorbitanti non giustificati) e recuperare opere e risorse economiche dagli speculatori. Bisognerà, una volta per tutte, rivedere le graduatorie IACP, assegnare gli alloggi a chi ne ha bisogno realmente, capire come sono stati utilizzati in questi anni i fondi dello per la costruzione e la manutenzione di alloggi popolari.
Per Altrabenevento Sandra Sandrucci e Vincenzo Fioretti