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Caccia alle impronte digitali sulle lettere quasi anonime recapitate anche al presidente di Altrabenevento

Da Il Sannio quotidiano del 6 giugno 2013

 Lettere anonime, un perito cercherà le impronte di Mosè Principe
Ieri udienza dinanzi al gip per l’inchiesta aperta sulle missive di stampo estorsivo recapitate a Pepe, Del Basso De Caro, Abbate e Corona
Tutte sono firmate dall’ex assessore della prima giunta Pepe che è l’unico indagato: al momento però si trova a Santo Domingo

E’ una vicenda di giudiziaria ma sa tanto di romanzo giallo condito con qualche piccolo episodio grottesco; la storia è quella del famoso valzer di lettere anonime dentro e fuori Palazzo Mosti. Il contenuto: messaggi estorsivi. I destinatari: per lo più imprenditori, politici locali, amministratori, fatta eccezione per il presidente di Altrabenevento, Gabriele Corona. Una storia che è approdata sulle pagine de Il Sannio Quotidiano la scorsa estate quando proprio Corona denunciò pubblicamente di aver ricevuto la lettera. Un episodio che ha dato il là. Altre persone si sono riconosciute come destinatari di un messaggio dello stesso stampo e hanno consegnato, come già aveva fatto il presidente di Altrabenevento, la missiva incriminata alla polizia. Di lì l’indagine che si è concentrata solo su sei delle tantissime lettere inviate dall’estate dello scorso anno fino ad alcuni mesi fa, una delle quali consegnata da Corona nelle mani della polizia senza essere aperta. Nel fascicolo, di cui si occupa il magistrato Antonio Clemente, c’è una persona iscritta in qualità di indagato, è l’ex assessore ed ex presidente dell’Amts Claudio Mosè Principe, accusato di essere ‘l’autore’ delle lettere e quindi il colpevole della tentata estorsione ai danni del sindaco Fausto Pepe, dell’assessore Gino Abbate e del deputato Pd Umberto Del Basso De Caro. E ovviamente autore anche della lettera inviata a Corona di cui non si conosce il contenuto ma che sarà utilizzata per rilevare eventuali impronte.

In merito, ieri, dinanzi al gip Flavio Cusani, si è svolta un’udienza nel corso della quale si sono costituiti il primo cittadino Fausto Pepe e Gabriele Corona con i rispettivi avvocati Rando e Gagliotti. Non c’era Claudio Mosè Principe che si trova a Santo Domingo. Per lui c’era però il legale di fiducia, l’avvocato Italo Palumbo. Nel corso dell’udienza si è dato incarico ad un agente della polizia scientifica di Roma di cercare eventuali tracce sulla lettera consegnata intonsa in Questura. A tal proposito dovranno essere rilevate anche le impronte dell’indagato che però al momento è a Santo Domingo. Se non dovesse tornare entro un mese si procederà allora a rilevarle direttamente lì ai caraibi per poi confrontarle con quelle che saranno eventualmente rinvenute sulla lettera.

Va ricordato che le missive fanno parte di un giro di spedizioni che si è interrotto solo per qualche mese e che poi era ripreso coinvolgendo tantissime persone e incatenando mittenti e destinatari. Questi ultimi venivano utilizzati come mittenti sulle buste da recapitate agli altri. Un intreccio dal quale sono state tirate fuori le sei missive finite sul tavolo di Clemente e che sono tutte firmate da Claudio Mosè Principe che per questo e per altri elementi ancora non noti è stato iscritto nel registro degli indagati.

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Da Ottopagine del 06-06-2013

Comune, indagato ex assessore . Lettere anonime contro Pepe e Del Basso De Caro, ipotesi di calunnia per Claudio Mosè Principe

Benevento – Lui, l’indagato, è attualmente a Santo Domingo. In vacanza. L’ha spiegato il difensore – l’avvocato Italo Palumbo –, assicurando che, se entro un mese non farà ritorno a Benevento, il suo assistito -l’ex assessore comunale Claudio Mosè Principe – si recherà presso l’ambasciata italiana a Santo Domingo per consentire che gli vengano prese le impronte digitali e palmari, che potrebbero poi essere trasmesse. Quelle impronte sono infatti assolutamente indispensabili al perito Luigi Bisogno, ex della Scientifica di Napoli, al quale il gip Flavio Cusani ha affidato l’incarico di verificare se siano o meno tra quelle che rileverà su alcune lettere anonime, di forte stampo denigratorio, spedite al sindaco Fausto Pepe, all’avvocato Umberto Del Basso De Caro, al dottore Gino Abbate e a Gabriele Corona, di Altrabenevento. Missive spedite a mezzo posta tra giugno e novembre del 2012, nelle quali erano presenti contenuti offensivi nei confronti dei destinatari, e non solo, e richieste di denaro (2-300mila euro) che Pepe e Del Basso De Caro avrebbero dovuto sborsare, secondo il ‘corvo’, per evitare chissà quali fantomatiche rivelazioni sul loro conto. Una situazione finita al centro di un’indagine diretta dal sostituto procuratore Antonio Clemente e condotta dalla Digos, nella quale è stato chiamato in causa Claudio Mosè Principe, ritenuto il presunto autore delle lettere. A suo carico un’ipotesi di reato di calunnia, respinta dall’interessato. Al punto che il suo legale, sicuro di poterne dimostrare la completà estraneità alla vicenda, ha chiesto l’incidente probatorio (è la fase che consente la formazione della prova prima del dibattimento ndr) che si è tenuto ieri mattina dinanzi al giudice Cusani. Un’udienza alla quale hanno preso parte anche gli avvocati Sergio Rando, per Pepe, e Nunzio Gagliotti, per Corona, nel corso della quale il gip ha disposto che i rilievi del perito riguardino sia le lettere che sono state aperte, e dunque toccate da più persone, sia altre due (una indirizzata a Corona, l’altra a Pepe) che non avevano subito la stessa sorte. Due lettere che lo specialista non ha però potuto acquisire perchè allo stato non sono state reperite. Già fissato l’inizio delle operazioni, alle quali potrebbe partecipare un consulente indicato da Principe. Da Santo Domingo o da Benevento?

NOTIZIE COLLEGATE:

Lettere anonime per diffamare il magistrato Antonio Clemente e intimidire Altrabenevento.

Lettere non tanto anonime per estorcere soldi a politici ed impreditori, diffamando altrabenevento.

 

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