Luminosa e Mondosider pretendono di edificare nei corridoi ecologici dei fiumi Calore e Tammaro.
Da il Mattino del 11 marzo 2013
Puc, ricorsi al TAR delle società Luminosa e Mondosider
Contestano la decisione del Comune di classificare come zone agricole alcuni suoli a Ponte Valentino.
Al TAR aveva proclamato di ricorrere l’opposizione, che aveva lasciato l’aula allorquando si era trattato di approvare il PUC. Poi non se ne è fatto nula, ma a rivolgersi al tribunale aministrativo sono due società, Luminosa e Mondosider.
Contro il PUC è stata incessante l’azione di contrasto dell’associazione Altrabenevento che è riuscita ad ottenere almeno la riduzione della prevista costruzione di diecimila nuovi vani, ridotti a seimila cinquecento, e il divieto di costruzione nelle aree destinate a parco.
Luminosa e Mondosider, invece, contestano la decisione del Comune di classificare come E1- agricola, quei suoli che pur essendo inseriti nell’area industriale di Ponte Valentino, ricadono nel corridoio ecologico del fiume Calore.
La Luminosa è interessata alla costruzione di una centrale a turbogas da anni contestata dagli ambientalisti e dagli enti locali, proprio alla confluenza del fiume Calore con il Tammaro, inserita nel Piano Regolatore Territoriale dell’area industriale di Ponte Valentino e quindi edificabile fino alla recente approvazione del PUC.
Con il ricorso presentato dall’avv. Enrico Soprano, la Luminosa ricorda che il progetto di Centrale Termoelettrica è già stato approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico con Provvedimento unico del 21 dicembre 2010, confermato il 23 luglio 2012 quando l’area era classificata come D- industriale. Pertanto, per Luminosa, la nuova classificazione del PUC “non incide affatto sulla posizione giuridica ormai legittimamente consolidatasi in capo alla odierna ricorrente”.
In ogni caso, la società milanese, contesta la nuova classificazione dell’area in questione, operata dal Comune. Nel ricorso al TAR si legge, infatti, che il Comune di Benevento è “incorso in un clamoroso abbaglio” perchè la Regione Campania con l’atto in questione, avrebbe chiesto di stralciare dalle aree industriali al fine della tutela ambientale e quindi di classificare come inedificabile, non l’area sulla quale è prevista la costruzione della centrale a turbogas, ma “una diversa area, localizzata a Nord della linea ferroviaria confinante con il lotto assegnato alla Luminosa srl e in nessun modo coincidente o interferente con quest’ultimo”.
Per confermare la tesi dell’errore, nel ricorso si evidenzia che “in ogni caso, l’amministrazione regionale non avrebbe mai potuto acconsentire alla variante della normativa urbanistica del Piano ASI per adeguarla alla diversa destinazione agricola impressa dal Comune al lotto in questione senza incorrere in palese contraddittorietà con le determinazioni, tutt’ora valide ed efficaci, adottate in precedenza dalla Regione medesima in ordine alla realizzazione e messa in esercizio della centrale termoelettrica in questione”. La Luminosa si riferisce, evidentemente, alla delibera con la quale la Regione nel 2010 ha dato il suo assenso alla costruzione della centrale, atto risultato indispensabile per consentire al Ministero dell’Ambiente di rilasciare la Autorizzazione Integrata Ambientale.
Lo stesso Decreto di compatibilità ambientale con il quale la Regione ha chiesto al Comune di classificare come inedificabili le aree a ridosso dei fiumi, è al centro del ricorso al TAR da parte della società Mondosider srl alla quale il Comune non ha concesso l’autorizzaione per ampliare un capannone acquistato dal Consorzio ASI nel 2011 che adesso rientra nel corridoio ecologico del fiume Tammaro.
Anche i legali dello studio Capezzone, che hanno prodotto il ricorso per la Mondosider, considerano il parere della Regione come “assolutamente ambiguo e generico” perchè prevede di classificare come inedificabili le aree di “Acquafredda, località con cui viene tradizionalmente indicata un’ampia ed indefinita zone del beneventano”.
Mondosider inoltre impugna gli atti prodotti dalla Provincia che avrebbe approvato il PUC del Comune di Benevento anche per la nuova classificazione di aree industriali di Ponte Valentino già inserite nel Piano del Consorzio ASI, senza aver approvato la necessaria variante.
Per tale motivi Mondosider, indipendentemente dall’esito del ricorso appena presentato al TAR, nei giorni scorsi ha diffidato il dirigente del Settore Urbanistica, Salvatore Zotti, affinchè rilasci senza ulteriori indugi la richiesta di ampliamento del capannone per la quale si è già espresso favorevolmente il Consorzio ASI.
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il commento di Altrabenevento pubblicato da Il Mattino del 13 marzo 2013
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La società Luminosa, che vorrebbe realizzare una centrale a turbogas a Ponte Valentino e la Mondosider srl, che vorrebbe ampliare il suo stabilimento nella medesima area industriale, hanno presentato ricorso al TAR contro il nuovo Piano Urbanistico del Comune di Benevento con motivazioni risibili e assolutamente fuorvianti.
Ambedue si oppongono alla nuova classificazione E1- agricola, quindi inedificabile, dei suoli posti lungo i fiumi Calore a Tammaro inseriti nel corridoi ecologici da diversi anni dal PTR (Piano Territoriale Regionale) e PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale). La Regione Campania con il Decreto di Compatibilità Ambientale ha solamente confermato quelle decisioni precedenti e su sollecitazione di Altrabenevento, ha imposto al Comune di Benevento di tenerle in debito conto nella redazione del PUC.
La Luminosa sostiene che quelle norme non si applicano al lotto che il Consorzio ASI gli ha assegnato perché l’autorizzazione del Ministero per la costruzione della Centrale è stata assunta prima della adozione del PUC, ma dimentica che la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) che impone la inedificabilità su quel lotto è di marzo 2010, quindi precedente al provvedimento ministeriale (luglio 2010) che, comunque, non è ancora esecutivo ai fini della edificazione della centrale.
La società milanese pretende inoltre di sottrarsi al decreto ambientale della Regione Campania indicando senza alcun fondamento le aree tutelate con altre che nulla hanno a che fare con quelle oggetto del decreto stesso e richiama alla coerenza la giunta Caldoro che gli ha rilasciato il parere favorevole per la costruzione della mega centrale elettrica.
In effetti quel parere regionale, come evidenziato più volte da Altrabenevento, era ed è, in contrasto con le norme di gestione territoriale a tutela dell’ambiente, che però essendo state definite con leggi regionali e decisioni consiliari non potevano essere modificate da delibere di giunta. Anche la recente sentenza del TAR Lazio, sulla quale torneremo, ha sottolineato la rilevanza di un mutato quadro pianificatorio ambientale, di cui evidentemente non si è tenuto conto durante l’iter dell’autorizzazione, che a questo punto proprio in considerazione delle nuove norme del PUC si deve considerare priva di ogni efficacia.
L’altra società, la Mondosider, contesta il Decreto ambientale della Regione perché vorrebbe ampliare il suo stabilimento su un suolo prima classificato come D- industriale, che ora rientra nel corridoio ecologico del fiume Tammaro, già classificato a rischio alluvione dalla autorità competente. Dimentica, però, Mondosider di aver acquistato il capannone preesistente a luglio del 2011, cioè dopo un anno dal provvedimento regionale e addirittura dopo l’approvazione in consiglio comunale del nuovo PUC che lo ha recepito.
Significativo è pure il comportamento degli amministratori del Consorzio ASI che continuano a sostenere le diffide della Mondosider al Comune di Benevento, socio ASI, senza aver alcun titolo considerato che il Piano Regolatore dell’area industriale non è più in vigore dopo l’adozione del PTCP da parte della Provincia, anch’essa socio di quel consorzio.”