I soldi spesi per la pagliacciata del Gladiatore D’Oro, potevano servire per pagare gli stipendi ai dipendenti di Art Sannio e i debiti con Equitalia.
Stampa questo articoloComunicato stampa del 19 ottobre 2012
Art Sannio, l’agenzia provinciale per la valorizzazione dei beni culturali, nell’anno del riconoscimento di “Benevento città dell’Unesco”, ha dichiarato fallimento con un passivo di quasi due milioni di euro, ma pare che il fatto non interessi nessuno, a cominciare dagli amministratori della Provincia, impegnati a prenotare i posti per la solita serata di gala con i soldi pubblici.
Anche la polemica sindacale tra la UIL e la CGIL si è spenta perché il liquidatore della società, Giovanni Cuomo, che ha esperienza di gestione di agenzie pubbliche, come l’AMTS, appena insediato ha pagato alcuni stipendi arretrati ai nove dipendenti distaccati alla Sannio Europa e quindi Fioravante Bosco si è acquietato. Non viene pagata, invece, la servitù, cioè le altre 5 dipendenti, senza salario da oltre un anno, rimaste nei locali di Art Sannio solo per garantire il pagamento dello stipendio ai loro colleghi.
E’ una squallida storia, che non può essere sottaciuta perché si tratta di gestione dei fondi pubblici, caratterizzata da troppe assurdità, inadempienze e procedure al limite dell’abuso.
Art Sannio è (o meglio, era) una agenzia di proprietà per il 51% della Provincia e l’altro 49% della Regione. Ha svolto diverse attività finanziate con fondi pubblici e soprattutto la gestione della rete museale provinciale.
Con la delibera n. 72 del 3 aprile 2012, la Giunta provinciale, preso atto delle “gravi difficoltà operative di Art Sannio che al momento impediscono di proseguire nella gestione della rete museale”, decideva di affidare all’altra società della Provincia, Sannio Europa, “la gestione delle attività culturali relative alle seguenti strutture: Polo museale MUSA, Laboratorio GEOBIOLAB, Museo enogastronomico MEG di Solopaca, e Trenino dell’Arte”.
A seguito di questa decisione, venivano distaccati presso Sannio Europa, 9 dipendenti che avrebbero continuato a svolgere il lavoro di gestione dei musei e del trenino, fino alla fine di questo anno, per la spesa di 114.000 euro, a carico della Provincia. Insomma, i musei e i servizi erano quelli di prima, il personale era lo stesso e pure i soldi della Provincia, ma non si capisce perché il servizio si trasferisce da Art Sannio a Sannio Europa.
In verità le “difficoltà operative” di Art Sannio richiamate nella delibera di GP n.72, sono essenzialmente difficoltà finanziarie nel senso che a seguito di riduzioni di contributi regionali e ritardi nei trasferimenti di risorse POR, l’agenzia per i beni culturali è stata subissata da decreti ingiuntivi di creditori che avevano fornito servizi e materiali necessari per le attività, soprattutto le mostre, senza il pagamento pattuito.
Quindi, l’assegnazione del servizio di gestione della rete museale da Art Sannio, alla società Sannio Europa serve solo per eludere i pignoramenti tra i quali quelli di Equitalia? Possibile che una società pubblica si sia ridotta ad inventare uno stratagemma per non farsi pignorare i fondi della provincia destinati agli stipendi?
Sta di fatto che nella sede di Art Sannio, al piano terra del Palazzo del Governo, rimangono in ostaggio, le 5 dipendenti non distaccate, la “servitù” appunto, quelle che pur avendo la stessa qualifica e professionalità dei loro colleghi, devono fare il “lavoro sporco”, cioè ricevere i decreti ingiuntivi e le proteste dei creditori e pagare gli stipendi ai nove distaccati “figli della gallina bianca”. E devono fare in fretta a preparare i mandati di pagamento, anche se non ci sono le autorizzazioni necessarie, perché altrimenti il segretario della Uil si incazza. A loro, invece, gli stipendi non vengono pagati, e neppure i contributi, da oltre un anno, ma questo non indigna Bosco Fioravante che addirittura ritiene che questa sia la giusta punizione per le cinque dipendenti che si sono permesse, addirittura, di iscriversi ad un altro sindacato. Eppure i soldi dovrebbero esserci. Infatti, il Trenino dell’Arte, non funziona e il MEG di Solopaca apre a sighiozzo e quindi una parte dei 114.000 euro stanziati dalla provincia per quei servizi dovrebbe essere disponibile. Se non vengono usati per gli stipendi, che fine fanno?
Questa situazione non indigna neppure, il presidente della Provincia, Aniello Cimitile, che esprime solidarietà ai lavoratori delle aziende in crisi, dimenticando le dipendenti della sua Art Sannio, né determina qualche protesta dell’assessore di Sinistra Ecologia e Libertà, Gianluca Aceto, o quello di Italia dei Valori, Nunzio Pacifico. Tutti muti e impassibili e tutti interessati alla ennesima festa per pochi intimi, il Gladiatore d’oro, una cafonata, la serata di gala che costa dai 70.000 ai 100.000 euro per consentire la solita passerella di politici ed autorità varie. Non si potevano usare quei soldi per pagare gli stipendi arretrati ai dipendenti di Art Sannio e i relativi contributi?
Qualche commento dovrebbe farlo anche Marcellino Aversano che è uno dei “fortunati” distaccati stipendiati ma è pure un assessore al Comune, quindi un amministratore pubblico.
A Roma, di recente, dopo la festa finanziata con soldi pubblici per politici vestiti da antichi romani, la magistratura ha aperto la ennesima indagine per corruzione; l’attività del comune di Benevento è sottoposta al controllo di cinque sostituti procuratoti della Repubblica, ma perché la Provincia è esente da indagini ? Bisogna aspettare che gli amministratori si travestano da gladiatori?
E’ ora di capire come mai falliscono Art Sannio e Marsec, come mai tante discriminazioni quando si decidono i distacchi dei dipendenti, da Art Sannio a Sannio Europa e da quest’ultima agli uffici della Provincia, e come mai si spendono tanti soldi per manifestazioni scandalose invece di pagare gli stipendi arretrati e i debiti con i creditori, Equitalia e Inps compresi.
Il presidente – Gabriele Corona