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Il rettore Bencardino difende un concorso scandaloso.

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altrabenevento – comunicato del 1° settembre 2012

Con un comunicato stampa ufficiale del 30 agosto, il rettore dell’Università del Sannio, Filippo Bencardino, ha dato tempestivamente notizia di una sentenza del Consiglio di Stato del 29 agosto, che a suo avviso avrebbe sancito il corretto comportamento dell’ateneo in merito ad un concorso annullato dal TAR per la nomina di funzionari di Categoria EP, Area Amministrativa Gestionale. Ed invece i giudici amministrativi in attesa del giudizio di merito fissato il 23 febbraio prossimo, si sono limitati a “sospendere” la esecutività della sentenza del TAR del 4 giugno 2012, n. 2620 con la quale sono state annullate le nomine delle due vincitrici perché i compiti scritti erano stati copiati da una dispensa del dirigente del settore amministrativo dell’università.

I giudici amministrativi precisamente scrivono in sentenza che “si rileva non un elaborato in qualche modo concettualmente similare ai contenuti della dispensa (che potrebbe anche essere ammissibile come frutto di uno studio intenso e mnemonico), ma una copia conforme e testuale, ‘parola per parola, aggettivo per aggettivo, avverbio per avverbio’, ‘utilizzando perfino la stessa identica punteggiatura”.

La notizia della clamorosa sentenza non fu data dal rettore dell’università che adesso, invece, si è precipitato ad emettere il comunicato sulla decisione del Consiglio di Stato. Bencardino si mostrò infastidito quando il Vaglio gli chiese almeno di esprimere un commento e addirittura si scagliò contro Altrabenevento che lo aveva invitato a spiegare come mai la commissione di esame non si era accorta dei compiti copiati e perché l’Università si era costituita in giudizio dinanzi al TAR nominando l’avv. Aniello Mele, rinviato a giudizio perché avrebbe fatto da tramite per il pagamento di una tangente all’ex commissario dello IACP da parte di un costruttore.

Con chiaro riferimento proprio a tale notizia, il rettore dell’università nel suo ultimo comunicato, dopo aver manifestato “soddisfazione per l’esito del giudizio cautelare che, peraltro, conferma, ancora una volta, come le scelte operate dalla Amministrazione siano sempre in armonia con i principi di legalità, imparzialità e buon andamento della azione amministrativa”, esprime “un particolare ringraziamento all’avvocato Mele che, nonostante la situazione di particolare disagio in cui è stato costretto a svolgere la propria attività professionale per alcuni attacchi personali, ha, comunque, continuato a garantire all’Ateneo il suo prezioso apporto con la serietà, l’equilibrio e il senso di responsabilità che hanno sempre contraddistinto i suoi comportamenti”.

Si tratta di dichiarazioni davvero sconvolgenti. Evidentemente Bencardino non si rende conto che il rettore dell’Università, la massima istituzione culturale della provincia, dopo aver taciuto sulla sentenza del TAR che riguarda un concorso scandaloso, non può utilizzare impropriamente quella del Consiglio di Stato, per una impossibile auto assoluzione. Questo è un comportamento assolutamente diseducativo e pure autolesionista. Infatti, per rispetto al ruolo che ricopre, egli avrebbe dovuto assumere un atteggiamento più distaccato rispetto a questo concorso, già contestato prima ancora della sentenza del TAR da parte del delegato sindacale della CGIL con argomenti che certamente meritano attenzione da parte della Procura della Repubblica. E comunque, indipendentemente dalla indagine penale, se il concorso dovesse essere annullato definitivamente anche dal Consiglio di Stato, Bencardino che lo ha difeso oltre misura, dovrà solamente dimettersi.

Il presidente – Gabriele Corona

 

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