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Misteriosi debiti del Comune di Benevento. 3^ puntata

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Da Il Sannio Quotidiano del 10 agosto 2012

Un’altra tegola su Palazzo Mosti, avvocati scatenati
Dopo la messa in mora milionaria dei commissari liquidatori, un’altra richiesta di pagamento per un’opera mai finanziata

Il sollecito arriva da Silvio Ferrara, legale coinvolto nei debiti fuori bilancio. 95mila euro di compenso per un progetto non approvato dalla Regione. La lettera indirizzata a ex assessori e dirigenti di Palazzo Mosti

Una somma che potrebbe aggiungersi alla già consistente massa passiva e rallentare la concessione del mutuo della Cassa depositi e prestiti

di Teresa Ferragamo

Un’altra tegola su Palazzo Mosti. Una richiesta di 95 mila euro per un incarico professionale affidato nel 2009 allo studio Giangregorio architetti associati. Una nota – non proprio una diffida, non proprio una messa in mora – che ha un mittente destinato a lasciare il segno: lo studio legale Ferrara, che fa capo a quel Silvio Ferrara, già assessore all’Urbanistica (con Pietrantonio sindaco) e già dirigente sempre in quel settore (dal 2008 al 2010), e tra gli avvocati ‘eccellenti’ dei debiti fuori bilancio che stanno arrovellando il Pepe bis.

La lettera e le anomalie
La lettera parte il 26 luglio scorso e viene fatta recapitare a una lenzuolata di destinatari, molti ex amministratori e ex dirigenti di Palazzo Mosti. Nella missiva Silvio Ferrara chiede che agli architetti Giangregorio – che con lui firmano la nota – vengano corrisposte le competenze relative alla progettazione del Palazzetto dello Sport in località Santa Clementina. L’importo, che non risulta nel testo, è di circa 95 mila euro per un progetto che doveva essere finanziato per 3 milioni di euro dalla Regione Campania che, però, non lo ha mai approvato. Eppure lo studio di architetti chiede il pagamento del compenso per la progettazione realizzata. E decorsi 15 giorni dalla ricezione della lettera, avverte Ferrara, si procederà ad azionare il mandato che ha già in tasca.

Ma la lettera è a dir poco anomala, e per più motivi. Il primo: non si tratta di una diffida formale, ma neppure della classica messa in mora alla quale si ricorre per il recupero di un credito. Una comunicazione, dunque, che ha poco di formale e che ha ben in vista il mittente: Studio legale Ferrara.

Il secondo: colpiscono i destinatari, in tutto 15 tra amministratori e dirigenti, ex e non. Si va da quelli ancora in sella come il sindaco Fausto Pepe, il vice sindaco Del Vecchio, gli assessori Lepore (Bilancio), Scarinzi (Politiche sociali), Iadanza (Lavori pubblici); fino a una sfilza di ex come Enrico Castiello, Giuseppe De Lorenzo, Aldo Damiano, Luigi Boccalone (oggi presidente del Consiglio e non più assessore), Giovanni D’Aronzo, Luigi Ionico, Angelo Miceli (allo stato capogruppo del Pd ma non più assessore), tutti tirati in ballo per aver firmato la delibera con la quale fu approvato il progetto esecutivo dell’opera. Nelle maglie dell’anomala missiva incappano anche ex dirigenti come Giuseppe Pellegrino e Roberto La Peccerella.

Una lettera, dunque, con strani destinatari dietro la quale, secondo alcuni, si nasconderebbero dinamiche diverse.

Le assenze
Tanti destinatari, ma poco attuali. Mentre lasciano il segno le assenze: perché la lettera non viene fatta recapitare per esempio all’attuale dirigente alle Opere pubbliche, Isidoro Fucci. Che invece avrebbe dovuto essere destinatario principale, visto che l’incarico agli architetti Giangregorio fu affidato – per la verità di gran fretta tanto che allo studio furono dati sette giorni di tempo per la presentazione del progetto – con determina dirigenziale del 2009 firmata da La Peccerella che era dirigente in quegli anni, e, quindi, predecessore di Fucci.
Silvio Ferrara nello stesso anno era invece dirigente all’Urbanistica.

Ferrara e il caso Ciseb: strane coincidenze
Silvio Ferrara è anche l’avvocato del caso Ciseb, fonte di uno dei debiti fuori bilancio tra i più consistenti. Il Consorzio, costituito nel 1983, avrebbe dovuto costruire alloggi di edilizia sperimentale su terreni da espropriare alla famiglia Serino. Espropri mai pagati dal Ciseb, poi fallito, e per i quali i Serino si affidarono a alcuni avvocati, tra questi proprio Silvio Ferrara, che è coinvolto come legale anche dei proprietari dei terreni che hanno contestato gli espropri delegati a Iacp e ad alcune cooperative, tra cui Altair. Insomma, sui 15 milioni di euro di sentenze per espropri delegati, Ferrara ha curato quelle relative a almeno 10 milioni di euro.

Avvocati scatenati
Quella di Ferrara è ben poca cosa rispetto alla richiesta esosa che il sindaco Pepe si è visto recapitare qualche giorno prima del Consiglio comunale sul bilancio preventivo. Anche in quel caso una firma ‘eccellente’: il collega di partito Umberto Del Basso De Caro, che in veste, però, di avvocato ha chiesto al Comune il pagamento dei compensi milionari dei commissari ad acta per la liquidazione, quelli del primo dissesto finanziario, Sabato Sessa e Michele Esposito. Competenze professionali per 5 milioni e 400 mila euro, destinati a pesare come macigni sulla massa passiva dell’ente già azzoppato dai debiti fuori bilancio.

E ora c’è chi comincia a chiedersi se non sia scattata l’emulazione. Resta l’anomalia del caso Ferrara-Giangregorio.

Un passato da repubblicano e un presente da Democratico
Silvio Ferrara ha anche un importante percorso politico alle spalle: è stato assessore repubblicano con Ernesto Pietrantonio, poi iscritto al Pds, mentre oggi è vicino al Pd, lo stesso partito del sindaco Pepe e di Del Basso De Caro.
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E per districare la matassa Pepe nomina un gruppo di ‘saggi’
Anche Gabriele Corona nel gruppo di lavoro sui debiti
Una massa passiva di oltre 24 milioni di euro che aspetta giustizia da anni. Debiti ai quali assegnare una paternità è opera ardua. Un lavoro certosino, di incastri tra sentenze e particelle di terreni, visto che la massa più consistente è quella che deriva dagli espropri di suoli.
Tanto complicata è l’operazione-verità sui debiti fuori bilancio – sui quali Fausto Pepe si gioca il presente ma soprattutto il futuro – che il sindaco ha provveduto a nominare, subito dopo il Consiglio comunale sul bilancio preventivo, 15 ‘esperti’ che dovranno districare l’ingarbugliata matassa e trovare il bandolo.

Un gruppo di lavoro che opererà alacremente fino al 30 settembre, quando ci sarà un altro appuntamento decisivo per il Pepe bis, quello sull’assestamento di bilancio.

Il gruppo è inter-settoriale: interesserà, infatti, dipendenti dell’Ufficio della Segreteria generale, dei settori Legale, Patrimonio, Finanze, Opere pubbliche e Urbanistica.

E tra 15 ‘saggi’ c’è anche il ‘legalista’ per antonomasia di Palazzo Mosti, Gabriele Corona, presidente dell’associazione Altrabenevento anche se in questo caso entra nel gruppo come dipendente del Comune, nelle cui mani arriva un’altra bella gatta da pelare. Così dal 3 agosto scorso a fine settembre, Corona trasloca dagli uffici di Urbanistica a quelli del settore Legale, sotto la guida di Angelo Mancini.

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