Misteriosi debiti del Comune. 2^ puntata
Stampa questo articoloDa Il Sannio Quotidiano del 25 luglio 2012
Oggi il bilancio preventivo torna in Aula consiliare. Comune, si annuncia battaglia sui debiti fuori bilancio. E’ ancora tira e molla su chi deve pagare la massa passiva.
di Teresa Ferragamo
Riprende oggi in Consiglio Comunale la discussione sul bilancio preventivo, ma neppure in questa occasione saranno presentate le schede dei debiti fuori bilancio che in queste ultime settimane hanno messo in fibrillazione il comune, le forse politiche e , naturalmente, i creditori e i loro avvocati.
Il Sannio ha già anticipato con un articolo del 20 luglio scorso la composizione dei debiti e precisamente una massa debitoria di 25 milioni di euro, di cui 2 milioni per la soc. Partenope che doveva costruire la Spina Commerciale al rone Libertà mai realizzata, 5 sono verso fornitori e consulenti, 15 per espropri.
La verifica del Comune
Adesso il Comune deve non solo verificare esattamente la massa debitoria derivante da sentenze che condannano l’ente a pagare anche le spese e gli interessi da calcolare fino al soddisfazione, anche stabilire se l’intero debito deve gravare sulle casse comunali. Il problema si pone per i 15 milioni di euro di debiti fuori bilancio che derivano da sentenze relative agli espropri con le quali il comune è stato condannato a pagare “in solido” con i soggetti delegati, cioè le Cooperative di abitazione, i consorzi e lo IACP.
Gli espropri CISEB
Quasi la metà di tali debiti si riferiscono agli espropri delegati al CISEB (Consorzio Imprese per la Sperimentazione Edilizia) che con una convenzione urbanistica firmata dal sindaco Pietrantonio nel 1988 avrebbe dovuto realizzare 122 alloggi in località Fontanelle. L’impresa riuscì a completare 60 appartamenti prima di fallire nel 1994, quando morì l’imprenditore di Ascoli Piceno, Costantino Rozzi. Il costruttore specializzato nella costruzione di impianti sportivi e che a Benevento aveva già realizzato lo Stadio Santa Colomba, definì insieme all’arch. Roberto Salerno e all’ing. Pellegrino De Santis, il progetto per la sperimentazione edilizia che consisteva nella utilizzazione di speciali pannelli prefabbricati al posto delle solite pareti in mattoni.
Il CISEB prima di fallire non aveva pagato gli espropri che per convenzione erano a suo carico e i proprietari dei terreni, assistiti soprattutto dagli avvocati Domenico De Chiaro e Silvio Ferrara hanno presentato diversi ricorsi ai quali tutte le amministrazioni che si sono succedute dal 1996 ad oggi, hanno deciso di resistere inutilmente perché puntuali sono arrivate le sentenze di condanne, anche in Cassazione.
Chi deve pagare oggi il debito?
Teoricamente il Comune condannato potrebbe chiamare in causa il CESIB considerato che il fallimento è tuttora in corso.
Un discorso in parte analogo riguarda lo IACP, anch’esso condannato in solido con il Comune al pagamento di indennità milionarie per espropri di terreni in diverse contrade cittadine, impugnati dai proprietari per “opposizione alla stima”, cioè relativi al valore dei suoli oppure per “occupazione illegittima o usurpativa” quando l’esproprio non è stato pagato oppure sono stati dichiarati illegittimi gli atti presupposti, cioè quelli adottati dal Comune per inserire le aree tra quelle destinate a “pubblica utilità”.
Il punto di vista di palazzo Mosti.
A Palazzo Mosti ritengono, sempre in ottemperanza alle convenzioni firmate con lo IACP che debba essere quest’ultimo a pagare i danni ai quali le sentenze fanno riferimento. L’istituto invece, da diversi anni contesta questa tesi ritenendo che la responsabilità per gli espropri sbagliarti ricada essenzialmente sul Comune. La questione era stata definita con un arbitrato che aveva dato ragione al Comune ma la Corte di Appello lo ha annullato per incompetenza degli arbitri a pronunciarsi in materia. Adesso se l’amministrazione comunale guidata dal Fausto Pepe vuole recuperare dallo IACP parte del credito almeno pari alla metà delle condanne derivanti dalle sentenze passate in giudicato, deve convenire in giudizio innanzi al giudice civile lo IACP guidato dal commissario Gaetano del Vecchio.