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I misteriosi debiti del Comune di Benevento. 1^ puntata

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Il fallimento del consorzio CISEB

Da Il Sannio Quotidiano del 20 luglio 2012

Debiti fuori bilancio, ecco come nascono

di Teresa Ferragamo

Complicato assegnare una paternità a debiti che partono da lontano.

Debiti fuori bilancio di varia natura, la maggior parte dei quali sono legati a espropri di terreni che hanno una duplice matrice: espropri di terreni per alloggi di edilizia convenzionata privata ma assistita da contributi regionali e espropri per opere pubbliche in cui a procedere è il Comune.

La massa debitoria del Comune si compone di debiti maturati per sentenze passate in giudicato o che non sono ancora definitivi perché il giudizio è ancora in corso, ma di cui comunque il Comune deve tener conto.

Una massa debitoria che ammonta a 25 milioni di euro così ripartiti: 15 milioni di euro hanno origini da espropri delegati di terreno, 5 milioni derivano da arbitrati e altri 5 derivanti da spese verso fornitori, sinistri, contenziosi con dipendenti, consulenze e spese legali.

Arbitrati

La società Partenope

Due milioni circa sono stati definitivamente persi con sentenza passata in giudicato con la Società Partenope (amministratore Maurizio Triola), che doveva costruire la Spina Commerciale al Rione Libertà ma non l’ha mai realizzata. L’arbitrato per poco più di 2 milioni di euro è stato perso dal Comune di Benevento e confermato dalla Corte d’Appello.

Con.Ca

Circa 3 milioni di euro riguardano invece Con.Ca (amministratore sempre Maurizio Triola): l’arbitrato è stato vinto da Con.Ca, ma la Corte d’Appello ha dato ragione al Comune, sospendendo l’esecutività della sentenza, anche se il merito sarà definito il prossimo dicembre.

Debiti verso fornitori

Altri 5 milioni di euro derivano da debiti vari verso fornitori, dipendenti, consulenti e avvocati che hanno contenziosi con il Comune.

Quindici milioni per espropri. Quali?

Nove milioni sono tutti a favore della famiglia Serino, eredi Luigi e Gaetano.

I Serino erano proprietari di un’estensione di terreno vastissima a via Avellino. Fondi che furono occupati con esproprio diretto del Comune per l’asse inter-quartiere Rione Libertà-Via Avellino, che fu avviato dal sindaco del tempo, Ernesto Pietrantonio. Fondi per espropri del Piano di zona Fontanelle (che fu avviato da Pietrantonio sindaco e completato daViespoli e dall’allora assessore Roberto Prozzo). E in questo caso, fu l’Iacp a essere delegato all’esproprio. I contenziosi legali furono di due tipi: per occupazione usurpativa delle aree e per opposizione alla stima del valore economico dei terreni. Con sentenza definitiva Comune e Iacp sono stati condannati in solido, ma il Comune chiede che a pagare sia l’Iacp.

Caso Ciseb

Il Consorzio Imprese Edilizia Sperimentale Beneventana si costituisce nel 1983 , amministratore Costantino Rozzi (che era presidente della squadra di calcio dell’Ascoli).

Il Consorzio ottiene dal Ministero per le Opere pubbliche un finanziamento perla costruzione di alloggi con edilizia sperimentale: ovvero struttura in cemento e pannelli prefabbricati.

Per la costruzione di 122 alloggi di edilizia sperimentale viene stipulata nel 1988 una Convenzione con il Comune di Benevento. Nel 1989 la giunta Pietrantonio emette un decreto di occupazione dell’area e delega il Ciseb per gli espropri dei suoli di Serino che dovevano essere acquisiti e le indennità dovevano essere pagate a sue spese.

Il Ciseb fallisce (alla guida del Consorzio dopo Rozzi subentra Roberto Salerno e poi Orazio Iannotti) e rinuncia a completare gli alloggi (solo 60 vengono realizzati e venduti), dei quali resta ancora in piedi lo scheletro e un’area occupata dai pannelli che avrebbero dovuto caratterizzare l’edilizia sperimentale (vedi foto). Il Consorzio non paga gli espropri ai proprietari. I Serino, come risulta da varie sentenze della Corte d’Appello e di Cassazione pubblicate su internet, sono stati assistiti dagli avvocati Domenico De Chiara e Silvio Ferrara, che è già stato assessore all’Urbanistica con Pietrantonio e poi nel 2008 dirigente all’assessorato Urbanistica del Comune prima di Salvatore Zotti. I legali chiedono le indennità di esproprio prima al Ciseb e poi al Comune.

Nel 1996, la giunta Viespoli decide di resistere alle vertenze sugli espropri Serino. La consulenza legale viene affidata all’avvocato Pelè Perrotta, che eletto consigliere comunale nel 2001 lascia l’incarico, a lui subentra l’avvocato Mario Chiusolo. Il fallimento Ciseb è ancora in corso presso il Tribunale di Benevento.

La vertenza De Masi-Tremigliozzi-Erennio Parente

I terreni sono a Rione Pacevecchia, e si estendono dall’ospedale Rummo a Rione Libertà. Per l’esproprio vengono delegate tre cooperative. Anche in questo caso sono già diverse le sentenze passate in giudicato per opposizione alla stima o occupazione usurpativa, che condannano il Comune in solido con le cooperative delegate a pagare le milionarie indennità di esproprio ai proprietari.

La diffida dei Commissari liquidatori

A questi si aggiungono 5 milioni e 400 mila euro chiesti da due commissari ad acta per la liquidazione, Sabato Sessa e Michele Esposito, che, con nota sottoscritta da Umberto Del Basso De Caro, chiedono al Comune la competenza professionale per 15 anni di attività svolta per il Comune, per la complessità di dissesto. Una richiesta che aumenterebbe la massa debitoria già elevata del Comune.

 

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