Si respirano fibre di amianto negli uffici postali di Ceppaloni, Cusano Mutri, Vitulano, Amorosi, Guardia Sanframondi, Solopaca, Morcone e San Lupo. Vergognosamente tacciono Poste, sindacati e sindaci.
Stampa questo articoloDa Il Sannio Quotidiano del 13 luglio 2012
Caso amianto, un direttore accusa. Una lettera inchioda Poste Italiane sulla presenza di fibre d’amianto in alcuni edifici
di Teresa Ferragamo
Un’accusa precisa, un’indagine avviata e ora l’incontrovertibile prova: l’ignara ‘confessione’ di un ‘povero’ direttore di una filiale periferica delle Poste sull’esistenza di un rapporto sulla presenza di amianto in alcuni uffici del Sannio. Una comunicazione interna che inchioda, quindi, Poste italiane che, per mesi, si è trincerata dietro un rigoroso silenzio, nonostante il pressing di AltraBenevento, l’associazione che per prima ha alzato il velo sul caso amianto in alcune strutture che a tutt’oggi ospitano gli uffici.
A finire sotto accusa furono qualche mese fa 9 strutture disseminate lungo il territorio sannita. Eccoli gli edifici incriminati: Solopaca, Ceppaloni, Amorosi, Apice, Cusano Mutri, Guardia Sanframondi, Morcone, San Lupo e Vitulano. Il caso arriva in Prefettura, i vertici di Poste vengono ascoltati riservatamente dal prefetto, il presidente di AltraBenevento, Gabriele Corona, chiede risposte, ma il silenzio incombe. Le nuvole cominciano a diradarsi solo ieri quando si viene a conoscenza della lettera di un direttore di un ufficio postale indirizzata al direttore della filiale di Benevento, Basilio Mancuso, al responsabile territoriale Atta Sud, Umberto Giorgione, allo specialista Safety Atta Sud Campania di Napoli, l’ingegnere Aniello Buonaguro, a Immobiliare Sud Campania di Napoli, e per conoscenza ai colleghi Giseldo Rossi, Claudio Polvere e Giovanni Mastrangelo.
Il ‘povero’ direttore ha appena ricevuto una notizia: è stato nominato, senza preavviso e suo malgrado, Preposto amianto, ovvero responsabile della sicurezza di tutti i dipendenti del suo ufficio. Una nomina che lo fa saltare dalla sedia e lo spinge a una comunicazione ufficiale, in cui serpeggia tutta la sua preoccupazione. E in poche righe svela anche che Poste ha appena trasmesso a tutti i direttori “i risultati dei monitoraggi ambientali delle fibre aerodisperse di amianto effettuati a giugno 2012”. Subito dopo arriva la nomina a Preposto amianto, un incarico, sottolinea, che non gli era stato mai conferito da quando gli è stata affidata la qualifica di direttore dell’ufficio postale. Perché ora, dunque?
I risultati degli ultimi prelievi effettuati da Poste italiane sulla presenza di fibre di amianto nella struttura sono tali da mettere in allarme il direttore che chiede ai vertici di ‘partecipare ad apposito corso di formazione’ dopo la nomina. Che non è un eccesso di zelo visto che si parla di fibre di amianto, un minerale pericolosissimo che fu molto utilizzato in edilizia, prima di essere bandito nel ’92.
Le fibre d’amianto sono facilmente inalabili e sono causa di malattie mortali come l’asbestosi, il mesotelioma e il tumore dei polmoni, patologie che possono manifestarsi anche dopo 40 anni di incubazione. “Rilevo peraltro – scrive – che il manuale prevede che si debbano affiggere negli uffici appositi cartellini per indicare al pubblico la presenza di amianto, che però in questo ufficio non stati mai apposti e neppure sono stati forniti”. Insomma, a mancare è l’abc, in una struttura in cui è proprio Poste italiane a ammettere, sulla base delle ultime risultanze, che c’è dispersione di fibre di amianto. “Considerato che dai risultati degli esami trasmessi risulta che c’è stata e c’è tuttora dispersione di fibre di amianto” il direttore-ormai-anche-preposto amianto chiede a Poste di sottoporre tutti i dipendenti “a visite specialistiche per accertare eventuali danni subiti e per conoscere le misure di prevenzione da adottare a tutela della salute”.
Una lettera dai toni allarmanti, che rischia di mettere in difficoltà la società Poste italiane, dalla quale i dipendenti attendono da mesi risposte sui rischi alla salute derivanti dalla dispersione di fibre d’amianto.
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Il Commento di Altrabenevento
Il Sannio Quotidiano che da mesi segue con attenzione la questione “amianto negli uffici postali” sollevata da Altrabenevento, ha pubblicato con grande evidenza parte della lettera scritta dal direttore di uno degli uffici incriminati che conferma la dispersione di fibre di amianto nel prefabbricato utilizzato per il servizio tuttora aperto al pubblico.
La clamorosa notizia conferma pienamente le denunce fatte pubblicamente dell’associazione che presiedo alle quali la direzione di Poste non ha mai risposto, affrettandosi però a ordinare ad una ditta specializzata frettolosi esami eseguiti il mese scorso dai quali è risultato, ufficialmente e senza possibilità di smentita, che nei prefabbricati utilizzati come uffici postali di Amorosi, Solopaca, Vitulano, Cusano Mutri, Guardia Sanframondi, Morcone e San Lupo vi è dispersione quotidiana di fibre di amianto nell’aria.
Si tratta di un fatto di estrema gravità che avrebbe già fatto sobbalzare sulle sedie innanzitutto i sindacati e i responsabili della sicurezza per i lavoratori che invece ancora rimangono in colpevole silenzio. In paesi civili, i sindaci sarebbero già insorti a tutela della salute dei propri cittadini che frequentano quei prefabbricati e respirano, insieme ai lavoratori, quotidianamente polveri contenenti fibre di amianto estremamente pericolose perchè finiscono nei polmoni creando, anche dopo 20 anni, tumori di diverso tipo e malattie mortali.
In una provincia dove i rappresentanti istituzionali non si preoccupano solo di difendere la poltrona, il presidente e gli assessori avrebbero organizzato comitati dei cittadini per pretendere da Poste, dalla ASL e dalla Prefettura la immediata chiusura di quei prefabbricati.
Invece tutti tacciono, ma Altrabenevento non ha alcuna intenzione di assistere, ad un uteriore dramma del
l’ignavia e per questo annunciamo che presenteremo apposito esposto di denuncia alla magistratura, forniamo da subito assistenza gratuita ai lavoratori interessati ed entro il mese di agosto organizzeremo clamorose iniziative di protesta per chiudere quegli uffici definitivamente.
Il presidente – Gabriele Corona
alfredo
Dei fatti narrati in argomento emerge ancora una volta un vuoto dell’istituzioni locali.Il bubbone amianto è noto da oltre 20 anni.Le leggi dello Stato e quelle regionali demandano ai Comuni e sopratutto alle ASL il compito di vigilare e analizzare caso per caso situazioni di pericolo per la salute pubblica ed intervenire in presenza di rilascio di fibre di amianto.Invece, cosa accade in casa nostra?Sia il Comune che l’ASL si ignorano ognuno agisce per conto proprio e come si rileva dai fatti di cronaca i dipendenti postali frequentano ambienti con presenza di fibre di amianto.Le due istituzioni pubbliche non hanno una procedura approvata e resa pubblica attraverso siti web e ancora cosa più grave non conoscono le normative del settore, basta andare a vedere le ordinanze sindacali emesse dal Settore Ambiente del Comune di Benevento allorquando si rinvengono tettoie cementizie di eternit.