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L’ASI si inventa misterosi danni per pretendere l’edificazione nei Corridoi Ecologici in area industriale.

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Il Direttore Generale dell'ASI, Giuseppe Rillo

Da Il Sannio Quotidiano del 12 giugno 2012

Puc, l’Asi conta i danni. Ieri mattina la seconda riunione della Conferenza dei Servizi sullo strumento urbanistico.  Per i vertici del Consorzio di Ponte Valentino l’inedificabilità farebbe saltare un investimento di oltre 3 milioni di euro.  Preoccupazione tra gli industriali: molte le aziende che insistono su quei terreni. Dal Comune ancora nessuna proposta di soluzione e Perifano avverte: “Non parteciperemo a altre riunioni interlocutorie e senza quella modifica parere contrario”

di Teresa Ferragamo

La polvere è ancora alta e non permette di scorgere la soluzione del caso incompatibilità tra il Puc e la coppia Piano Asi e Ptcp. Ancora una volta interlocutoria, la riunione di ieri mattina alla Provincia. Ancora una volta, nessun ‘compromesso’ tra un Puc che definisce inedificabili alcuni terreni dell’area industriale di Ponte Valentino e un Piano regolatore dell’Asi e un Ptcp che dicono esattamente il contrario. Le posizioni tra gli attori protagonisti della discussione di ieri, nella seconda riunione della Conferenza dei Servizi sullo strumento urbanistico del Comune di Benevento, sembrerebbero segnare ancora una distanza siderale.

Per il Comune, c’era il tridente Pepe-Zotti-Carbone. Nessuno però ha accennato a proposte di soluzioni, rispetto a un’incompatibilità che rischia di far saltare il tavolo. Perché se il Puc non verrà incontro alle esigenze di Asi-Ptcp, il tavolo potrebbe anche saltare. Intanto, si defila la Regione che ha chiarito una volte per tutte che la delega in materia urbanistica è in capo alla Provincia, punto e basta. Per l’Asi – presente alla seconda riunione della Conferenza dei servizi con il presidente Luigi Diego Perifano e il direttore Giuseppe Rillo – diventa addirittura inutile la partecipazione a incontri ‘interlocutori’ in cui non si discuta del nodo più spinoso di questo Puc: la convergenza con il Piano regolatore del Consorzio di Ponte Valentino. Partecipazione sospesa, dunque, almeno fino a quando non ci sarà la proposta ufficiale del Comune di Benevento. E se quella modifica non ci sarà, l’Asi, il 4 luglio nella riunione conclusiva della Conferenza sul Puc, esprimerà parere contrario.

Mappa ASI Ponte Valentino (tratta da http://www.asibn.it/pontevpaduli/index.htm)

La preoccupazione, ormai, è strisciante e insiste su più fronti: il fronte Palazzo Mosti preoccupato di una dilatazione del tempo, ulteriore nell’adozione del Puc; quello degli ambientalisti (leggi Altrabenevento) che chiedono che si faccia chiarezza sull’edificabilità o meno di terreni troppo vicini ai fiumi; e il fronte degli industriali, capitanato dai vertici dell’Asi, preoccupato per gli effetti collaterali di un eventuale colpo di spugna del Puc di Benevento che potrebbe cancellare l’edificabilità di lotti che sono tali da almeno trenta anni.

E l’Asi comincia a fare qualche conto: l’acquisto e l’urbanizzazione di un’area vasta di Ponte Valentino sono costati 3 milioni e 200 mila euro (nel 2003 per la sola acquisizione di quelle terre di proprietà privata fu speso 1 milione e 200 mila euro, mentre gli altri 2 milioni furono utilizzati per le infrastrutture). Risorse frutto di un finanziamento regionale. Se il Comune dovesse insistere con il ‘no’ all’edificabilità, tutti quei soldi sarebbe stati sprecati e basta, il che potrebbe far scattare anche il danno erariale. Su quei terreni sarebbe dovuto nascere il Villaggio delle piccole e medie imprese, ma senza impegno: se arrivasse la Fiat – tanto per intenderci –a chiedere un lotto in quell’area potrebbe ottenerlo senza problemi. Sempre che il Comune modifichi il Puc e sblocchi l’inedificabilità di quei lotti. Intanto, il presidente ha convocato per il 18 giugno il Direttivo dell’Asi, e per il 25 il Consiglio generale. E allora la questione diventerà partecipata.

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Il commento di Altrabenevento

E’ davvero significativo che i nuovi organismi di gestione del Consorzio ASI, da poco nominati da Comune, Provincia e Camera di Commercio, stiano condizionando il PTCP e il PUC per consentire l’ampliamento dello stabilimento Mondosider che si trova in zona alluvionale e per questo la Prefettura ne prevede la evacuazione in caso di piena del fiume Tammaro. Il direttore dell’ASI, che sicuramente si sarà consultato con il nuovo presidente e il consiglio direttivo, addirittura ipotizza 3 milioni e 200 mila euro di danni se il Comune non modifica il suo PUC per consentire di edificare nei corridoi ecologici in area ASI. A tanto ammonterebbero le spese sostenute dal Consorzio per le urbanizzazioni e l’acquisto dei terreni necessari per il Villaggio delle Piccole e Medie Imprese. Il fatto innegabile, però, è che su quei terreni, posti nella fascia di 300 metri dal fiume Tammaro, non c’è assolutamente nulla come dimostra la foto, nonostante quel villaggio sia stato deliberato sei anni fa. Non ci sono opere ed urbanizzazioni realizzate e i terreni sono regolarmente coltivati e quindi, dove sarebbero stati spesi i tremilioniduecentomila euro? Piuttosto, perchè il direttore di quel Consorzio Industriale non spiegha quanto ha ricavato l’ASI dalla vendita alla famigia Varricchio del capannone realizzato dalla soc. TARY che adesso dovrebbe ospitare la Mondosider ?

Il presidente – Gabriele Corona

 

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