La DDA ora accerti i rapporti tra criminali, politici e faccendieri beneventani.
Stampa questo articoloComunicato di Altrabenevento del 9 giugno 2012
L’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia che ha portato agli arresti di 24 persone ha dimostrato l’estrema pericolosità dei clan Iadanza, Sparandeo e Pagnozzi, in collegamento stabile con il clan dei Casalesi, che finora sono stati considerati, a torto, come “camorra di provincia”, cioè come gruppi di scarso rilievo criminale. Grazie a tale errore di valutazione, dovuto alla pervicace volontà di molti giornalisti, rappresentanti politici ed istituzionali di presentare il Sannio come “provincia tranquilla”, la locale malavita organizzata si dedica ad attività delinquenziali senza eccessivi problemi tranne il “fisiologico” arresto periodico di qualche adepto.
La Direzione Investigatica Antimafia nelle relazioni al parlamento degli ultimi anni, continua a segnalare che nella provincia di Benevento, oltre ai citati Pagnozzi, Sparandeo e Panella-Iadanza, operano il gruppo Saturnino-Razzano, dedito soprattutto alle estorsioni a Sant’Agata dei Goti, mentre nel capoluogo sono attivi il clan Nizza, che si occupa di usura ed estorsioni anche in collegamento con gli “scissionisti” cioè il clano Amato-Pagano di Secondigiano; il sodalizio SPINA, dedito soprattutto all’usura ed al traffico di stupefacenti; il gruppo TADDEO che continua ad operare nel mercato criminale dell’usura; il gruppo dei PISCOPO che continua a prediligere il racket delle estorsioni ed in modo particolare il narcotraffico in rapporto al sodalizio casertano dei MASSARO, operante a San Felice a Cancello (CE).
Si tratta di gruppi che continuano la loro attività criminale senza avere bisogno, come ricorda la DDA, di “imporre il metodo mafioso con atti di violenza” perchè nell’omertà più assoluta, nessuno si oppone o denuncia abusi ed estorsioni. Neppure i politici a cui piacciono molto le manifestazioni per predicare ai giovani il rispetto della legalità, denunciano le pressioni e ricatti che molto spesso subiscono dai clan di cui diventano, in tal modo, complici, come ha sottolineato il procuratore antimafia Cafiero de Raho.
Molti autorevoli studiosi di criminalità hanno più volte ricordato che “esiste la politica senza la mafia, ma non può esistere la mafia senza certa politica” e per questo siamo convinti che la Direzione Distrettuale Antimafia saprà accertare i rapporti di collusione tra politici e criminali ed assestare un duro colpo anche al fenemono del riciclaggio del denaro sporco dei clan che in questa provincia interessa le attività commerciali ed edilizie, con il coinvolgimento di amministratori, imprenditori, funzionari pubblici e tecnici.
Il presidente – Gabriele Corona