L’ASI inventa il Villaggio delle PMI, per pretendere di costruire nel “corridoio ecologico”
Stampa questo articoloDa Il Mattino del 28 maggio 2012
PUC, rischio di scontro tra ASI e Comune.
Occorre decidere su alcune aree del Consorzio a Ponte Valentino.
L’ex commissario Diasco: dobbiamo realizzare il Villaggio delle Imprese.
Comincia oggi la settimana decisiva per l’approvazione da parte della Provincia del Piano Urbanistico del Comune di Benevento che per la verità sembra non interessare più di tanto, il mondo politico e quello imprenditoriale. E ciò appare davvero strano se si considera che in questa città dal dopoguerra ad oggi, gli strumenti urbanistici sono stati sempre al centro di scontri politici molto accesi per gli interessi notevoli connessi all’edilizia che per molti anni è stata l’attività trainante per l’economia locale. Questo PUC invece, se non fosse per le diverse iniziative di contrasto da parte di qualche associazione (Altrabenevento), non è oggetto di attenzione da parte dei gruppi di opposizione in consiglio comunale e da parte dei costruttori che invece sono intervenuti più volte per sbloccare il Piano Casa, fermo per interpretazioni divergenti tra istruttori e dirigente del Settore Urbanistica.
Nella prossima settimana il PUC, la cui proposta fu approvata dalla Giunta Comunale a febbraio 2009 e che poi fu adottato dal consiglio comunale a luglio 2011, potrebbe essere approvato dalla Provincia al termine della Conferenza dei Servizi convocata per il prossimo, 4 giugno. La discussione riguarderà le diverse osservazioni di Altrabenevento, ma anche la destinazione urbanistica dei suoli alla confluenza dei fiumi Tammaro e Calore che nel PUC vengono indicati come inedificabili, pur essendo inseriti da anni nell’area industriale.
Per questo motivo, lo scorso 20 aprile il commissario dell’ASI, Filippo Diasco, a quella data ancora in carica, con una lunga lettera indirizzata alla Provincia e al Comune di Benevento, aveva chiesto di partecipare alla Conferenza dei Servizi, per concordare una soluzione che non danneggi alcuni operatori privati, segnatamente la società Mondosider che ha presentato richiesta di ampliamento rigettata dal Comune.
“Per il lotto della Mondosider – scriveva Diasco- come pure per ulteriori terreni ubicati nell’agglomerato di Ponte Valentino, il PUC adottato prevede la destinazione di tipo ‘E1 – territorio extraurbano oggetto della tutela e valorizzazione di primo grado’ e non più, come previsto nella proposta di PUC originariamente licenziata dalla Giunta Comunale e successivamente pubblicata onde consentire le osservazioni degli interessati, una destinazione di tipo ‘D4 – Zone per insediamenti produttivi’. L’ex commissario dell’ASI ricordava che il Comune aveva apportato quella modifica “nell’intento di soddisfare le esigenze manifestate dalla Regione Campania all’esito della Valutazione Ambientale Strategica” perchè l’area in questione rientra nel Corridoio Ecologico del fiume Calore, istituito con il PTR (Piano Territoriale Regionale), ma sosteneva che “dette previsioni risultano palesemente incompatibili con il vigente Piano Regolatore dell’ASI, il quale, avendo valore di Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, costituisce strumento urbanistico sovraordinato al PUC”. Pertanto l’ASI concludeva segnando la necessità di coinvolgere la Regione per le modifiche da apportare al proprio piano regolatore, ma contestualmente auspicava che in sede di approvazione del PUC fosse ripristinata la già prevista destinazione industriale per il lotto della Mondosider e per l’area attigua di 63.000 metri quadrati dove è previsto il “Villaggio delle Piccole e Medie Imprese”.
Il contenuto della nota firmata il mese scorso dall’allora commissario Diasco, pare sia condiviso dai nuovi organi dell’ASI e ciò preoccuperebbe il sindaco Fausto Pepe che potrebbe trovarsi durante la prossima Conferenza dei Servizi, a dover registrare il primo conflitto con il presidente Luigi Perifano, anch’egli di centrosinistra. Il Comune spera, quindi, che la Provincia confermi la previsione del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) che prevede la inedificabilità nella fascia dei trecento metri dai fiumi Calore e Tammaro che sostanzialmente coincide con la zona E1 prevista dal PUC. La Giunta provinciale però, proprio in questa settimana, potrebbe deliberare una deroga a tale piano provinciale per consentire l’attività edilizia nelle fasce di rispetto dei fiumi solo nei lotti dell’area ASI, ma ciò potrebbe comportare il successivo coinvolgimento della Regione con una procedura che potrebbe anche comportare il ritardo di alcuni mesi per l’approvazione del PUC.
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L’intervento di Altrabenevento pubblicato su Il Mattino del 29 maggio 2012
E’ davvero preoccupante il fatto che il nuovo Consiglio Direttivo dell’ASI vuole sostenere la tesi dell’ex Commissario Diasco secondo la quale occorre edificare lungo le sponde dei fiumi, in pieno corridoio ecologico, per favorire il presunto sviluppo industriale. In particolare, l’ASI insiste affinchè il Comune di Benevento modifichi il PUC per consentire la edificazione sulle aree alla confluenza del fiume Tammaro con il Calore per realizzare un presunto ” villaggio della piccola e media Impresa”. Va segnalato a questo proposito che il Consorzio per lo sviluppo industriale di Ponte Valentino ha deliberato su questo ipotetico progetto nel 2006, cioè sei anni fà ma finora non è stato fatto nulla di concreto. E’ evidente, quindi, che si tratta solo di una argomentazione strumentale e che il vero obiettivo dell’ASI è un altro. Devo ricordare che il Comune di Benevento ha classificato quell’area del PUC come E1, cioè inedificabile, a seguito del decreto ambientale della Regione Campania, che ha accolto la sollecitazione di Altrabenevento, considerato che quelle aree sono già inserite nel Piano Territoriale Regionale come corridoio ecologico. L’ASI, invece, nel suo piano regolatore che risale a diversi anni fà, prevede la costruzione su quelle aree di altre opere ed edifici industriali. Il piano dell’ASI, però, non è mai stato adeguato al PSDA- Piano Stralcio delle Alluvioni-, al PTR e al PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) che prevede la inedificabilità nella fascia di 300 mt. dal fiume. Lo stesso PTCP all’art.29, che riguarda le “prescrizioni per i corsi d’acqua principali e secondari” al comma 2 prevede ” l’incentivazione alla delocalizzazione delle aree industriali esistenti”. L’art.17 dello stesso PTCP, che prevede ” Direttive e indirizzi tecnici da osservare nelle strutture ambientali complesse-Corridoi ecologici”, al comma 1 prescrive ” eliminazione delle attività ad elevato impatto antropico lungo i corsi d’acqua (cave in alveo,delocalizzazione di aree o impianti industriali poste a meno di 200 metri dalla sponda…..)”. E’ chiaro quindi che il Consorzio ASI ha sbagliato a dare parere favorevole all’ampliamento dello stabilimento Mondosider, posto in zona alluvionale, ed ora non può pretendere che la Regione Campania annulli addirittura un decreto ambientale emesso a tutela del corridoio ecologico. E’ davvero singolare che la Provincia voglia modificare il suo PTCP per risolvere il problema di uno stabilimento industriale con una procedura assolutamente illegittima, per rendere edificabili le aree alla confluenza del fiume Tammaro e del Calore,ivi compreso il lotto assegnato alla Luminosa per costruire la Centrale a Turbogas che la Provincia, il Comune e l’ASI dicono di voler osteggiare.
Per Altrabenevento -Sandra Sandrucci