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Sostituito il PM nei processi ai Mastella. Torna in mente la frase “Chi lo processa cerca rogne”

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Da Il Fatto Quotidiano del 24 novembre 2010

Mastella, chi lo processa “cerca rogne”.

 Senato, giudici, Porta a Porta: tutti gli ostacoli alle indagini. Il gip Marotta racconta: “Mi avvicinò una collega amica dell’imputato e mi consigliò di assolverlo”. Vespa intervista un anonimo che spara sull’inchiesta. Era il portavoce di Clemente, pure lui indagato

Dunque, come abbiamo raccontato ieri, il processo a Clemente Mastella e ai suoi cari (una cinquantina di coimputati, fra cui la moglie, il consuocero, il cognato e mezza Udeur), non s’ha da fare. Il 19 novembre la Camera, su richiesta dell’europarlamentare Pdl imputato per quattro concussioni, tre abuso d’ufficio, un’associazione per delinquere, un peculato, una truffa e un’appropriazione indebita, ha sollevato conflitto d’attribuzione alla Consulta contro i giudici di Napoli che osano processarlo senza il permesso preventivo (non richiesto, anzi esplicitamente escluso dalla legge) del Parlamento. Motivo: i reati di cui è accusato Mastella sarebbero “ministeriali”, cioè collegati alle funzioni di Guardasigilli del governo Prodi dal 2006 al 2008 (falso: Mastella è imputato “in qualità di segretario nazionale del partito politico Udeur” e alcuni reati li avrebbe commessi prima e dopo aver fatto il ministro). Ora spetta al Gip decidere se procedere con l’udienza preliminare, ormai agli sgoccioli, o congelarla per un paio d’anni in attesa della sentenza della Consulta. Nel secondo caso, il processo nascerebbe praticamente morto, e non solo a carico di Mastella, ma anche degli altri 50 coimputati che si sono affrettati ad associarsi alla sua richiesta di sospensione sine die.

Ma che il processo a Mastella non s’abbia da fare non è una novità. Un’incredibile campagna mediatica, alimentata anche da Porta a Porta e dal Corriere della Sera, martella da anni che Mastella sarebbe stato inquisito a Santa Maria Capua Vetere nel gennaio 2008 per rovesciare per via giudiziaria il governo Prodi, dopodiché tutte le accuse sarebbero finite nel nulla. Così del processo di Napoli nessuno si occupa perché quasi tutti pensano che non esista. Altri, invece, sanno benissimo che esiste e si prodigano perché non esista più.

Il 1° luglio 2009, durante l’udienza preliminare della prima tranche del processo (quella nata a Santa Maria Capua Vetere e poi passata per competenza a Napoli), il gip che la conduce, Sergio Marotta, viene avvicinato da una collega della Corte d’appello di Napoli, Tina Cardone, che gli consiglia caldamente di prosciogliere Mastella. Marotta la lascia dire, poi la denuncia. E racconta ai colleghi, a verbale, il 23 settembre 2009: “In data 1.07.2009 venni telefonicamente raggiunto da una collega, Tina Cardone, che io conoscevo bene in quanto seppure adesso è in servizio presso la Corte d’Appello di Napoli, anni fa ha ricoperto la funzione di Presidente aggiunto dei Gip di Napoli. Dunque è stata mio superiore gerarchico… La Cardone, senza specificarmene la ragione, mi chiese un appuntamento per il giorno successivo ed io non ebbi difficoltà ad accordarglielo invitandola a venire nel mio ufficio”. La giudice però preferisce un luogo più appartato. Marotta rimane “un poco sorpreso per questa strana cautela”, ma accetta di vedere la collega l’indomani alle 8.30 “presso l’edicola dei giornali della piazza coperta del Tribunale”. E lì scopre finalmente il motivo della convocazione: “Non appena ci vedemmo cominciò a parlare della sua amicizia con Clemente Mastella”, che aveva fatto tanto per lei. Che cosa? “Quando era ministro di Giustizia l’aveva chiamata al Ministero dandole un incarico”.

Lei aspirava a un ruolo direttivo, ma Mastella le spiegò che quello era riservato ad Augusta Iannini, moglie di Bruno Vespa. “Mi disse che lei disciplinatamente aveva condiviso questa scelta poiché si rendeva conto da sola che un incarico alla moglie del Vespa significava per Mastella avere maggiori opportunità di frequentare il talk show condotto dal predetto”. In ogni caso la Cardone è “contenta” per il posto ministeriale conquistato e continua a “frequentare con la solita assiduità casa Mastella a Ceppaloni”, anche dopo l’arresto della moglie Sandra Lonardo e l’indagine per concussione e altri reati a carico dell’ormai ex ministro. “Era particolarmente fiera di questa sua fedeltà in quanto a suo dire molti amici di Mastella, fra cui anche la moglie del Vespa, dopo le disavventure giudiziarie del 2008, avevano un poco preso le distanze da lui”. Poi finalmente la giudice mastelliana viene al punto: “Mi disse – racconta Marotta – che era stata di recente presso la villa di Ceppaloni e che Mastella le aveva chiesto un intervento presso di me per ‘spuntare’ una sentenza di non luogo a procedere”.

E lei ha subito aderito, avvicinando il gip: “Per perorare nel modo più incisivo possibile la causa del Mastella, mi spiegò che sarebbe stata inutile una mia resistenza alle sue sollecitazioni in quanto il Mastella, con tutte la amicizie che aveva mantenuto, prima o poi, nei vari gradi del procedimento, avrebbe comunque trovato qualche giudice sensibile alle sue segnalazioni o a quelle di suoi amici”. Non è solo una richiesta, dunque, quella della giudice al collega. È anche -secondo Marotta – una velata minaccia: “Sempre con riferimento alle amicizie del Mastella vantate dalla Cardone, a detta di quest’ultima mi conveniva tener conto della sua segnalazione perché lo stesso Mastella nel corso degli anni aveva dimostrato che con gli amici era molto generoso, mentre era vendicativo con chi gli sbarrava la strada”. Insomma, meglio farselo amico, per evitare rappresaglie. Marotta racconta che la Cardone non si fermò neppure lì, ma aggiunse pure che Mastella, “dopo un periodo di sbandamento dovuto all’indagine giudiziaria, già da molti mesi stava ricominciando a tessere la sua tela, a rinsaldare le vecchie amicizie ed a costituirne di nuove. Usò l’espressione ‘Clemente sta tornando in sella’, dicendomi insomma che il potere di Mastella si stava ricostituendo”. Non a caso, dopo un anno di assenza dal Parlamento italiano, aveva agguantato un posto sicuro a Bruxelles nelle liste del Pdl.

E poi aveva mantenuto ottimi rapporti con Antonio Bassolino, governatore uscente della Campania, e con Nicola Mancino, vicepresidente del Csm. Bassolino lo aveva rassicurato che né lui (vittima, secondo l’accusa, di una tentata concussione di Mastella) né la regione Campania si sarebbero costituiti parte civile nel procedimento dinanzi al gip Marotta (“in effetti – osserva il gip – il giorno dopo e cioè il 3.07.2009, ho constatato che né Bassolino, parte offesa in un capo di imputazione, né la Regione Campania si sono costituiti parte civile”). Quanto a Mancino, Marotta ha buon gioco a fingersi interessato a saperne di più, visto che pende sul suo capo un procedimento disciplinare dinanzi al Csm: “Proprio per accertare a cosa specificamente alludesse la Cardone quando mi parlava di favori che potevo ottenere, avendo intuito che assai verosimilmente voleva riferirsi ad amicizie anche interne al Csm poiché attualmente pende a mio carico un procedimento disciplinare, chiesi se per caso Nicola Mancino era fra quelli che erano rimasti ancora amici di Mastella. Lei disse che Mancino era una delle persone che non aveva mai voltato le spalle a Mastella”.

A quel punto Marotta liquida la collega senza prometterle nulla e corre dal presidente del Tribunale e dal Procuratore generale a denunciare l’illecita pressione della collega per conto di Mastella. La Cardone, dal canto suo, ammette di essere una vecchia amica dei Mastella (Sandra Lonardo presentò addirittura una mostra di quadri della giudice pittrice) e di aver incontrato Marotta, ma nega recisamente di averlo voluto influenzare. Sui fatti, pare, indaga la competente Procura di Roma, oltre naturalmente al Csm.

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Da La Voce delli Voci del 10 febbraio 2011]

MASTELLA – QUATTRO BOTTI E + DI LUNA PIENA

di Antonio Esposito

Quattro inchieste pendono sulla sua famiglia, ma il leader non si da’ per vinto. Lancia la sua candidatura a sindaco di Napoli, benche’ il suo sogno segreto sia quello di tornare a Roma. «Come mi piacerebbe essere in Parlamento in questi tempi frenetici – gongola – mi sarei tanto divertito».

Al redivivo Clemente Mastella non basta lo scranno di europarlamentare. Rivuole un posto da protagonista sulla scena politica italiana e ci prova, questa volta, con “I popolari per il Sud”, l’ennesima sua formazione, per fare un po’ il contro-canto al partito leghista.

Il suo futuro dipendera’ dalle alleanze che tessera’ e dall’andamento dei procedimenti giudiziari, che lo vedono coinvolto con accuse che vanno dalla concussione al peculato, fino alla associazione per delinquere.

La prima “bomba” esplose nel gennaio del 2008, quando scattarono gli arresti per una folta pattuglia di dirigenti dell’ex Udeur e Mastella, indagato per gli stessi reati, si dimise da ministro della giustizia, provocando la caduta del governo Prodi. L’indagine, partita dalla procura di Santa Maria Capua Vetere e relativa alla spartizione di incarichi e posti negli ospedali, nelle aree industriali, nelle comunita’ montane e nelle Asl, ha portato a decine di rinvii a giudizio, ma il processo non si e’ ancora concluso.

Passiamo all’inchiesta sull’Arpac (Agenzia regionale per l’ambiente della Campania): Mastella si e’ salvato, ma solo provvisoriamente, per il rotto della cuffia: il senato, all’unanimita’, ha sollevato il conflitto di attribuzione, ritenendo che Mastella debba essere giudicato dal Tribunale dei Ministri e non da una normale procura della repubblica, perche’ al tempo dei reati contestati svolgeva la funzione di guardasigilli. Di tutt’altro avviso e’ il pm Francesco Curcio, che lo ha inquisito, invece, come segretario nazionale dell’Udeur.

 

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La sua posizione e’ stata stralciata in attesa dell’autorizzazione del senato e dell’Europarlamento per l’utilizzo delle intercettazioni che lo riguardano. Per tutti gli altri imputati, tra cui la moglie Sandra Lonardo, il consuocero Carlo Camilleri, il cognato Pasquale Giuditta, gli ex consiglieri regionali Antonio Fantini, Nicola Ferraro e Fernando Errico, l’inchiesta va avanti, nonostante i tanti tentativi di congelamento, respinti dal Gup, Eduardo De Gregorio. Secondo i magistrati, il leader ceppalonese avrebbe gestito con altri l’assunzione di 158 raccomandati, distribuendo appalti, nomine e consulenze ad amici e supporter.

C’e’ da chiarire inoltre la rocambolesca vicenda dell’appartamento di via Arenula a Roma che, secondo le testimonianze di Tancredi Cimmino, ex amministratore del partito, sarebbe stato acquistato da una societa’ intestata ai figli di Mastella, «utilizzando anche fondi pubblici per l’editoria», dopo aver rilevato Il Campanile, giornale dell’Udeur.

Un’altra tegola e’ arrivata nei mesi scorsi col processo a Maurizio Zamparini, patron del Palermo calcio e proprietario del centro commerciale “I Sanniti” di Benevento. Dalle carte dell’inchiesta risulta che l’imprenditore friulano ha versato 50 mila euro all’associazione onlus Iside Nova, fondata da lady Sandra, organizzatrice della kermesse “Quattro notti e piu’ di luna piena”, fino al 2007. Secondo il pm Antonio Clemente, si tratterebbe di una tangente mascherata pagata ai Mastella, entrambi indagati, per ottenere dall’assessore all’urbanistica, Aldo Damiano, un rapido via libera all’apertura della megastruttura, scavalcando vincoli ed intoppi urbanistici.

L’ultimo botto scoppia qualche mese fa con l’inchiesta sulla gestione della rassegna “Quattro Notti”, diretta dal fedelissimo Renato Giordano e finanziata sia dalla Regione Campania che dalla Provincia di Benevento. Stavolta sotto accusa finiscono il figlio Elio Mastella, in qualita’ di presidente di Iside Nova, e sua madre Sandra, come titolare di fatto dell’associazione. Per la procura di Benevento avrebbero commesso il reato di estorsione perche’, insieme al direttore della onlus, al tesoriere e a due collaboratrici, «mediante minacce e atteggiamenti prepotenti e violenti» costringevano numerosi espositori a versare somme di denaro, da 100 a 1500 euro, con la scusa che si trattasse della tassa per l’occupazione del suolo pubblico, concesso invece gratuitamente dal comune, ed obbligandoli infine a dichiarare che quelle erano donazioni. Con questo sistema avrebbero ricavato un ingiusto profitto di 343 mila euro. Il direttore artistico Giordano e’ accusato, invece, di truffa aggravata per fatture false o gonfiate. Tra gli inquisiti anche il suo convivente Pasquale Tedesco, steward dell’Alitalia, responsabile dell’associazione Instrada.

LE  STAR “GONFIATE”

Fra i casi piu’ clamorosi spiccano quelli dei concerti di Lucio Dalla e Cesare Cremonini. Per il cantante bolognese, l’Ente provinciale turismo versa l’importo di 72 mila euro, mentre gli agenti dichiarano di averne percepiti complessivamente 27 mila. Per l’ex Lunapop viene emessa una fattura di 55 mila euro, molto gonfiata, rispetto ad un analogo concerto tenuto a Conza della Campania per 37 mila euro. Per Monica Guerritore si registra un introito di 15 mila euro, a fronte dei circa 3500 realmente percepiti. Per l’attore Maurizio Micheli e la giornalista Rai, Tiziana Ferrario, risultano fatture rispettivamente di 14 mila e di 800 euro, ma entrambi hanno dichiarato di aver partecipato gratuitamente alla manifestazione. Cosi’ pure per due scrittori locali come Ulisse Loni e Domenico Coduto, chiamati per presentare un libro, che si sono visti attribuire falsamente una somma di 1500 euro a testa, senza aver preso alcun compenso.

Il direttore artistico Giordano, titolare della societa’ cooperativa Libero Spettacolo, avrebbe usufruito inoltre di un contributo della Provincia di 60 mila euro per sponsorizzare il suo film “Senza Amore” ed avrebbe truffato anche per le rassegne “Ridere al femminile” e “Il Gladiatore d’oro”, accaparrandosi illecitamente ben 400 mila euro.

Per tutti questi motivi il pm Clemente, titolare dell’inchiesta, ha chiesto il sequestro di un appartamento a Roma, per Elio Mastella, e di una casa a Benevento, per Giordano. «Ma ve lo immaginate – osserva con candore l’eurodeputato – mio figlio estorsore? Dovrei dimettermi da padre… Bastava leggere lo statuto dell’associazione: il presidente ha funzioni di cerimoniere. Mia madre e mio padre mi hanno insegnato che rubare e’ peccato». Come ha fatto il presidente di Iside Nova – si domandano invece in procura – a non accorgersi di una truffa di quasi 800 mila euro? Perche’ non ha presentato una memoria difensiva?

Il leader sannita, insomma, si sente perseguitato dai giudici. Dalle cronache recenti e’ trapelato intanto che il magistrato Tina Cardone, beneventana, vecchia amica della famiglia Mastella, avrebbe fatto pressioni sul gip napoletano Sergio Marotta per chiedere il proscioglimento di Mastella. Il giudice avvicinato ha denunciato tutto. La vicenda e’ stata raccontata da Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano. «La collega cerca di convincere Marotta – scrive il giornalista – con l’espressione “Clemente sta tornando in sella”. Quindi meglio farselo amico, per evitare rappresaglie. Insomma, chi lo processa cerca rogne».

LA RIVINCITA

Dopo l’elezione al Parlamento europeo nella lista del Pdl, Mastella sta pensando di presentarsi col nuovo partito in tutte le regioni meridionali gia’ alle prossime amministrative. E con l’auto-candidatura a sindaco di Napoli punterebbe ad ottenere la nomination al comune di Benevento per il centrodestra. Segnali in questa direzione non mancano. I rapporti con la deputata berlusconiana Nunzia De Girolamo sono buoni. Al recente matrimonio del figlio Elio con la ligure Roberta Gasco, consigliere regionale del Pdl, c’era anche la coordinatrice sannita degli azzurri.

Di sicuro, comunque, sta preparando la vendetta contro i traditori. «Hanno provato a distruggerci senza riuscirci – proclama Vittorio Fucci, segretario provinciale del partito mastelliano, nonche’ fratello del magistrato Carlo Fucci – ma arrivera’ la resa dei conti e torneremo piu’ forti di prima». La scuderia mastelliana, pero’, si e’ molto indebolita. Sono andati via, tra gli altri, gli ex consiglieri regionali Bruno Casamassa e Fernando Errico, approdati l’uno in Noi Sud e l’altro nel Pdl. Anche il cognato Pasquale Giuditta ha preso un’altra strada entrando nel Pid (Popolari Italia Domani).

Per tornare alla ribalta, intanto, Clemente sfrutta ogni occasione televisiva. «Cerca di accreditare il nuovo partito come voce del sud contro il nord e la Lega – commentano in zona – ma poi sta con Berlusconi, che e’ amico di Bossi». Bei tempi, quando era lui l’ago della bilancia della politica italiana. «Lo sgretolamento di Mastella – affermo’ Giuditta qualche tempo fa – e’ cominciato quando la moglie e’ entrata in politica: da allora c’e’ stato un corto circuito che lo ha rovinato».

Che fa, nel frattempo, la consigliera regionale Sandra Lonardo? Il tanto decantato punto d’ascolto al Rione Liberta’ di Benevento, che serviva a «dissipare anche le liti familiari», e’ stato chiuso. Fra le sue ultime iniziative, una conferenza stampa per chiedere al governatore del Veneto, Luca Zaia, di venirsi a prendere i rifiuti tossici trasportati a Bacoli, nel napoletano, da aziende della sua regione. A quando, allora, un intervento per far chiarezza sulle scorie industriali sepolte nel territorio di Ceppaloni dalla Frama, l’impresa di Giustino Tranfa, amico di famiglia dei Mastella, rinviato a giudizio per inquinamento ambientale nell’inchiesta denominata “Operazione Chernobyl”?

Per dimenticare le amarezze giudiziarie, Lady Mastella si consola con un concerto di canzoni napoletane al Museo del Sannio, organizzato da Iside Nova all’inizio di quest’anno. Alla fine, il cantante Mimi’ Palmiero la omaggia con un mazzo di fiori, annunciando alla signora che «la sua voce di giustizia volera’ alta». La beatificazione e’ vicina.

 

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