Il commissario politico del Comune di Benevento assicura: “non abbiamo preoccupazione per le indagini sugli appalti”.
Stampa questo articoloL’ex assessore alla Pubblica Istruzione, poi deputato socialista craxiano, quindi leader di Alleanza Riformista e Margherita insieme, attuale consigliere regionale, ex presidente dell’ Ordine degli avvocati, dominus del PD e dei rapporti tra tribunale e palazzi della politica, racconta perchè il sindaco e gli assessori devono andare a colloquio ogni settimana.
Da Il Sannio Quotidiano del 22 Gennaio 2012 13:23
«Superare gli affanni di questi mesi. Nessuna preoccupazione per le inchieste della magistratura su passate gestioni»
Dopo gli attriti che hanno segnato le ultime settimane del Pepe bis parla il vice capogruppo Pd in Consiglio regionale, Umberto Del Basso De Caro
BENEVENTO – Algido, come sempre. Politico meticoloso, di carattere difficile. Per la statura e il tratto un tantino altezzoso, si è perfino guadagnato l’appellativo di “re Umberto” di Benevento. Pianificatore e osservatore lucido delle dinamiche politiche, a Del Basso De Caro, vice capogruppo Pd in Consiglio regionale, non sfuggono certo i tormenti delle ultime settimane del Pepe bis.
Onorevole De Caro, il Pepe bis pare non decollare. Non crede sia questo il tempo di mettere all’angolo gli egoismi di parte, la miopia, il piccolo cabotaggio e concentrarsi sui bisogni della città?
“Da diverse settimane, ogni lunedì, il gruppo consiliare al Comune di Benevento, gli assessori, il sindaco, i parlamentari nazionali, il segretario della Federazione e il sottoscritto si riuniscono per approfondire i temi programmatici e amministrativi di maggiore interesse ed attualità. E’ un modo intelligente e democratico per coinvolgere tutti in una discussione franca e leale, senza tatticismi e dietrologia, e soprattutto per superare qualche affanno che ha segnato il cammino. Considero il risultato fin qui raggiunto eccellente perché molte questioni sono state chiarite. Il sindaco e l’amministrazione tutta hanno ricevuto una solidarietà non di facciata, il gruppo consiliare si è sentito, come è doveroso che sia, protagonista di una stagione politica che il corpo elettorale ha determinato in modo netto con il voto del 15 e 16 maggio 2011”.
Le indagini giudiziarie, annunciate nientedimenoche da un assessore di questo esecutivo, hanno messo in allarme il Partito democratico?
“No. Il Pd, in quanto tale, non ha alcuna preoccupazione. La magistratura inquirente, per quanto a mia conoscenza, sta svolgendo indagini su questioni che riguardano le passate gestioni. Non mi sono mai permesso di censurare le iniziative giudiziarie, peraltro obbligatorie per dettato costituzionale, ma credo che il piano amministrativo non debba risentirne avendo il dovere di proseguire, ed auspicabilmente intensificare, l’azione amministrativa connotandola sempre di incisività, obiettività e rispetto per il programma di mandato con il quale ci si è presentato al corpo elettorale”
Sembra, però, che l’esecutivo Pepe soffra di un vuoto creativo che non lascia emergere le potenzialità della Benevento di oggi.
“Quando si valuta l’operato di un’amministrazione è necessario riferirsi a un contesto generale. Il contesto è determinato oggi da una congerie di provvedimenti legislativi intervenuti a partire dal 13 agosto dello scorso anno e il cui termine non è dato conoscere. Siamo in presenza di normative sopravvenute che hanno profondamente modificato gli equilibri di bilancio, i trasferimenti di risorse dello Stato centrale agli enti locali, che hanno tagliato completamente la spesa sociale imponendo a tutti gli enti locali, Comuni e Province, la profonda revisione delle azioni programmatiche già deliberate, se non addirittura intraprese. Credere che tutto questo non incida sull’agire concreto di un’amministrazione, di qualunque segno essa sia, equivale a fare l’esercizio degli struzzi che mettono la testa sotto la sabbia. Ragioniamo dunque di una congiuntura internazionale e nazionale che impoverisce le famiglie, le preoccupa per il futuro e inibisce ai Comuni, da sempre i più vicini alle istanze del territorio, di poter svolgere interventi utili a sostegno della collettività, delle imprese e, in particolare, dei ceti più bisognosi. In questo quadro di difficoltà, dalle quali non è dato prevedere il tempo di uscita, il Comune di Benevento ha fatto non poco nei primi sette mesi approvando lo strumento urbanistico generale, atteso da 37 anni, approvando parte dell’housing sociale e cercando oggi, finalmente, di regolamentare differentemente gli uffici e i servizi. Tutto, come sempre, è perfettibile, tutto può essere migliorato, emendato e corretto. Occorre una forte coesione dell’amministrazione e un grande senso di responsabilità, che un partito che ha raccolto il 40 per cento dei consensi non può non possedere”.
Anche lei ha l’indice puntato contro il Venerdì di Repubblica? Non crede, piuttosto, che sullo sfondo ci siano delle responsabilità?
“Considero il giudizio del Venerdì di Repubblica alquanto ingeneroso nella misura in cui non ha colto gli sforzi che l’amministrazione comunale ha fatto per definire e rafforzare l’identità culturale della città di Benevento alla quale il riconoscimento dell’Unesco ha conferito più forza. C’è un problema di risorse ma anche la necessità di un più stretto raccordo con la Provincia per l’utilizzazione ottimale dei numerosi e rilevanti spazi culturali della nostra città. Più volte ho espresso l’opinione che le politiche culturali debbano essere coordinate per evitare sovrapposizioni di iniziative, duplicazioni di costi e anche disomogeneità di indirizzo ed al riguardo ho proposto che la Fondazione Città Spettacolo, la cui adesione ho più volte sollecitato alla Provincia, possa essere il contenitore ideale per dare forza a un progetto di “Città delle Culture” che è nel Dna di Benevento. Non è però, questa, l’unica opzione sulla quale puntare. Considero prioritario l’impegno per il lavoro e per lo sviluppo, per l’allargamento della base produttiva e, prima di tutto ciò, per la definizione delle funzioni territoriali della città capoluogo e del sistema-Sannio. Senza questo preliminare impegno anche quello tanto generosamente profuso in campo culturale rischia di diventare sterile perché una città-Museo sarebbe solo da visitare, ma non anche da vivere”
Altro scivolone del Pepe bis: il caso Orlacchio. Per evitare la tarantella dei segretari comunali, si poteva gestire meglio la vicenda professionale e, forse anche umana, di Orlacchio, non crede?
“Forse il tema del trattenimento in servizio dell’attuale segretario generale è stato trattato dall’amministrazione in modo indiretto poiché qualche contraddizione poteva essere evitata e naturalmente l’autorità giudiziaria l’ha colta. Credo che il primato della politica sia innanzitutto rivendicare il ruolo di indirizzo evitando di ingerirsi nella gestione, tipica della funzione dirigente. Ma occorre talvolta evitare che avvenga il contrario e cioè che la gestione occupi spazi impropri”
Al Consorzio Asi si cerca l’uomo giusto al comando. Quale sarebbe il presidente ideale, secondo lei?
“Il nuovo presidente dovrà trovare la totale condivisione dei tre enti fondatori e non necessariamente dovrà avere profilo politico. Dopo anni di commissariamento, sarebbe auspicabile alla guida del Consorzio Asi un imprenditore capace, competente ed anche indipendente: sarebbe questa la prova che sul terreno dello sviluppo intendiamo giocarci le carte più significative”.
Nell’ultima conferenza stampa del Pd, il deputato Costantino Boffa ha tuonato: “Sulla Regione bisogna alzare un po’ il tiro”. E’ sembrato un monito mirato.
“Sono assolutamente d’accordo con l’onorevole Boffa: il presidente Caldoro va messo davanti alle sue responsabilità e quei pochi impegni ineludibili che egli assunse nel settembre scorso con tutti gli amministratori della provincia di Benevento vanno mantenuti. Nessuno di noi ha mai chiesto la luna nel pozzo, né alcuno di noi si è mai presentato da Caldoro con la lista della spesa. Ma ciò che è ragionevole, ciò che è giusto è che quello che tutti i partiti e le parti sociali hanno definito come urgente e prioritario vada riconosciuto ed assegnato alla nostra provincia”.
Lei ha partecipato alla Conferenza Regionale dei Trasporti, insieme a Boffa, che succederà ora che il Cipe ha stanziato 790 milioni di euro per la Ferrovia Napoli-Bari?
“La decisione del Cipe di destinare alla costruzione della Linea Ferroviaria ad Alta Capacità Napoli-Bari l’ulteriore somma di 790 milioni di euro, per la tratta che raggiungerà Frasso Telesino, è un ulteriore tassello per il completamento di un’infrastruttura che si rivelerà di fondamentale importanza per lo sviluppo dell’intero Sannio, per portarlo fuori dall’isolamento. La decisione, altresì, rilancia il progetto sulla piattaforma logistica di cui è destinataria Benevento e ne esalta il ruolo di cerniera tra le Regioni del Tirreno e dell’Adriatico Centro-Meridionale”.