Benevento, regolamento di conti nel PD a suon di nomine pubbliche.
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Il settore Legale del Comune di Benevento è senza Dirigente e ciò comporta inevitabili danni per l’Ente e le casse comunali. E’ questo il risultato del modo di amministrare che mette al primo posto gli interessi di carattere politico anche quando occorre fare nomine per incarichi di gestione che dovrebbero rispondere solo a criteri di funzionalità. Al Comune di Benevento accade anche questo, nonostante i proclami sulla buona amministrazione del sindaco Fausto Pepe che non ha assegnato ad alcun assessore la delega alla Gestione del Personale per lasciarla all’assoluto arbitrio del Dirigente Andrea Lanzalone, come è accaduto per il Premio incentivante agli stessi dirigenti e per i trasferimenti di 16 dipendenti.
Occorre premettere che l’avv. Luigi Giuliano ha lasciato l’incarico di Dirigente al settore Legale per pensionamento già a novembre scorso e quindi l’amministrazione sapeva bene di dover procedere alla sua sostituzione in tempo debito. Ed invece, quando a febbraio scorso è stata avviata la procedura per l’assunzione di 6 nuovi dirigenti, sono stati previsti i posti per i settori Urbanistica, Lavori Pubblici, Cultura, Servizi Sociali, Ambiente-Patrimonio, Attività Produttive, dimenticando proprio il Settore Legale.
Poi sono stati nominati con incarico fiduciario, quindi senza concorso, i dirigenti all’Urbanistica, ai Lavori Pubblici, alla Cultura e anche quello ai Sistemi di Staff che non era indicato tra i sei da coprire. Invece, per garantire la difesa dell’Ente presso i diversi tribunali e affrontare il massiccio contenzioso, il Comune si è limitato a chiedere di potere utilizzare, “a scavalco” il dirigente del settore Legale, della Provincia, l’avv. Vincenzo Catalano, per sei mesi, in attesa di trovare una soluzione.
Il termine stabilito è scaduto e il Comune non ha risolto il problema neppure quando ha bandito il Concorso per due dirigenti amministrativi per i quali, infatti, non ha previsto tra i titoli richiesti la Laurea in Giurisprudenza.
Si è trattato di disattenzione o di calcolo politico?
Sta di fatto che ora l’amministrazione comunale, senza chiarire perché non ha previsto di occupare il posto di Dirigente del Settore Legale nei modi dovuti, si ritrova ad affrontare un problema di non poco conto. L’avv. Catalano, infatti, nei pochi mesi di attività a palazzo Mosti, ha deciso di assumere egli stesso la difesa legale dell’Ente in numerosi giudizi, quasi 50, dinanzi a vari tribunali piuttosto che nominare i soliti avvocati esterni. Questo potrebbe comportare un risparmio per l’Ente di circa 500.000 euro ma solo a condizione che Catalano conservi il posto di Dirigente al Comune insieme a quello di cui è titolare alla Provincia. Per tale motivo il sindaco ha chiesto al presidente Cimitile di autorizzare Catalano a prestare servizio contemporaneamente per i due Enti.
Il presidente della Provincia però tentenna non solo perché comprende di essere stato messo dinanzi al fatto compiuto, ma anche per motivi “politici”.
E’ noto infatti che aspira al posto di Dirigente al settore Legale del Comune, l’avv. Giuseppe Lamparelli, consigliere provinciale del PD, quindi amministratore di Catalano alla Rocca dei Rettori, ma suo sottoposto a palazzo Mosti, come dipendente comunale del Settore Legale.
E’ chiaro quindi che la nomina di quel dirigente ha assunto il “carattere politico” dello scontro tra opposte fazioni del Partito Democratico che si prepara al Congresso con Fausto Pepe che intende rafforzare la sua posizione soprattutto nei confronti di Umberto del Basso De Caro che in campagna elettorale lo ha sostenuto decisamente.
Come si esce da questo empasse? E’ facile immaginare che Catalano rimarrà Dirigente del Settore Legale e Lamparelli avrà altro incarico e così si “apparano” le questioni politiche utilizzando gli incarichi ai funzionari pubblici per i quali dovrebbero valere solo ragioni di funzionalità e trasparenza, soprattutto in una città con alto tasso di disoccupazione.
Per il coordinamento provinciale – Gabriele Corona