Associazione Gorgone Medusa: i lavori all’arco di Traiano sono stati fatti male.
Stampa questo articoloPER LA SALVEZZA DELL’ARCO DI TRAIANO
Nonostante le parole di conforto pronunciate dagli Enti istituzionali sulle condizioni attuali dell’Arco di Traiano, dalla volta prosegue il gocciolamento e chiunque può constatarlo semplicemente osservandolo.
In verità le verifiche e i sopralluoghi finora eseguiti non hanno per nulla sciolto il nodo che assilla tutti e cioè quanta acqua si è raccolta all’interno della parte sommitale dell’insigne monumento e da quanto tempo questo fenomeno persiste.
Noi non propendiamo per l’ipotesi, come hanno fatto le istituzioni, di considerare la fuoriuscita di acqua dall’Arco un fenomeno di poco conto e per questo basti pensare che nelle innumerevoli vicende storiche che hanno visto l’Arco protagonista, mai si era segnalato un fenomeno simile.
Pertanto siamo portati a pensare che questa sia la prima volta che dall’interno dell’Arco scaturisce una copiosa quantità d’acqua tale da far pensare ad una trasformazione del monumento in una fontana pubblica.
Ma al di là delle facili ironie quel che fa veramente arrabbiare i beneventani è che solo pochi anni fa si erano conclusi lunghissimi e costosi lavori di restauro che hanno interessato nella sua interezza il monumento più noto della Città ed è bene ricordare che fu riservata alla copertura una particolare attenzione al fine di preservare al meglio le figure scolpite sulle facciate già intaccate dalla vetustà e sottoposte all’inquinamento atmosferico.
Ora la dott.ssa Tomay della Soprintendenza Archeologica comunica che ha riscontrato solo alcune piccole fessurazioni della copertura che però evidentemente non dovevano verificarsi in così pochi anni dalla fine del restauro e pertanto ci si chiede di chi siano le responsabilità di questo lavoro così mal riuscito.
In compenso, si annuncia che nella settimana prossima inizieranno i lavori per ripristinare l’impermeabilizzazione della copertura, mentre secondo noi sarebbe necessario, e ci auspichiamo che questo accada, una attenta ispezione alle strutture interne dell’arco atta a scongiurare qualsiasi pericolo per la staticità dello stesso.
Infatti non è improbabile che il gocciolamento che persiste a distanza di oltre dieci giorni dalle ultime precipitazioni derivi non da generiche infiltrazioni ma da una raccolta d’acque che continua ad alimentare lo stillicidio presente in più punti del fornice.
Inoltre appare stridente il fatto che in una città storica come Benevento, mentre ci si attiva per inserire alcuni monumenti nel patrimonio mondiale dell’umanità, altri siti e testimonianze, altrettanto celebrati, giacciano abbandonati in attesa di restauro, manutenzione e valorizzazione.
Ricordiamo che negli ultimi sei mesi anche i reperti di Cellarulo sono stati gravemente danneggiati dalle inondazioni del Calore tanto da far prefigurare che la storia di questa Città possa d’ora in poi essere confrontata, sia pur in piccolo, con quella mitica del mondo sommerso di Atlantide.
S’impone, pertanto, una decisa inversione di rotta che coinvolga in un’ampia azione sinergica tutti gli organi istituzionali assieme ai cittadini affinché si elevi necessariamente il livello di salvaguardia dei beni storici-monumentali di Benevento che è divenuto insostenibile.
Benevento, 24 giugno 2011
per l’associazione “Gorgone Medusa”, Prof. Gianni dell’Aquila e Vincenzo Fioretti