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La lista ORA sul caso Zamparini: “La truffa del parco fluviale, i problemi del commercio e il lavoro precario”.

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Sandra Sandrucci – capolista di ORA

Da Il Quaderno del 21/04/2011

Lista Ora: ‘I retroscena dell’ipermercato i Sanniti. Ad arricchirsi è stato solo Zamparini’

Nostro servizio – Cosa rimane del Centro Commerciale ‘I Sanniti’? Cosa delle speranze di giovani neo assunti, dei commercianti, dei cittadini inorgogliti della grande distribuzione che finalmente aveva abbracciato la piccola città di provincia? Strascichi giudiziari, disoccupazione, mestizie amministrative. Una conferenza di riepilogo, nel primo assolato pomeriggio, è stata organizzata dalla lista ORA -Occorre Reagire Adesso, nell’area parco innanzi all’ipermercato di Via Valfortore. Le azioni dell’imprenditore Maurizio Zamparini, delle amministrazioni comunali Pepe e D’Alessandro e una presunta partecipazione alla vicenda dei coniugi Mastella hanno alimentato il dibattito intitolato: “La truffa del parco fluviale, i problemi del commercio e il lavoro precario”.

Il candidato sindaco di ORA, Antonio Medici, e gli aspiranti consiglieri: Sandra Sandrucci, Salvatore De Toma, Vincenzo Fioretti, Giuseppe Morone si sono alternati negli interventi coadiuvati da Gabriele Corona, a capo dell’associazione Altrabenevento.

Infine, è stata Alfonsina Piscopo, dipendente a tempo indeterminato Ipercoop, a manifestare un rammarico pragmatico. La chiusura dell’attività commerciale cooperativistica, a Benevento, a suo dire: ‘è’ un male, al di là di cosa ci sia dietro e di quanto sia stato illegittimamente compiuto. E’ un male perché finalmente avevamo conosciuto la dignità di un lavoro certo, ben retribuito e organizzato”.

Chi ha tramutato il bene in male? Chi ha fatto in modo che un’occasione di sviluppo divenisse l’ennesima mortificazione di territorio e speranze? Antonio Medici non ha mostrato alcuna esitazione nell’indicare le Giunte Comunali D’Alessandro (2001/2006) e Pepe (2006/2011) come le responsabili dell’epilogo infelice.

E’ su quella Pepe, però, che maggiormente si è soffermato, la stessa che lo ha visto per un breve lasso di tempo assessore al Lavoro. “Con la delibera n. 150 del 2006 – ha ricordato Medici – la Giunta Pepe autorizzò l’apertura del Centro Commerciale ‘I Sanniti’. Quella delibera non fu da me votata. Pure l’allora assessore Salvatore De Toma decise di non sottoscriverla. Quel modo di fare politica, quella gestione del sistema di potere ai miei occhi avrebbe sacrificato tutto per uno sviluppo non sostenibile”.

Le responsabilità tuttavia si allargano. Medici ha stigmatizzato infatti pure il comportamento dei sindacati: “Ricordo bene la riunione in cui i sindacati sollecitavano con eccesiva forza la Giunta affinché consentisse l’apertura del Centro Commerciale. In questa città il lavoro non è mai diritto o sviluppo ma ricatto”.

Gli strali del candidato sindaco sono stati poi rivolti all’escamotage utilizzato per ovviare alla legge regionale n. 1 del 2000 nella parte in cui, autorizzando per Benevento l’apertura d’un solo centro per la grande distribuzione, di fatto tagliava fuori la possibilità Zamparini.

“Si è ricorso alla ‘delocalizzazione’ di esercizi esistenti – ha detto Medici -. In tal modo, il Centro commerciale ‘I Sanniti’, così come prevede la legge sul commercio, non ha nemmeno dovuto pagare il dazio della lontananza dal centro cittadino creando di fatto una concorrenza insostenibile da parte degli altri esercizi commerciali esistenti, come quelli del centro storico”. Poi, la stoccata finale e politica: “Gli schieramenti a sostegno di Nardone, Tibaldi e Pepe si aggrediscono su tutto tranne che su una cosa, ‘I Sanniti’ di Zamparini. E ogni schieramento contiene al suo interno chi tale faccenda l’ha causata o semplicemente tollerata. Nessuno è capace di fare un’analisi? Ma soprattutto, chi l’ha promosso (la Giunta D’Alessandro, NDR), chi ne ha consentito l’apertura (la Giunta Pepe, NDR) sono fieri di quello che hanno realizzato?”.

E’ stato però Gabriele Corona, presidente dell’associazione Altrabenevento, a spiegare le questioni di carattere tecnico e giudiziario. “Il Centro Commerciale è stato costruito su un’area contigua al fiume Calore, dal 1971 destinata a ‘grande parco fluviale’. L’area totale è di 50.000 mq. Troppo pochi per realizzare la struttura, la strada e i 34.000 mq di parcheggi obbligatori.

Per ovviare a tali problemi, si indicò nel 2003 che l’area parcheggi sarebbe stata creata pure sul tetto e in un’ altra area, oltre la ferrovia. I posteggi sul tetto apparvero impossibili vista le 76 presenze sullo stesso tra lucernai e bocche di scarico per gli impianti. Allora, la Giunta D’Alessandro nel 2005 autorizzò la costruzione di posteggi per 22.900 mq fuori dall’area commerciale che formalmente dovevano essere utilizzati a servizio del Parco Fluviale e che dovevano essere ceduti gratuitamente al Comune.

Dalle realizzazioni di Zamparini, però, mancano 10.000 mq rispetto all’area promessa al Comune, così come manca la cessione della strada interna che doveva sbucare a Via Valfortore.

“Inoltre, Zamaprini si era impegnato a completare l’asse interquartiere Nord-Est per 1.930.000 euro e non ha provveduto – secondo Corona – per incomprensibili ritardi dell’Ente locale. L’imprenditore friulano ha inoltre risparmiato 800.000 euro. Quelli previsti per l’eliminazione dei passaggi a livello su Via Valfortore, perché il Comune non ha licenziato tutti gli atti necessari (come previsto nell’accordo con Zamaprini) entro il 12 ottobre 2008, a distanza di due anni dall’apertura”.

Queste le ragioni che hanno spinto Corona a chiedere che le indagini della magistratura si estendano anche al non rispetto degli accordi da parte di Zamparini. In particolare Corona vorrebbe essere certo che l’imprenditore non sia stato favorito in alcun modo.

Sandra Sandrucci, candidata consigliere per ORA, ha svelato ai presenti le cifre, chi guadagna e perché. A essere esclusi dagli utili, ovviamente, i lavoratori. Prima illusi dalla stabilità del lavoro e poi ritrovatisi con un pugno di mosche tra le mani. Mandi ha chiuso solo lo scorso dicembre, licenziando 26 dipendenti. Imminente è la chiusura della locale Coop che vedrà tra gli ottanta e i novanta lavoratori a rischio tra fissi e stagionali.

Ma le cifre. “L’unico a guadagnarci è stato Zamparini – ha affermato con un sorriso amaro la Sandrucci -. Ha ceduto tutta la proprietà alle banche con la formula del lease-back”. Il lease back è un contratto di vendita di un bene a un’istituzione finanziaria. Quest’ultima contestualmente lo assegna in locazione finanziaria (o leasing finanziario) al cedente. Il cedente si trasforma da proprietario del bene a utilizzatore che ha la possibilità di riscattare il bene al termine del contratto di locazione (diritto d’opzione d’acquisto).

Difatti, come ha rivelato la Sandrucci, Zamparini paga alle banche 1.3 milioni di euro all’anno per il leasing ma affitta la struttura per 1.2 milioni di euro alla Coop e ai restanti 46 commercianti per 2.2 milioni di euro per un totale di 3.4 milioni di euro.

E’ stato Giuseppe Morone, pure candidatosi per ORA, a sottolineare il dramma dei commercianti: “E’ scomparso il commercio di vicinato – ha esordito -. Mentre cadevano o annunciavano la loro debolezza supermercati come Alvi, Despar, Gs, mentre l’altro centro commerciale, il Buonvento, diminuiva la sua forza di vendita, gli amministratori non hanno affatto favorito il commercio.

Le loro sono state solo azioni palliative. Oggi, qualcuno mira alla costituzione di un Ente Fiera! Non mi pare che Morcone e Venticano, realtà storiche in tali termini, godano di economia fiorente esclusivamente grazie alla Fiera! Il problema pare essere solo quello di consentire e agevolare le aperture straordinarie del centro storico, ad esempio. Nessuno pensa che così ci sarà un lavoratore sfruttato, obbligato a lavorare 7 giorni su 7! Un ultimo esempio. Il 17 marzo è stato individuato come giorno di festa nazionale. Cosa ha fatto la Giunta Pepe? Ha consentito l’apertura dei negozi! Per me ciò è da considerarsi come grossa vergogna, politica e sociale”.

Salvatore De Toma, altro candidato consigliere, si è dichiarato ‘non vittima di Zamparini, ma del sistema di potere’. Nel 2006, infatti da assessore con le deleghe alla Partecipazione, Urp, Trasparenza, Difensore Civico, Statuto e regolamenti, Consulte, Laboratori di quartiere e Tutela dei cittadini nei confronti di racket ed usura, fu revocato dalla Giunta Pepe per aver abbandonato i lavori della delibera 150 succitata.

Ha poi ritenuto strano che a essere indagato per la vicenda Zamparini sia solo l’assessore Aldo Damiano e non altri nonostante alcuni atti siano per forza di cose collegiali, trovandosi d’accordo con quanto stigmatizzato dal senatore Pasquale Viespoli nella sua ultima conferenza stampa.

Ha poi lasciato il pubblico nelle mani di Corona e Fioretti chiedendosi: “Siamo l’unica alternativa a tale sistema di potere. Gli altri candidati hanno tutti in lista qualcuno che confina politicamente con la vicenda Zamparini. Che succederebbe con loro se venisse un altro imprenditore? Si concederebbero le stesse cose? Siamo contro la politica che attecchisce in una città servile perché povera ed emarginata”.

L’ambientalista Vincenzo Fioretti ha invece spiegato l’inadeguatezza dell’attuale area di mitigazione del parco fluviale, il tentativo durante la costruzione dei capannoni abusivi di alzare le sponde del fiume versandovi il terreno da diporto, segni della consapevolezza della inadeguatezza dell’area perché in zona a rischio alluvionale. Ha infine ammonito: “Sono gli interventi antropici a creare i disastri ambientali!”.

Coup de theatre finale a opera di Gabriele Corona. Prima ha citato un comunicato Ascoben, l’allora agenzia di stampa del Comune di Benevento, del 12 settembre 2006 in cui si rendeva conto dell’incontro tra l’assessore Aldo Damiano e Zamparini.

In esso, l’annuncio della consegna dell’area ex Ferrovie dello Stato a Zamparini per l’inizio dei lavori da lui promessi, da lì a due giorni, il 14. Inoltre, Zamparini avrebbe garantito a Damiano il proseguimento delle opere da donare alla città.

Poi, Corona ha ricordato un articolo dello stesso pomeriggio del Quaderno.it. Per una denuncia da parte degli ambientalisti e del Prc, in mattinata era scattata una richiesta di visita ispettiva per il giorno dopo, il 13, da parte dell’Ufficio Urbanistica allertando all’uopo due dipendenti.

I titolari dell’Iper il 12 pomeriggio avevano chiesto che a eseguire l’ispezione non fossero quei due dipendenti ma altri. Poi, Corona ha citato la presunta visita di Zamparini ‘accompagnato da due signori, tra cui un costruttore’, a casa Mastella, a Ceppaloni, alle 8 del mattino successivo, il 13 settembre. Questione, questa, per la quale Mastella il 18 aprile scorso ha preannunciato querela in sede penale e azione in sede civile nei confronti di Corona, smentendo categoricamente qualsiasi suo incontro con Zamparini.

Tiziana Nardone

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Leggi anche:     Gazzetta di Benevento,     Servizio fotografico de Il Quaderno.it, Elletv NTR24,   Corriere del Sannio,     Il Mattino,

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