Festa del Torrone di San Marco dei Cavoti, molti contributi e tanta disorganizzazione.
Stampa questo articoloLettera aperta al Dott. Francesco Cocca, Sindaco di San Marco dei Cavoti
Signor sindaco,
mercoledì scorso sono venuto con alcuni amici a San Marco per la Festa del Torrone, ma sono rimasto profondamente deluso per alcune ragioni che qui brevemente espongo.
Le premetto che per vecchia deformazione professionale e per il ruolo che svolge la associazione che rappresento, apprezzo e sostengo sempre gli sforzi delle nostre comunità locali che si orientano alla tutela dei beni ambientali e culturali, alla valorizzazione dei prodotti tipici e allo sviluppo del turismo per creare nuova occupazione.
Per questi motivi sono ritornato con piacere e curiosità nel paese che Lei amministra, uno dei più interessanti della provincia di Benevento, in occasione della Festa del rinomato torrone, quest’anno alla 10° edizione, che è stata annunciata come evento speciale anche grazie al finanziamento di circa 300.000 euro concesso dalla Regione Campania.
La prima brutta impressione l’abbiamo avuta quando nel pomeriggio siamo arrivati in paese e non abbiamo trovato alcuna indicazione sui servizi allestiti per la festa. Un cartello con il segnale di “divieto si accesso” ci ha accolti ma senza ulteriori indicazioni sui parcheggi da utilizzare ed il percorso da fare per raggiungere i luoghi scelti per le manifestazioni. Niente cartelloni, niente striscioni e nessuna segnaletica particolare.
In piazza Risorgimento, raggiunta grazie alle informazioni dei pochi passanti, abbiamo finalmente trovato lo stand della Proloco, efficace, dove ci hanno fornito il programma della manifestazione e le informazioni necessarie per visitare il paese, anche grazie alla interessante visita guidata.
Dopo aver visitato palazzo Jelardi siamo sbucati dinanzi a due capannoni montati per l’occasione. Il primo, con un allestimento arrangiato fatto di montanti e pannelli in legno, cavi elettrici a vista e moquette a terra, ma senza neppure un estintore da utilizzare in caso di incendio, era occupato da espositori delle mercanzie più disparate (salumi ed alimenti vari, bigiotteria, prodotti agricoli, articoli da regalo) ed un solo venditore di torrone, pugliese. I produttori locali esponevano lungo via Roma ma pure abbiamo avuto difficoltà a distinguerli tra negozi di vario genere, alcuni allestiti alla meno peggio.
Interessante il Museo degli Orologi da Torre, che conosco da tempo avendo partecipato alla organizzazione della prima mostra fatta a Benevento negli anno ’80, ma sorge in una parte del bel centro storico violentata dalla costruzione di una struttura moderna, assolutamente stonata rispetto al contesto, e da una enorme colata di cemento che ha distrutto parte di una stradina e di una vecchia scala in pietra.
Siamo andati via con delusione ed amarezza rinunciando a rimanere per la cena nel ristorante che è stato allestito in una vecchia struttura in muratura che, a quanto sembra, presenta ancora parti in amianto non rimosse. Ci siamo consolati un poco con il torrone che, inutile dirlo, è sempre un prodotto di grande pregio.
Spero che tali osservazioni possano essere utili per migliorare la manifestazione e le sarei grato se Lei volesse spiegare come mai si riscontrano tanti difetti organizzativi in una manifestazione che gode di corposi finanziamenti pubblici.
Distinti saluti
Il presidente – Gabriele Corona