La Voce delle voci in edicola dedica un lungo articolo a Nunzia De Girolamo.
Stampa questo articolodi Antonio Esposito [ 07/12/2010]
In un paio di mesi si e’ trasformata nello spot di sua Emittenza in giro per tutte le tivvu’. Ecco la story dell’irresistibile ascesa di Nunzia De Girolamo, ottima amica di Pasquale Lombardi – mister P3 – e della sua famiglia. E spunta anche un tal Viscione…
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Ha imparato bene come stare sui giornali e in televisione. Con un solo ideale nella testa: difendere a spada tratta, sempre e comunque, il suo amato capo Silvio Berlusconi. Questa la mission della rampante deputata beneventana Nunzia De Girolamo. «Il premier e’ troppo generoso – ha esclamato recentemente ad Annozero – stringe le mani, si ferma a parlare con la gente. Se ha aiutato la marocchina Ruby, l’ha fatto perche’ e’ troppo buono. Vogliamo condannarlo per il reato di generosita’?».
Uno slancio d’amore smisurato verso chi l’ha portata in parlamento, collocandola in lista al quinto posto e offrendole su un piatto d’argento l’elezione sicura. Fu, infatti, proprio Berlusconi a ricordarsi di lei al momento delle candidature, colpito dal simpatico regalo che Nunzia gli aveva fatto alla fine di un comizio a Napoli nel dicembre di tre anni fa. Si trattava di una bambolina di pezza, la pigotta, simbolo dell’Unicef. Entrata nel cuore del cavaliere, inizia una folgorante carriera. Stringe amicizia con Denis Verdini, uno dei coordinatori nazionali degli azzurri, e con l’ex ministro Claudio Scaiola. L’estate scorsa partecipa ad una delle tante feste di Villa Certosa ed e’ presente al vertice a Palazzo Chigi che decidera’ le dimissioni di Nicola Cosentino da sottosegretario, in seguito alla richiesta d’arresto per collusione con la camorra.
Insomma un’ascesa improvvisa e irresistibile per la giovane avvocatessa di Benevento, dopo una breve gavetta politica. E pensare che quattro anni fa si candido’ al consiglio comunale, ottenendo solo 178 preferenze, pur essendo sponsorizzata dal senatore Cosimo Izzo. La sua notorieta’ comincio’ col gossip, conquistandosi il soprannome di “Carfagna del Sannio”, quando il premier le invio’ sui banchi della Camera un bigliettino col quale l’autorizzava ad andare via, se avesse avuto in programma qualche incontro galante. Sulla scena nazionale fara’ ancora rumore quando proporra’ al cavaliere di andare a Pietrelcina, il paese di Padre Pio, a chiudere la festa provinciale del partito, proprio nei giorni in cui infuriava la polemica sulla presenza della escort Patrizia D’Addario a Palazzo Grazioli. Come puo’ un peccatore calpestare un luogo di penitenza? La geniale idea fu subito ritirata sotto una pioggia di critiche e battute ironiche. Finanche Il Giornale berlusconiano parlo’ di lei come di una «dilettante allo sbaraglio».
CARO PASQUALINO…
Il nome della De Girolamo e’ tornato alla ribalta con la pubblicazione delle intercettazioni effettuate dai carabinieri per scoprire gli intrighi della cricca e della nuova loggia, la P3, considerata dalla magistratura come una vera “cupola” lobbistica, organizzata per condizionare assetti politici ed istituzionali. Agli atti risulta una telefonata tra la intraprendente parlamentare e Pasquale Lombardi, geometra e giudice tributario, uno dei capi della cricca, avvenuta il 17 ottobre 2009. Al centro della conversazione sembra esserci la questione del lodo Mondadori, un argomento molto caro al presidente del consiglio. Le pressioni sui giudici mirano a non fargli pagare 300 milioni di euro di tasse allo Stato.
«Caro Pasqualino, ho parlato col presidente – dice al telefono De Girolamo – si e’ fatto ripetere piu’ volte il tuo nome, aspetta che gli porti qualche dettaglio… gli ho detto che sei tu quello che e’ delegato, quindi tu puoi fargli tranquillamente il mio nome… vuole sapere tutto su questa cosa… tienimi aggiornata, cosi’ io lo aggiorno costantemente». «Devo andare proprio dal presidente – comunica Lombardi – pare che a Palazzo Chigi dovremo andare. Io sto operando, poi ti spiego a voce quello che sto facendo».
Un altro dei protagonisti della cricca, Arcangelo Martino, durante gli interrogatori la chiama in causa, ricordando la sua presenza ad un pranzo da Tullio, un ristorante romano, durante il quale si doveva discutere del lodo Alfano. Martino spiega di aver ritenuto la De Girolamo «una velina» e per questo di aver rifiutato di parlare davanti a lei di questioni politiche.
QUANDO CALIENDO EL SOL
«Non conosco ne’ Carboni, ne’ Martino – smentisce la deputata sannita – non ho mai portato nessuno da Berlusconi. Conosco, invece, Lombardi, perche’ ha avuto rapporti con mio padre. Ricordo di aver partecipato anche ad un pranzo, alla presenza di numerosi magistrati e del sottosegretario Giacomo Caliendo». Il padre della parlamentare, Nicola De Girolamo, infatti, e’ direttore del Consorzio Agrario provinciale, nel cui comitato di vigilanza sedeva fino a qualche tempo fa il geometra Lombardi.
Altri contatti, pero’, intercorrono con lo stesso giudice tributario, che e’ originario di Cervinara. Il figlio di quest’ultimo, Gianfranco Lombardi, e’ amministratore unico della societa’ IVG (Istituto Vendite Giudiziarie) con sedi a Napoli, Benevento e Santa Maria Capua Vetere, che, su incarico delle sezioni fallimentari dei tribunali della Campania, si occupa di aste per vendere beni immobili pignorati. «Nella sede beneventana di IVG, che si trova a San Nicola Manfredi – ricorda Gabriele Corona, presidente di Altrabenevento – lavora Francesca De Girolamo, sorella dell’onorevole, ma questo non vuol dire ovviamente che Nunzia sia collusa con la P3. Inoltre, il consulente legale dell’agenzia e’ Sergio Clemente, genero di Paolo Viscione, coinvolto in passato in diverse inchieste giudiziarie». Oggi appassionato d’arte, Viscione negli anni ‘80 e’ stato il braccio destro dell’ex vice presidente del Csm, Nicola Mancino.
CARBONI ROVENTI
Ma anche l’ombra del faccendiere Flavio Carboni – altro pezzo da novanta della cricca – si allunga sul Sannio. Da una delle intercettazioni emerge infatti che l’imprenditore sardo, per ampliare i suoi affari nel campo energetico, cerca una societa’ «con i soci che vogliamo noi» e chiede ai suoi collaboratori di contattare, in sostanza, la Fortore Wind, una holding sannita che si occupa di impianti eolici, di proprieta’ per il 33 per cento della multinazionale svizzera BKW, la stessa che detiene il 94 per cento di un’altra sigla, Luminosa, che dovrebbe realizzare una centrale a turbogas di circa 400 megawat a Benevento, in contrada Ponte Valentino, contestata dagli amministratori comunali e provinciali e dagli ambientalisti. La rimanente parte di Luminosa appartiene alla societa’ Ingegno Energia, costituita a Napoli da Laura e Lorenzo Fasolino, figli di Marcello, noto imprenditore legato al Pdl.
Dopo l’autorizzazione della Regione la protesta e’ cresciuta perche’ la centrale e’ ritenuta inquinante, superata e non produce energia per il territorio. E’ stata presentata anche un’interrogazione al neo ministro Paolo Romani per bloccarne la costruzione. «Dalla De Girolamo – fa notare Corona – sono venute solo dichiarazioni formali di dissenso, timide contrarieta’, ma nessuna iniziativa concreta».
DONNE IN BAGARRE
I rapporti tra la spavalda deputata e il presidente della Regione Stefano Caldoro non sono proprio rosei (copione inverso, invece, per Mara Carfagna). Gia’ il giorno dell’insediamento della nuova giunta partirono le prime scintille ed un proclama di guerra. «Se Stefano Caldoro e Nicola Cosentino – promise la battagliera Nunzia – deluderanno i sanniti, negandoci un assessore, lavorero’ per un referendum per separarci dalla Campania, il popolo e’ stanco di esser figlio di una madre matrigna». Il Sannio non ha avuto l’assessore e l’ardore separatista, teso a costituire il Molisannio, e’ finito in una bolla di sapone. Nella polemica si inseri’ l’eurodeputata Erminia Mazzoni che, in pratica, accuso’ la De Girolamo di campanilismo infantile.
Non e’ la prima volta che tra le due berlusconiane scoccano frecciate pungenti. L’ultima riguarda la conduzione politica del Pdl a Benevento, di cui la De Girolamo e’ coordinatrice provinciale. Nel capoluogo, infatti, ben 10 consiglieri comunali su 14 sono passati nell’area finiana del senatore Pasquale Viespoli – capogruppo per Fli a palazzo Madama – formando il gruppo “Territorio e’ Liberta’”. «Non so se faremo mai dei veri congressi – bacchetta Mazzoni – ma non si puo’ rimanere indifferenti di fronte ad una diaspora cosi’ consistente, archiviando l’episodio con un comunicato stampa».
Prendendo esempio da Berlusconi, la baldanzosa Nunzia ribalta le accuse: «tra coloro che hanno lasciato il partito ci sono elementi di dubbia moralita’: uno e’ stato condannato per insolvenza fraudolenta, un altro ha una serie di giudizi a carico e un terzo ha illuso un sacco di lavoratori con una fabbrica-bluff». «Come mai li attacca solo ora – si chiedono in citta’ – perche’ non li ha sbugiardati quando militavano nelle file azzurre?».
Per potenziare i ranghi, la neo testimonial del premier al Sud (cosi’ viene etichettata dagli aficionados negli ultimi tempi dopo il diluvio di apparizioni mediatiche) apre le porte all’ex capogruppo regionale mastelliano Fernando Errico, subito nominato nel consiglio d’amministrazione del Consorzio Alto Calore Irpino, e al sindaco imprenditore di Montesarchio Antonio Izzo, che aspira ad una candidatura in parlamento. Una scelta non proprio fortunata, invece, e’ stata quella di appoggiare il sindaco di Telese Pino D’Occhio, arrestato per truffa e corruzione nell’ambito di una grossa inchiesta della procura di Benevento in cui fanno capolino anche sigle in odor dei Casalesi (per via di cospicui investimenti mattonari).
Nella scuderia di marca De Girolamo spicca poi l’editore Luca Colasanto, consigliere regionale (hanno in comune il portavoce, Luigi Barone).
GRAZIE, ZIA
Per il suo grande attivismo, intanto, lei riceve i complimenti del premier con una telefonata nel corso dell’ultima festa provinciale. «Stai facendo un lavoro egregio – esulta Berlusconi – questo significa che anche una donna bella puo’ raggiungere grandi risultati. Nunzia, brava, brava, brava».
Non la pensano cosi’ i 700 precari della scuola nel Sannio, saliti nei mesi scorsi sul tetto del provveditorato per protestare contro i tagli del governo. Tra le protagoniste della lotta perfino sua cugina, Daniela Basile, che a fine agosto ha fatto lo sciopero della fame. E la figlia della Basile, Gaia Russo, scrive una lettera aperta per chiedere alla “famosa zia” di non restare indifferente. «Mia madre sta rischiando la vita per il diritto al lavoro – afferma la ragazza – ma tu resti senza far niente, nemmeno una telefonata per accertarti della sua salute. Ti sei dimenticata di tutti, pensi solo a te».