Alla Fondazione Iacocca di San Marco dei Cavoti, di formazione manageriale neanche l’ombra.
Stampa questo articoloUNA STORIA DI MALGOVERNO E MALCOSTUME CON SPRECHI A CARICO DELLA COLLETTIVITA’
Nell ‘ottobre del 2008, in occasione della presentazione della Fondazione Iacocca , venne distribuita una piccola brochure nella quale si definiva la “Mission” del neonato centro di formazione manageriale.
Un progetto faraonico , “tutto volto ad incrementare la leaderschip globale e locale , a sostenere lo sviluppo delle capacita’ professionali , manageriali ed imprenditoriali del territorio, sia in ambito nazionale che internazionale.”
Piu’ in particolare la Fondazione si poneva come obiettivo prioritario quello di “contribuire all’ evoluzione generale del sistema economico, sociale e culturale del mezzogiorno d’Italia, attraverso lo sviluppo di collaborazioni tra imprese italiane ed americane e da ultimo agevolare i flussi di persone , di idee e di capitali.”
A San Marco , in poche parole, si voleva scimmiottare la tradizione delle ben piu’ affermate cittadelle di formazione manageriale, una sorta di Bocconi in salsa fortorina.
Ma con quali competenze? Con quali risorse ? Con quale rendicontazione ?
Se lo sono chiesti in molti , visto che questo gigantesco carrozzone per adesso non ha partorito nulla.
La struttura negli ultimi tempi e’ stata utilizzata solo per qualche estemporaneo appuntamento gastronomico: festa del torrone, sagra della pannocchia , degustazioni varie.
Anche i consiglieri comunali di minoranza hanno espresso molte perplessita’, e al riguardo hanno redatto un preciso documento ed una puntuale richiesta di chiarimenti.
Ovviamente non e’ stata data alcuna risposta.
Di questa misteriosa business school , o piu’ semplicemente di questo immobile vuoto, c’e’ anche da appurare se c’e’ un riconoscimento giuridico, ovvero un decreto ministeriale che autorizzi l’attivita’ formativa.
In secondo luogo bisognerebbe anche sapere chi sono gli organi che amministrano la Fondazione, quali sono i programmi formativi specifici previsti e con quali risorse si intende finanziarli.
Da ultimo, capire perche’ il restauro del Palazzo Colarusso, sede della Fondazione, e’ stato eseguito con le risorse destinate al PIT distretto tessile, attraverso una impropria e arbitraria gestione del denaro pubblico.
Non e’ ardito affermare che siamo di fronte ad progetto cervellotico e lunare, sostenuto dai politicanti che non hanno esitato minimamente a mettere le mani sul business “ Iacocca “, utile occasione per accontentare munerosi consulenti e docenti iscritti sul libro paga del partito del Presidente , che tra l’altro si e’ autonominato a vita.
Un altro brutto esempio di sperpero di denaro dei contribuenti, in presenza di ben altre urgenze della comunita’ sammarchese.
A questo punto non viene neanche da chiedersi quale sara’ il futuro della Bocconi de’ noantri.
Forse se ne riparlera’ quando sara’ tempo di presentare i bilanci e avviare la procedura per la quotazione in borsa.
AL NASDAQ di New York, si intende.
Per ora bisogna accontentarsi di una autocelebrazione, un po’ di passerella di provincia ed una lezione di leaderschip.
ANTONIO DE NIGRO