Viespoli e Mastella sulla base dei risultati elettorali per il parlamento europeo chiedono le dimissioni del sindaco di Benevento.
Stampa questo articoloMastella e Mazzoni: risultato straordinario
Viespoli: ora è evidente, a Palazzo Mosti e alla Rocca c’è una minoranza che non è l’opposizione
Primi commenti di Clemente Mastella e Erminia Mazzoni dopo l’elezione. «Innanzitutto ringrazio – dice Mastella – per l’ospitalità datami dal Pdl ma, più di tutti, sono grato a coloro che mi hanno visto per ciò che effettivamente sono, mi sono proposto agli elettori spogliato di ogni forma di potere, tantomeno ho potuto usufruire del sostegno di apparati. Ho vinto una scommessa con me stesso. L’elezione, per come è avvenuta, è da considerarsi un risultato assolutamente straordinario. Riavvio da questo dato la mia battaglia per il Mezzogiorno, impegnandomi a rappresentare vita natural durante, e con tutte le mie capacità, il Sud ed il Sannio, per contraccambiare l’affetto e la solidarietà che la città e la provincia hanno voluto riservarmi». «Si tratta – commenta Erminia Mazzoni – di un’elezione costruita in tempi brevissimi, frutto del lavoro di una buona squadra oltre che di un buon candidato, che aveva l’obiettivo non tanto di arrivare all’elezione di una persona, quanto l’inaugurazione di un progetto politico nel quale si crede». Circa il dato dell’intera circoscrizione, la neo eurodeputata fa rilevare che è più elevato rispetto a quello nazionale. In quanto al risultato di Benevento, la Mazzoni osserva che «evidentemente la città ha apprezzato lo sforzo del Pdl, confortato da circa il 50% dei voti». Quindi, una considerazione nei confronti del partito: «Si sono visti gli effetti dell’apertura operata dal Pdl nei confronti di altre esperienze. Ringrazio l’intero partito, il senatore Izzo, l’on. Formichella e tutti gli altri rappresentanti parlamentari e amici che mi hanno sostenuta in Campania e nelle altre regioni ma, ovviamente, sono grata in particolare ai cittadini che hanno creduto in me». Il sottosegretario Viespoli parla di «risultato eloquente, sia quello provinciale che quello di Benevento». E, a proposito della città, rimarca: «Sono i numeri a parlare, è un dato importante, ancor di più se lo si rapporta a quello della stessa circoscrizione o a quello nazionale. Il Comune? Ogni cosa a suo tempo, ad ogni modo mi pare di poter dire una cosa, ben sapendo che si votava per l’Europa e non per il Comune, sono state proprio le ultime sortite a segnalare il loro fallimento, non solo per il dato colto dal Pdl, ma sopratutto per quello registrato dal Pd. In conclusione, alla Rocca ed a palazzo Mosti c’è una minoranza, ma non è l’opposizione».
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Da Il Mattino del 13/06/2009
«Pepe mi ha sfidato. Ha perso, ora vada a casa» Mastella: ha proposto un referendum contro di me, comportandosi da spretato, i cittadini hanno fatto giustizia
GIANNI DE BLASIO Anche la conferenza stampa che Clemente Mastella tenne un anno e mezzo risultò affollatissima, più di ieri mattina. Lo scenario non cambia, la sala dell’hotel President è gremitissima, i giornalisti sono soverchiati da antichi e nuovi amici del neo eurodeputato. La differenza è una sola, sostanziale, a gennaio 2008 da questa sala si avviava il funerale del governo Prodi, qui Mastella revocò l’appoggio al Professore, annunciando il sostegno esterno, che poi si tradurrà in sfiducia. Ieri mattina, invece, si è celebrato un matrimonio, quello tra il Mastella ed il Pdl, con 111.000 e passa elettori a fare idealmente da testimoni. Ed, infatti, Mastella non esita a dire che è questa la sua collocazione politica naturale, così come attesta la recente vicenda elettorale: «Ho riscontrato sintonia ed amicizia, un modo di stare assieme che non immaginavo, senza registrare mai la pur minima sensazione di avversione nei miei confronti». Per l’ospitalità avuta nella lista del Pdl reitera i ringraziamenti. Certo, se l’è vista brutta, ma alla fine, grazie sopratutto al voto popolare, ecco questa «piccola resurrezione». Dopo umiliazioni, difficoltà e disagi inimmaginabili, ha vinto la scommessa ed è di nuovo in campo, una discesa fra acclamazioni insperate nelle dimensioni. Sopratutto perché, come era giusto che fosse peraltro, ha dovuto scalare montagne senza l’ausilio dell’ammiraglia, un pò come quei ciclisti di una volta che, con il tubolare sulle spalle, erano costretti a provvedere autonomamente in caso di foratura. «Sapevo bene che non avrei potuto disporre di apparati, assessori, ministri e senatori vari. Ed, allora, mi sono affidato direttamente al “cuore” degli elettori, quella marea di anonimi che hanno proiettatto il Pdl a livelli stratosferici. Pensate, Benevento, assieme a L’Aquila, è l’unica provincia laddove viene oltrepassata la soglia del 50 per cento». Al risultato straordinario della lista si accompagna quello personale definito eccezionale, grazie all’affetto di 82 mila cittadini nella sola Campania, «che mi collocano alle spalle del presidente Berlusconi». «Non sarò Clemente» è il titolo del libro che Mastella presenterà venerdì: il primo a verificare che ha intenzione di tener fede al titolo è stato Fausto Pepe. Il sindaco di Benevento, secondo l’ex Guardasigilli, ha invitato a votare tutti tranne lui: «Ha indetto una sorta di referendum, pensava che fossi politicamente morto, un comportamento da spretati, quelli adusi a parlar male della propria fede dopo averla lasciata. Ma l’urna ha fatto giustizia, ha perso il referendum e, moralmente, deve andare a casa. Sento che il centrosinistra fa polemica sui parlamentari nominati, questa è la legge, che il Pd non contrastò mentre io votai contro, volendo la preferenza. E, poi, se proprio vogliamo parlare di nominati (De Girolamo ha parlato pure degli «indicati»), chi più del sindaco di Benevento? Si candidava a consigliere ed oltre i 300 voti non andava, è ben noto che è stato nominato da noi. Per questo, sono rimasto sbigottito di fronte al suo comportamento, non per la scelta politica, ma per le modalità umane, in un momento tremendo per me e la mia famiglia. Fortunatamente, mi hanno ripagato i cittadini, accordando alla mia persona gli stessi voti intercettati dal Pd i cui candidati il sindaco ha fatto apertamente votare». A casa deve andare pure Cimitile, non certo per la vicenda personale ma è inaccettabile la doppiezza togliattiana, per cui quando si subisce il ribaltone si parla di voltagabbana e, quando se ne beneficia, i protagonisti avrebbero tenuto fede al mandato elettorale. Il futuro prossimo, almeno in fatto di appuntamenti elettorali, sono le regionali. Ci sarà ancora l’Udeur? Acclarato che la collocazione nel centrodestra è strategica, Mastella non ha potuto fornire una risposta netta. «Intanto, è preferibile tener conto del meccanismo elettorale, nel senso che più ampio è il ventaglio di liste e maggiori possibilità di successo si possono avere, ad ogni modo congressi alle porte non ne vedo, deciderò assieme agli allenatori (Berlusconi e Fini) in quale ruolo sarà più opportuno che io mi schieri. E, poi – ha aggiunto – non si dimentichi che io di amici ne ho ancora tanti, studieremo con i dirigenti del Pdl la soluzione più opportuna. Per ora, il problema lo sollevate solo voi giornalisti».