Obbligo di dimora a Pomigliano per Cimitile. Su Facebook un gruppo a sua difesa.
Stampa questo articoloGli avvocati del Presidente della Provincia di Benevento ancora non rendono noto il provvedimento del GIP con le motivazioni dell’arresto. E’ interessante, al proposito, l’articolo che segue di Dario Del Porto.
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Corriere del Mezzogiorno del 10 giugno 2009
Inchiesta sui falsi collaudi dei cdr per rifiuti campani
Revocati domiciliari per Cimitile. Ma resta obbligo di dimora a Pomigliano: non potrà esercitare le funzioni di presidente della provincia di Benevento
NAPOLI – Il gip del Tribunale di Napoli Aldo Esposito ha revocato gli arresti domiciliari al presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, indagato nell’ambito dell’inchiesta sugli impianti Cdr in Campania. Secondo quanto si è appreso, il giudice ha sostituito la misura degli arresti domiciliari con l’obbligo di dimora nella sua città, Pomigliano d’Arco. Dunque in un centro dell’hinterland napoletano distante da Benevento. È possibile che i suoi legali chiedano l’elezione di dimora nel Sanio. si vedrà. Cimitile è coinvolto nell’inchiesta su presunti falsi collaudi degli impianti di rifiuti Cdr (oggi chiamati Stir) della Campania. Leggi tutta la vicenda.
10 giugno 2009
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Dichiarazione del Presidente della Provincia di Benevento prof. Aniello Cimitile.
Provincia Benevento- Comunicato Stampa n. 803 del 10 giugno 2009
Preso atto del provvedimento del Gip del Tribunale di Napoli che gli ha revocato oggi pomeriggio gli arresti domiciliari, il presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, ha rilasciato la seguente dichiarazione.
«Lo stesso Giudice che ordinò gli arresti domiciliaria ha disposto oggi per la revoca degli stessi. Si tratta indubbiamente di un passo in avanti, ma non mi basta. L’interrogatorio cui sono stato sottoposto nei giorni scorsi mi ha ulteriormente rafforzato nella convinzione che il collaudo tecnico-amministrativo dell’impianto di CDR di Casalduni sia stato svolto con il massimo del rigore, della correttezza e della professionalità. Pertanto aspetto con fiducia una giustizia che sia, nello stesso tempo, veloce e giusta. In particolare, attendo con serenità le determinazioni che sulla vicenda vorrà trarre il Tribunale del Riesame a partire da lunedì prossimo. Colgo l’occasione per ringraziare quanti, e sono davvero centinaia, hanno voluto esprimere nei miei confronti solidarietà, affettuosa vicinanza e stima: in particolare ringrazio i miei insigni Colleghi, i giovani laureati e gli studenti che mi hanno inviato messaggi toccanti. A tutti risponderò personalmente non appena possibile».
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Revocate l’ arresto di Cimitile
Repubblica NAPOLI – 09 giugno 2009
L’ INTERROGATORIO è durato tre ore, il caso politico invece rimane aperto perché Aniello Cimitile, presidente Pd della Provincia di Benevento, da mercoledì scorso agli arresti domiciliari per falso nell’ ambito delle indagini sui collaudi degli impianti di cdr, attende ora la risposta del giudice Aldo Esposito sull’ istanza di libertà presentata dal suo difensore, l’ avvocato Claudio Botti. Nei giorni scorsi il centrosinistra si era diviso sulle eventuali dimissioni di Cimitile, ipotesi respinta dal Pd ma auspicata da Di Pietro in caso di conferma della misura da parte del Riesame. Prima però dovrebbe arrivare la decisione del gip Esposito, prevista quasi certamente per domani. In queste ore i pm Alessandro Milita, Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, che coordinano l’ indagine condotta dalla Dia (ma non viene preso in esame alcun episodio legato a fatti di criminalità organizzata) e dalla Guardia di Finanza, esprimeranno il parere. Poi il giudice provvederà. A questo snodo guardano anche gli altri quattordici indagati agli arresti domiciliari. Per lunedì prossimo invece è fissata l’ udienza davanti al Tribunale del Riesame. La tornata di interrogatori di “garanzia” si è conclusa ieri, quando oltre al presidente della Provincia di Benevento hanno risposto alle domande anche la docente universitaria Rita Mastrullo e il professionista Luigi Travaglione, entrambi (come Cimitile) assistiti dall’ avvocato Botti. Tutti hanno respinto le accuse, ribadendo che i collaudi sugli impianti per la produzione di cdr non prevedevano «valutazioni sul risultato». Il compito attribuito alle commissioni, ha affermato Cimitile, era quello di verificare la «corrispondenza tra il progettato e l’ eseguito. Se devo collaudare un’ automobile appena uscita dalla fabbrica – ha spiegato l’ esponente del Pd – devo vedere se ha quattro ruote di un determinato diametro, non posso sapere cosa accadrà dopo». Quanto all’ impiego di un macchinario, il “trituratore”, diverso da quello previsto inizialmente, i collaudatori hanno spiegato di aver agito nella consapevolezza che quella modifica fosse stata «autorizzata dal commissariato straordinario». E comunque, ha evidenziato Cimitile, «le difformità tecniche non erano tali da creare alcun tipo di difficoltà». Versioni che sostanzialmente ricalcano quelle fornite da quegli indagati già sentiti nella prima fase delle indagini. Oggi intanto si potrebbe parlare delle polemiche legate alle indagini sul ciclo dei rifiuti e allo stralcio delle posizioni dei prefetti Alessandro Pansa e Guido Bertolaso nella riunione del plenum del Csm che sarà presieduta per l’ occasione dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano. All’ ordine del giorno ci sono i nodi legati al rapporti fra procuratore e sostituti. Materia finita all’ attenzione dell’ organo di autogoverno proprio a seguito dello strappo tra Lepore e i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, determinato dalla decisione con la quale il capo dell’ ufficio aveva stralciato la posizione dei prefetti dall’ elenco degli imputati del processo “Rompiballe”. Dopo il dibattito di oggi, Lepore deciderà sulla richiesta di assemblea avanzata nei giorni scorsi dai sostituti. – (d. d. p.)
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Da la Repubblica, 4 giugno 2009
La vicenda rifiuti della Campania è una cloaca che non cessa di sversare liquami: di ogni tipo. Impianti fuorilegge: blitz a Napoli per i falsi collaudi
Autore: Del Porto, Dario
Il progetto di gestione dei rifiuti in Campania doveva essere portato avanti «a tutti i costi», dunque se necessario anche «cercando in ogni modo di occultare» le inadempienze e le criticità che di volta in volta venivano rilevate. Una «logica scellerata», la definisce il giudice Aldo Esposito, che avrebbe non solo «caratterizzato in questi anni il lavoro del commissariato straordinario, ma anche «influenzato l’opera dei collaudatori, dei direttori dei lavori e dei responsabili di progetto» dei sette impianti di cdr realizzati nella regione. Da questa ipotesi d’accusa, e sul presupposto della ritenuta «assoluta inidoneità tecnica di quegli impianti», parte l’inchiesta sui collaudi sfociata ieri nella emissione di quindici ordinanze di custodia agli arresti domiciliari nei confronti di docenti universitari, tecnici e altri professionisti. A tutti è contestato il reato di falso ideologico. Fra i destinatari del provvedimento, il presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, Pd, coinvolto nella qualità di presidente della commissione di collaudo dell’impianto di Casalduni.
Il suo arresto apre un nuovo fronte nel dibattito fra gli schieramenti a pochi giorni dal voto. «Non commento fatti che non conosco – dice il segretario del Pd Dario Franceschini – ho rispetto per la magistratura, spero che faccia bene e in fretta il suo lavoro. Io non penso mai ai complotti, altri lo fanno». Daniele Capezzone, del Pdl, afferma: «Non siamo giustizialisti, ci basta la valutazione politica. È stato il Pd a creare l’emergenza rifiuti che il governo Berlusconi sta risolvendo». Cimitile, difeso dall’avvocato Claudio Botti, potrebbe essere interrogato già nelle prossime ore. Il suo portavoce lo descrive «colpito da un provvedimento che ritiene ingiusto, errato e sproporzionato» ma anche «fermamente convinto che dal punto di vista tecnico il collaudo, peraltro solo tecnico-amministrativo, fu compiuto con rigore e professionalità».
L’indagine è stata condotta dagli agenti della Dia diretti dal capo centro Maurizio Vallone (ma non riguarda alcun episodio di criminalità organizzata) e dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza. La richiesta di custodia, firmata dai pm Alessandro Milita, Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, con il coordinamento del procuratore aggiunto Aldo De Chiara, è stata integrata anche con la documentazione acquisita il 20 maggio scorso dalla finanza presso il termovalorizzatore di Acerra. I fatti si riferiscono a un periodo compreso fra il 2001 e il 2006. Il giudice Aldo Esposito ha emesso la misura solo per gli episodi più recenti (anche se potenzialmente già coperti da indulto) rigettando la richiesta per gli altri. La procura ritiene che nei certificati di collaudo sia stata «falsamente attestato» il rispetto da parte di Fibe il rispetto del contratto d’appalto.
E sono considerati falsi anche gli atti del collaudo «nella parte in cui si è attestata la conformità degli impianti installati rispetto a quelli previsti dal progetto»: dalle indagini infatti è emersa la modifica di alcuni macchinari «senza autorizzazione della stazione appaltante e senza che i collaudatori abbiano constatato la accertata difformità». I fatti inducono il giudice a una «lettura ex post dell’emergenza rifiuti in Campania: la verifica dell’effettivo buon funzionamento degli impianti – si legge nell’ordinanza – avrebbe scongiurato l’entrata in vigore di un sistema di smaltimento frutto di una colossale truffa».
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Il Gruppo su Facebook a sostegno di Cimitile