Altrabenevento: la Centrale a turbogas molto impattante anche per il metanodoto e l'elettrodotto.
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6 aprile 2009
Domattina, presso il Ministero dell’Ambiente, sono stati convocati i rappresentati del Comune di Benevento, della Provincia, della Regione Campania e dell’Arpac per esprimere il parere finalizzato al rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale per la Centrale Termoelettrica da 385 mega watt di potenza che la società Luminosa vorrebbe costruire alla confluenza dei fiumi Calore e Tammaro, vicino alla linea ferroviaria Roma-Bari proprio di fronte al Ponte Valentino.
Si tratta di una Centrale che occuperà un’area di circa 180.000 metri quadrati, sulla quale oltre ai forni per bruciare il metano, produrre vapore e far girare le turbine e i camini, sono previsti gli impianti per trattare l’acqua usata per raffreddare la centrale, anche mediante particolari processi chimici, prima dell’immissione nel fiume.
E’ certo,quindi, l’aumento dell’inquinamento dell’aria a causa della concentrata combustione di grandi quantitativi di gas in zona particolarmente critica per la stagnazione dell’aria umida dovuta alla morfologia del territorio e alla presenza dei fiumi. E’ certo anche l’aumento dell’inquinamento e della temperatura dell’acqua dei fiumi con inevitabili conseguenze sul loro ecosistema.
Ma l’impatto negativo della centrale deve essere valutato anche in relazione alla costruzione degli impianti connessi. Il progetto, infatti, prevede la costruzione di un metanodotto interrato di 4,8 chilometri per portare il gas dalla centrale della SNAM di Pietrelcina fino a Ponte Valentino, passando lungo le sponde del fiume Tammaro che la Soprintendenza Archeologica considera “zona di grande interesse archeologico”. Per trasportare la corrente elettrica prodotta è prevista la costruzione di un elettrodotto interrato di circa 2 chilometri, una sottostazione di smistamento elettrico, anch’essa interrata, ed il potenziamento dell’elettrodotto esistente per una lunghezza di 8,3 chilometri, con l’inevitabile aumento dell’inquinamento elettromagnetico.
Vanno considerate, inoltre, tutte le reti di tubi necessarie per trasferire il calore prodotto dalla centrale alla zona industriale che attraverseranno il fiume in più punti.
Tutto ciò per costruire una Centrale proposta nel 2003 e che ora è assolutamente anacronistica in una provincia che punta sempre di più alle fonte energetiche rinnovabili, come ha ricordato efficacemente Cosimo Rummo, Presidente di Confindustria dalle colonne de Il Sannio Quotidiano di domenica scorsa.
Finora, però, agli atti del Ministero dell’Ambiente risultano pervenute solo le osservazioni critiche di Altrabenevento del 9 febbraio scorso, inviate anche al Comune di Benevento, alla Provincia e alla Regione Campania. L’Amministrazione provinciale si è attivata recentemente per esprimere il proprio parere nella riunione di domani al Ministero, mentre il Comune di Benevento si è impantanato nella ricerca di atti e di competenze. Speriamo che domani, le nostre istituzioni locali sappiano adeguatamente rappresentare gli interessi delle popolazioni e tutelare il territorio con le sue ricchezze e le sue potenzialità di sviluppo minacciate dal tentativo speculativo di costruire una centrale elettrica che al Sannio non serve.
Il presidente- Gabriele Corona