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Corona risponde a Damiano che lo accusa di manipolazioni giudiziarie.

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Comunicato stampa del 13 settembre 2013

Aldo Damiano ha tenuto ieri una conferenza stampa, annunciando di voler svelare le sue clamorose verità sulle sue disavventura giudiziarie, ed invece ha rappresentato un teorema ridicolo che si regge su dimenticanze, omissioni e contraddizioni.

In sintesi, l’ex-assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici, nonché ex-capogruppo di se stesso in Lealtà per Benevento, sostiene di essere vittima dell’accanimento giudiziario del Sostituto Procuratore della Repubblica Antonio Clemente, manovrato dal sottoscritto, benché innominato.

Damiano è imputato nel processo Zamparini e indagato in alcuni altri procedimenti penali per vari reati ed è stato sottoposto alla misura cautelare dell’arresto per corruzione. Per l’ex assessore tutto sarebbe cominciato nel 2006 quando, nel corso di un colloquio riservato, avrei tentato di imporgli alcune cose da fare come assessore all’Urbanistica, a proposito di Ipermercato Zamparini, alloggi Conca al Rione Libertà e palazzo Passarelli al Viale Atlantici. Al suo rifiuto sarebbe cominciata la guerra da parte mia con vari esposti e denunce che avrebbero indotto il pm Clemente a perseguitarlo.

La tesi è ridicola e volgare e la ricostruzione dei fatti è completamente falsa. Com’è noto lavoro al settore urbanistica e fu il neo assessore Damiano subito dopo le elezioni a giugno 2006 a chiedermi di fare il punto sulle quelle vicende, oggetto di dossier di Altrabenevento, che egli da consigliere comunale di opposizione, nel 2005, aveva seguito e condiviso: il dossier sul Pru del rione Libertà, quello sull’ipermercato Zamparini e quello su Piazza Duomo. Ho i documenti che posso esibire anche in tribunale se Damiano ritiene.

Nel corso della chiacchierata con Damiano, fatta durante l’orario di lavoro, parlammo di quelle vicende per gli aspetti che riguardavano il settore Urbanistica e poi anche di organizzazione del lavoro degli uffici, per i quali mi chiese un parere come sindacalista. Solo dopo 8 anni Damiano denuncia le mie presunte pressioni. Perché non fui sottoposto allora a provvedimento disciplinare o denuncia?

L’ex-assessore in verità una volta mi ha querelato, ma per diffamazione per il caso Conca e ha poi ritirato la querela perché gli conveniva.

Damiano accenna al conflitto con l’ufficio di Vigilanza edilizia su alcune questioni importanti come palazzo Passarelli e le sub-aree, ma non ne spiega le ragioni. Per palazzo Passarelli, quell’ufficio riteneva illegittima la concessione edilizia rilasciata perché non rispettava la sagoma dell’edificio preesistente. Il tribunale gli ha dato ragione ordinando l’abbattimento di una parte. Per le sub-aree, la Vigilanza edilizia segnalò la necessità di annullare circa 20 concessioni edilizie per edificare in aree periferiche perché non prevedevano la realizzazione e la cessione al Comune di aree e urbanizzazioni. Damiano non volle sentire ragioni e sotto la sua gestione furono rilasciate altre 20 concessioni, giudicate poi illegittime prima dalla Regione Campania e poi dal pm Clemente, che ha ipotizzato vari reati edilizi ed urbanistici. Lo scontro con la Vigilanza ha procurato a Damiano anche una condanna per aver diffamato il dirigente di quell’ufficio, Luigi Panella.

Nel tentativo di presentarsi vittima dell’accanimento giudiziario del dottor Antonio Clemente, Damiano dimentica che altri giudici ne hanno accolto le tesi e lo hanno rinviato a giudizio oppure ne hanno disposto l’arresto.

Quel magistrato ha lasciato la città dopo i ripetuti attacchi di potentati e grumi di malaffare, e adesso anche quelli, come Damiano, che finora hanno espresso fiducia nella magistratura, cominciano a spargere veleni. So che altre torbide operazioni si stanno preparando contro Clemente, contro Altrabenevento e contro il gruppo della Digos che ha condotto indagini importanti. Sarebbe interessante sapere che cosa ne pensa l’Associazione magistrati di Benevento, che, secondo un giornalista bene informato, si sarebbe risentita per qualche mia dichiarazione sulle incompatibilità presso il tribunale di Benevento, ma non per gli attacchi ripetuti al collega giudice, ritenuto adesso addirittura un pupazzo nelle mani di un dipendente comunale.

Gabriele Corona

 

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