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Oltre Fausto Pepe, ma contro la restaurazione delle famiglie e dei vecchi potentati

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Comunicato stampa del 17 luglio 2013

Nei giorni scorsi Mario Zoino, consigliere comunale di Sel, e Rita Marinaro, dirigente di quel partito, sono intervenuti a mezzo stampa per esprimere, seppur con toni diversi, il disagio di Sinistra Ecologia e Libertà per i risultati dell’azione amministrativa al Comune di Benevento che finora hanno sostenuto.

Nella discussione, è intervenuto a sproposito Antonio Medici, candidato sindaco alle ultime amministrative, con una serie di insulti verso Zoino, colpevole di essere troppo vicino a Fausto Pepe e di esprimere posizioni che sarebbero state manovrate da me attraverso cattivi consigli “pro sindaco”. Non è la prima volta che Medici, che si dichiara ormai fuori dalla politica, intervenendo su qualche sito e su Facebook, tra i commenti sulle questioni più disparate e le allusioni ad aspetti misteriosi delle vicende giudiziarie, alimenta il solito teorema: Fausto Pepe è il nemico pubblico numero uno insieme ai suoi amici tra i quali io prima di tutti.

Medici da oltre un anno non spiega quali sarebbero le mie responsabilità, e neppure chiarisce i suoi riferimenti a fatti giudiziari che gli dovrebbero essere noti, come persona informata sui fatti. Continua a non dire nulla, ad esempio, sulla Cooperativa San Valentino coinvolta nella vicenda giudiziaria “mani sulla città” e che si è dichiarata vittima del sindaco malversatore. Come e da chi è nata quella società? Come ha fatto ad avere l’incarico dal Comune per la custodia dell’area archeologica dell’Arco del Sacramento o del parco di Cellarulo? Medici non spiega neppure qual è stato il suo ruolo nella società Kess destinataria di finanziamenti del Comune di Benevento e soprattutto di ingenti fondi ministeriali per un servizio sperimentale di vigilanza sull’arco di Traiano, che non ha mai funzionato nonostante il software dell’esercito israeliano.

Risulta oramai chiaro che le strumentali e misteriose polemiche di Antonio Medici nei miei confronti servivano solo a giustificare l’abbandono della politica, dopo la mancata elezione in consiglio comunale, per dedicarsi esclusivamente ad attività professionali. In questo modo egli ha mandato all’aria il progetto politico del movimento “Ora” sostenuto generosamente dai candidati nella lista, dai supporters e da oltre mille elettori per costruire un’ alternativa al duopolio centrodestra – centrosinistra.

Come ho dichiarato pubblicamente subito dopo le elezioni comunali, questa amministrazione non reggerà per l’intera consiliatura perchè lacerata da vicende giudiziarie, da debiti e dal cannibalismo del Pd. Ho sostenuto pure, nei miei interventi come Altrabenevento o come Slai Cobas, che dalle inchieste in corso non è finora emersa una responsabilità penale predominante a carico di Fausto Pepe ma enorme è la sua responsabilità politica.

Nel 2006 il centrosinistra e i movimenti furono capaci di mandare a casa il centrodestra ma anche di tenere in un ruolo non predominante quelle famiglie e quei potentati che si sono sempre richiamati ai partiti del centrosinistra. Quell’esperienza nasceva da due anni di opposizione in consiglio comunale e trovava coagulo intorno ad un programma di mandato. In questi anni Fausto Pepe ha mostrato di non essere capace di continuare quell’azione innovativa, il programma di mandato è stato tradito molte volte, le famiglie e i potentati hanno di nuovo preso il sopravvento. Confermo il giudizio stroncatorio nei confronti di questi amministratori: devono andare a casa, che siano artefici o collusi con il malaffare oppure incapaci di arginarlo, la differenza può contare sul piano giudiziario ma non su quello politico.

Che cosa succede però oltre Fausto Pepe? La domanda va posta e le risposte possono essere diverse.

Gli avversari politici ci stanno pensando da tempo al semplice avvicendamento; Mastella, che si è lamentato dei suoi rinvii a giudizio, spera che le indagini della magistratura sul Comune di Benevento gli possano consentire di riprendere in mano la città, magari con qualche nuovo accordo trasversale, dopo quello con Nardone, questa volta con Umberto Del Basso De Caro; nel Pd si ragiona da qualche mese sulla possibilità di presentare Fausto Pepe come capro espiatorio e di tenere unita la coalizione intorno ad un candidato sindaco che potrebbe essere Raffaele del Vecchio o Luigi Diego Perifano; i grillini, che finora non hanno mostrato grandi capacità di intervento sulle questioni amministrative, si accontentano di una lista che spunterebbe qualche consigliere di opposizione. E gli altri? Quelli che non vogliono la restaurazione delle famiglie e dei vecchi potentati, come si organizzano?

Gabriele Corona

 

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