A Pietrelcina un castello da 10 milioni di euro per ortaggi sott’olio.
Dal Sannio Quotidiano del 23 settembre 2012
Pietrelcina, per il turismo milioni al vento.
Gli investimenti nella cittadina di san Pio si rivelano un flop.Corona porta alla luce il caso della tenuta agricola il Mastio. “Appartiene alla famiglia Ionico. Costata 8 milioni di euro non è mai stata aperta”
di Teresa Ferragamo
Pietrelcina dimenticata. Gli investimenti milionari per far decollare il turismo più redditizio che si conosca, quello religioso, legato nella fattispecie al nome di San Pio, si rivelano un flop. Un buco nell’acqua, sempre, quale che siano i progetti e le somme investite. Succede così che una struttura che ricorda i castelli della Scozia, sulla quale si sarebbe concentrato un investimento finanziario di circa 9 milioni di euro, che avrebbe dovuto coniugare turismo e tradizioni, resta di fatto inutilizzato, un fortino a uso e consumo di chi, non si sa, una cattedrale nel deserto di Pietrelcina che, però, toglie il fiato per la bellezza. Mastodontica, la tenuta agricola (sic!) appartiene a una famiglia assai nota in città. Non poteva passare inosservata una struttura così, non tanto a lungo. Se ne accorge Gabriele Corona, presidente di Altrabenevento, e si accendono i riflettori. Il punto numero uno è: il turismo come occasione mancata.
“Di tanto in tanto – attacca Corona- i nostri amministratori si ricordano che il turismo potrebbe rappresentare veramente una grande occasione per lo sviluppo del Sannio, ma in genere si limitano ad annunciare programmi di promozione e valorizzazione che si riducono all’organizzazione di qualche sagra o sfilata di moda. Invece sembra che ultimamente il Comune di Pietrelcina voglia fare sul serio ed infatti ha firmato un protocollo di intesa con il Comune di Benevento per offrire un prodotto che non si limiti ai luoghi che ricordano Padre Pio ma che utilizzi le risorse di un comprensorio più vasto”.
Ma quando si va a sollevare il velo sopra le apparenze, le cose sono diverse da come sembrano. “In verità – dice infatti Corona- gli amministratori pietrelcinesi si erano già impegnati a lavorare in questa direzione nel 1998 quando insieme al comune capoluogo, alla Camera del Commercio e all’EPT avevano organizzato una serie di iniziative tra le quali l’incontro con diversi Tour Operators stranieri. Anche quell’occasione, però, fu sfruttata solo per farsi un pò di propaganda.
Adesso, finalmente, dopo 14 anni, l’idea di un prodotto turistico che utilizzi le risorse di Pietrelcina, Benevento e poi l’enogastronomia e l’artigianato artistico, sembra tornato nell’agenda politica, ma bisogna fare i conti anche con i danni che l’incuria e gli impegni non rispettati hanno prodotto, soprattutto in termini di investimenti inutilizzati. Con il nuovo accordo- spiega- gli amministratori dei due comuni, dopo aver annunciato di volere “investire risorse finanziarie, umane e strumentali per valorizzare in chiave turistica i propri attrattori, ecc. ecc.” si impegnano tra l’altro, a “favorire la nascita di nuove attività turistiche nell’ambito dei rispettivi territori, anche attraverso piani urbanistici comunali che contengano la previsione di congrue superfici da destinare all’insediamento di strutture ricettive (art. 4)”.
Arriva poi la lenzuolata di interrogativi retorici. “Altri alberghi nonostante il calo di presenze registrato a Pietrelcina dalla santificazione di padre Pio ad oggi? Altre strutture ricettive? E di che tipo?” Corona coglie l’occasione per ricordare ad esempio, che a Piana Romana, è stata realizzata “con corposi finanziamenti pubblici la “Casa del pellegrino” che è assolutamente inutilizzata e di conseguenza, abbandonata e vandalizzata (foto 1). Recentemente – racconta – l’ha acquistata la ASL per la modica spesa di 2.036.000 euro, ma non la utilizza.”
“E’ difficile pensare – provoca il presidente di Altrabenevento – che adesso si possano chiedere altri soldi pubblici per nuove strutture ricettive quando si registra un calo di presenze notevole rispetto a dieci anni fa. Gli amministratori di Pietrelcina pensano ad investimenti di privati? E quali? E chi potrebbe rischiare in questo momento di crisi?”
Ed ecco che spunta il caso della tenuta agricola Il Mastio: “Sempre a Piana Romana -spiega Corona- uno dei luoghi cari a Padre Pio, è stata costruita una struttura ricettiva enorme che però non è mai stata aperta al pubblico. In verità inizialmente, nel 2002, le autorizzazioni richieste al Comune di Pietrelcina dalla società Kerres srl di Colle Sannita, riguardavano la ristrutturazione di un vecchio casolare per adibirlo alla trasformazione di ortaggi da coltivare sul terreno attiguo. Il progetto faceva proprio riferimento alla produzione prevista di 15 quintali di carciofi, 40 di pomodori, 30 di melanzane, 20 di peperoni, 100 di zucchine, 30 di cetrioli, 15 di fagiolini e 100 di lattughe”.
Peccato che di quella produzione neppure l’odore. “Ma evidentemente- schernisce il numero uno dell’associazione ambientalista e contro il malaffare – dopo la santificazione del frate con le stimmate e l’arrivo di due milioni di pellegrini all’anno, anche gli imprenditori della Kerres si erano convinti che bisognava puntare sul turismo e la ricettività alberghiera con ristorante annesso. Il Comune, a quanto pare, ha concesso le autorizzazioni necessarie e quindi, al posto del casolare dove confezionare ortaggi sott’olio, è sorto un castello enorme, in pietra viva con torrette di avvistamento, proprio sulla “via del Rosario”. (foto 2 e 3) Si chiama “Il mastio” che era la dimora del feudatario, la parte più fortificata ed inespugnabile delle antiche roccaforti medievali. All’interno c’è un lussuoso ristorante con cantina e cucina interrata, mentre di lato e sul retro, sorge un’altra grande struttura, in stile moderno, dove sono ubicate le camere e gli altri servizi”. (foto 4).
Una struttura abnorme di cui Corona rende noto anche l’ammontare dell’investimento. “L’investimento è enorme (tra gli otto e i dieci milioni di euro) a testimonianza che la Kerres credeva davvero di poter trainare lo sviluppo del turismo a Pietrelcina, al punto che l’amministratore della società Maurizio Ionico, ex dipendente del Comune di Benevento, poi diventato imprenditore, ad agosto 2007 veniva nominato responsabile del settore turismo, spettacolo ed enogastronomia della Confartigianato di Benevento.
Il mese dopo, a settembre del 2007, “il mastio” era pronto ed apriva al pubblico per una sfarzosa festa di nozze. Da allora, però, l’enorme struttura ricettiva, rimane chiusa. É stata utilizzata pochissime volte e sempre per le feste dei soci, familiari di Maurizio Ionico. Infatti, il fratello Luigi che è stato consigliere e poi assessore al Comune di Benevento, e le rispettive consorti, possiedono, insieme ad alcuni amici, l’intero capitale sociale della Kerres di circa 82.000 euro”.
“Evidentemente – chiosa Corona – la crisi del turismo a Pietrelcina si sente e forse sarà per questo motivo che la Kerres ha pensato di tornare all’idea originale, cioè coltivare ortaggi, e perciò ha chiesto ed ottenuto dalla Regione Campania un contributo di € 26.674 per l’acquisto di macchine agricole e ha montato l’insegna con la scritta “Il Mastio, azienda agricola” (foto 5). Dopo questa esperienza, come pensa il Comune di Pietrelcina di convincere altri imprenditori privati ad investire in turismo sul suo territorio?”