Eco-balle a Morcone: dopo 13 anni la popolazione si mobilita nuovamente.
Foto: Il Tratturo della Transumanza
L’8 novembre il Commissario Straordinario per la Emergenza Rifiuti in Campania ha indicato quale possibile sito per lo stoccaggio di eco-balle, anche la cava non attiva di Colle Alto in territorio di Morcone. E’ una scelta scellerata e la popolazione si mobilità immediatamente, come accadde 13 ani fa, quando la Camorra aveva cominciato a sversare materiali tossici e nocivi su un terreno verso Santa Croce del Sannio. Il Sindaco di Morcone, Rosario Spatafora si dimette dalla carica di Assessore Provinciale ai Trasporti, in polemica con il Presidente Nardone che ha scelto il sito. Gli amministratori della provincia di Benevento si nascondono, quelli molisani, invece, si oppongono con decisione alla discarica al confine con la propria regione.
Diversi esposti vengono presentati alla Procura della Repubblica e alla Commissione Parlamentare Antimafia, soprattutto per le strane procedure connesse all’acquisto recente di quella cava.
ALTRABENEVENTO
associazione per la città sostenibile contro il malaffare
via Annunziata, 127 – Benevento
Le BALLE degli amministratori per la discarica a Morcone.
Nonostante tutti i nostri politici discettino da anni di trasparenza della pubblica amministrazione e di partecipazione dei cittadini alle decisioni che riguardano l’uso del territorio, ancora non è possibile sapere a quale uso dovrebbe essere destinata la ex cava di Colle Alto di Morcone.
Il 14 marzo 2007 fu convocata dal presidente della Provincia la assemblea dei sindaci per decidere cosa fare dopo la approvazione della nuova legge regionale che impone lo smaltimento dei rifiuti nelle province dove gli stessi sono prodotti. Si sarebbe dovuto discutere, quindi, dell’avvio del piano pronto da 10 anni per la separazione presso le famiglie dei rifiuti secchi da quelli umidi-organici e poi degli impianti di compostaggio e delle piattaforme di selezione della frazione secca, ed invece si discusse, come al solito, solo di discariche. Alla fine si decise che su 18 siti proposti solo 6, tra i quali la discarica inattiva di Colle Alto di Morcone, risultavano idonei per realizzare una discarica per sversare 240.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati e 60.000 tonnellate di eco-balle da tempo ammucchiate a Toppa Infuocata di Fragneto Monforte.
Si tratta di quelle balle di materiali vari che non possono essere bruciati perché contengono materiali pericolosi come ha accertato la Magistratura che le ha sequestrate.
A quella assemblea erano presenti oltre ai sindaci, diversi assessori e consiglieri provinciali, i consiglieri regionali dell’Udeur, Fernando Errico e Sandra Lonardo, i deputati Costantino Boffa- DS e Francesco Caruso –PRC – il quale, “elogiando la legge regionale sulla provincializzazione dei rifiuti”, dava atto che il metodo adottato per la scelta dei siti, “non accetta campanilismi”.
Il 5/11/2007, Carmine Nardone, presidente della Provincia, ha segnalato al Commissario Straordinario per l’Emergenza Rifiuti della Campania, anche la cava inattiva di Colle Alto di Morcone quale sito idoneo per lo stoccaggio definitivo di 300.000 tonnellate tutte di “ecoballe da
Il 9 novembre il Commissario per la Emergenza Rifiuti ha emesso un comunicato con il quale ha indicato la stessa cava di Colle Alto per lo “stoccaggio provvisorio” di ecoballe senza indicarne la provenienza.
Allora di cosa stiamo parlando?
La Provincia pensa al una discarica in fossa per rifiuti vari più ecoballe; Nardone pensa ad un accumulo di 300.000 tonnellate di ecoballe da coprire con terreno e il Commissario Pansa vorrebbe realizzare una montagna di ecoballe da coprire con un telo e quindi sottoposte anche a pericolo di incendio.
Benevento, 6 dicembre 2007 Il presidente- Gabriele Corona
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Il pericolo “ecoballe a Colle Alto” non è ancora scongiurato: la palla torna al Comune di Morcone e al Tavolo Tecnico convocato dalla Provincia.
La decisione del Commissario Straordinario per l’Emergenza Rifiuti di utilizzare Casalduni per lo stoccaggio provvisorio di ecoballe provenienti dal napoletano, fa tirare un sospiro di sollievo ai Comitati che si sono mobilitati contro la individuazione della cava di Colle Alto, ma il pericolo non è passato del tutto. Alcuni misteri debbono essere necessariamente svelati ed una decisione definitiva deve essere assunta prima delle prossime elezioni provinciali.
La stampa locale ha già riferito di un progetto che prevede la realizzazione a Casalduni, nell’area della ex-fungaia, di un impianto per la “inertizzazione” delle ecoballe che dovrebbero poi essere “utilizzate per la ricomposizione delle cave dismesse”. E’ noto che il sito di Casalduni ed anche quello di Toppa Infuocata di Fragneto Monforte non sono cave dismesse e pertanto l’ipotesi di Colle Alto di Morcone rimane come opzione possibile per accumularvi un quantitativo non ancora definito di “ecoballe essiccate” provenienti da Casalduni.
Per quanto mi risulta, proprio nella riunione del cosiddetto Tavolo Tecnico, convocata dalla Provincia e alla quale hanno partecipato il Comune di Morcone e i rappresentanti del locale Comitato, il Presidente Nardone aveva ipotizzato la possibilità di trattare le ecoballe per evitare il pericolo di percolato e di sistemarle poi a Colle Alto in modo da riempire il vuoto della cava inattiva.
Bisogna chiarire inoltre il mistero della proprietà della cava di Colle Alto, venduta all’Asta dal Tribunale di Benevento a seguito di fallimento del proprietario. La prima asta di due anni fa fu aggiudicata alla Ditta Venditti, proprietaria di una cava attiva ma quasi esaurita confinante con quella dismessa, che offrì 2.300.000 euro circa, a fronte di una base d’asta di 160.000 euro. Venditti era sicuro che l’area della ex-cava e dei terreni adiacenti, sarebbe stata inserita nel nuovo Piano Regionale delle Cave, ma quando in seguito venne a sapere che quel Piano tardava ad essere approvato, rinunciò ad acquistarla.
L’asta è stata ripetuta nel giugno scorso e si è conclusa il 29 ottobre con aggiudicazione alla Ditta Procaccini Anna per 510.000 euro. Pare che il Piano Cave sia ancora bloccato e questo potrebbe spiegare l’atteggiamento rinunciatario di Venditti, ma non spiega perché la ditta Procaccini abbia comunque insistito per acquisire, versando tre volte il valore stimato, una cava di fatto esaurita. Non è secondario, pertanto, sapere se quel Piano Cave sia stato definitivamente approvato e sia capace di autorizzare una estensione notevole delle possibilità estrattive nella zona. Se così fosse, allora quella non sarebbe una cava dismessa e pertanto non potrebbe essere utilizzata, né ora, né dopo le elezioni provinciali, come luogo di stoccaggio di ecoballe. Ma se il Piano Cave era stato approvato prima dell’asta del 29 ottobre, perché il Tribunale ha attribuito il valore di appena 160.000 euro per quell’area che il Commissario Straordinario potrebbe espropriare per farci la ricomposizione ambientale con le ecoballe, pagando, con i soldi dei contribuenti, una indennità di molto superiore a quanto la ditta ha pagato per aggiudicarsi l’asta?
09/12/2007 Il Presidente Gabriele Corona