Claudio Ricci, capogruppo PD alla Provincia, confonde gli interessi pubblici con quelli di alcuni privati
Da Il Sannio Quotidiano del 25 giugno 2912
Ptcp-Puc, Ricci: “Le imprese dell’Asi non si toccano”
“Non si può pensare di affondare le aziende. Bisogna evitare il conflitto tra istituzioni. Gli strumenti urbanistici dispongono per l’avvenire. Le situazioni pregresse vanno salvaguardate come diritti acquisiti. Il conflitto tra il Piano provinciale e comunale rischia di costringere al trasferimento aziende come Mondosider e il pastificio Rummo”
di Teresa Ferragamo
L’Asi non si tocca. Claudio Ricci, capogruppo pd in Consiglio provinciale e sindaco di San Giorgio del Sannio, ha le idee chiare: l’area industriale di Ponte Valentino va difesa, costi quel che costi. Ma difesa da cosa? Dall’attacco a testa bassa del Piano urbanistico comunale di Benevento. Perché la vexata quaestio è sempre la stessa e resiste, nonostante i tentativi di composizione in Conferenza dei Servizi: il Ptcp che si è adeguato al Piano regolatore dell’Asi prevede la possibilità di edificare, nell’area dell’agglomerato di Ponte Valentino, nella fascia di 50 metri dal fiume Tammaro; mentre il Comune con il Puc vieta di edificare nella fascia dei 300 metri dalle sponde. Una norma che, però, il Comune ha inserito tenendo conto della proposta di Ptcp fatta dalla Provincia nel 2009. Ma la giunta provinciale cambia idea e accoglie una sollecitazione dell’Asi, così da questo momento secondo il piano provinciale nella fascia dei 300 metri dai fiumi si può costruire, se si tratta di zone Asi. La giunta provinciale del 29 maggio scorso ha, infatti, adottato il Piano territoriale di coordinamento provinciale aderendo alle richieste dell’Asi. Ora il punto è: qual è la previsione prevalente, quella che salva l’Asi e i suoi stabilimenti industriali, o quella del Puc che promette di metterli in serie difficoltà? Ricci è un Democratico che sa come far valere le sue ragioni, anche quando qualcuno salta su a dire che le cose non stanno esattamente così. E sul conflitto Puc-Ptc-Piano Asi dice: “La vocazione industriale dell’area di Ponte Valentino va assolutamente salvaguardata. Le situazioni pregresse, ormai consolidate, vanno rispettate, sono come diritti acquisiti”. Fuori dal lessico cifrato, vuol dire che: non si può pensare di dislocare stabilimenti come Mondosider (la cui produzione però è ferma) o come il pastificio Rummo. Troppo dispendioso, oneroso per le aziende che sarebbero, se costrette al trasferimento, pronte anche a chiedere un risarcimento danni all’Asi, che però di soldi non ne ha in cassa. “Gli strumenti urbanistici – sostiene perciò Ricci – dispongono per l’avvenire e il rispetto delle aree Asi viene prima di qualsiasi Ptcp o Puc. In questo periodo –chiarisce – di crisi profonda, non si può pensare di mettere in difficoltà le imprese. Le aziende vanno sostenute con azioni di supporto che le aiutino a crescere. L’obiettivo deve essere di sciogliere i lacci e lacciuoli che possano compromettere la crescita imprenditoriale e economica nel nostro territorio”.
Ma quello tra strumenti urbanistici rischia di trasformarsi anche in un conflitto tra istituzioni. Tanto che Ricci dice: “Bisogna evitare a ogni costo il conflitto tra le istituzioni, che non possono e non devono essere in contrasto tra loro. Nel bene comune, la classe dirigente deve sempre lavorare per la ricerca di un equilibrio, per risolvere e non complicare i problemi”.
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Il Commento di Altrabenevento del 26 giugno 2012
Il capogruppo dei consiglieri provinciali del Partito Democratico, Claudio Ricci, intervenendo sulla polemica relativa alla compatibilità del Piano Urbanistico Comunale rispetto al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, ha dichiarato senza mezzi termini che Provincia, Comune e Consorzio ASI, devono trovare un accordo mettendo al primo posto gli interessi delle aziende di Ponte Valentino. Ricci aggiunge che in questo momento di crisi economica, tutelare le imprese vuol dire fare gli “interessi pubblici” e per questo motivo il pastificio Rummo e lo stabilimento Mondosider “non si toccano” nel senso che non devono essere delocalizzati. Poi aggiunge che tocca al Comune capoluogo modificare il PUC per rendere edificabili le aree industriali che ricadono nei corridoi ecologici dei fiumi Calore e Tammaro.
Bisogna dare atto che Ricci, sebbene provenga dalla scuola democristiana, non usa mezze parole ed ha il pregio di esprimere quello che pensa, senza infingimenti. Il suo discorso, però, è viziato da alcuni clamorosi errori.
Innanzitutto va ricordato che la DELOCALIZZAZIONE degli stabilimenti industriali che si trovano nella fascia di 200 metri dai fiumi, è prevista non dal PUC di Benevento, bensì dall’art. 17 delle Norme Tecniche di Attuazione del PTCP, norma già contenuta nella proposta approvata dalla Giunta Provinciale con la delibera 407 del 16 luglio 2010 votata anche da Ricci che allora era vice presidente. Evidentemente egli era distratto e neppure ha saputo, da autorevole rappresentante della maggioranza guidata dal presidente Cimitile, che quel comma è stato confermato nella nuova versione delle N.T.A. adottata dalla giunta provinciale il 29 maggio scorso.
Secondo errore: Mondosider non è uno stabilimento attivo. Il capannone nel quale non si svolge alcuna attività, è stato venduto dal Consorzio ASI alla famiglia Varricchio a marzo del 2011 nonostante esso sia interessato da un procedimento di pignoramento tuttora in corso da parte dell’Artgiancassa per un prestito mia restituito da parte dei vecchi proprietari di 450.000 euro. Al momento della vendita, l’ASI e i Varricchio sapevano bene che quel capannone dista dal fiume meno di 150 metri dal fiume e si trova in piena zona alluvionale, al punto che anche la Protezione Civile ne prevede la evacuazione in caso di piena del fiume Tammaro. Quell’area è classificata come E1, verde vincolato, e quindi inedificabile, nel PUC adottato dal consiglio comunale il 27 luglio 2011 a seguito di Decreto Ambientale della Regione Campania. Nonostante ciò, il 29 luglio del 2011, cioè due giorni dopo la adozione pubblica del PUC, la società Mondosider presentò il progetto per ampliare, addirittura, lo stabilimento e il Consorzio ASI, lo stesso giorno, deliberò il suo parere favorevole.
Vorrei, quindi, ricordare a Claudio Ricci che il “preminente interesse pubblico” è anche la difesa dell’ambiente nel quale tutti viviamo soprattutto se si tratta di corridoi ecologici e fluviali in aree a rischio di esondazione, perché i cosiddetti “disastri ambientali, ad esempio le alluvioni, che portano morti e disastri, si verificano per scelte sbagliate dei nostri amministratori e non certo per la malvagità di madre natura.
Evidentemente Ricci è tra quelli che preferiscono le lacrime di coccodrillo dopo i disastri che comunque richiedono enorme spese con fondi pubblici, piuttosto che ragionare in termini di previsione e nel rispetto delle regole e quindi della legalità, altro “bene pubblico” da tutelare di cui i nostri amministratori si ricordano solo quando devono fare bella figura in qualche convegno.
Speriamo che la posizione di Claudio Ricci sia isolata e che il suo partito, il PD non la pensi come lui.
Gabriele Corona