Anche De lorenzo commenta il comunicato di Altrabenevento sugli arresti negati.
Con il comunicato del 10 agosto scorso, Altrabenevento a proposito delle richieste di arresto per false attestazioni di invalidità, aveva scritto: “……. Il secondo ricorso è stato presentato ancora da Clemente e dal sostituto procuratore, Giovanni Tartaglia Polcini, contro la decisione del GIP, dott. Flavio Cusani che ha respinto le richieste di arresto per alcuni avvocati e medici, tra i quali anche consulenti e periti del tribunale, per una presunta truffa connessa alle attestazioni di invalidità…..”. Ecco il commento di Giuseppe De Lorenzo.
Da Gazzetta di Benevento del 12 agosto 2010
Giuseppe De Lorenzo: Il lavoro dei magistrati appare appannato da atteggiamenti contraddittori come quello di nominare consulenti degli inquisiti. Non permettete che accada. Allontanate da voi chi sta cercando di patteggiare la pena e chi nel corso di una perquisizione ha fatto trovare in casa prove inconfutabili…
Sulla vicenda giudiziaria dell’Ipermercato Zamparini che in qualche modo è legata a quella sulle false invalidità, interviene con una nota Giuseppe De Lorenzo, già assessore comunale e responsabile del Servizio di Psichiatria dell’Asl presso il “Rummo”. Ecco cosa scrive.
“In molti, anche i tanti che, come me, in occasione del ferragosto, sono lontani per ferie, stiamo seguendo l’ultima vicenda, in ordine di tempo che, ancora una volta, permette di evidenziare il sistema corruttivo che ha invaso anche la nostra comunità e che, oggi, con certosina pazienza, è smascherato da un sistema giudiziario che, grazie ad alcuni magistrati, sta uscendo da un torpore durato fors’anche troppo.
Intendo riferirmi alle due ultime inchieste di cui si è avuta notizia: quella relativa all’ipermercato Zamparini e l’altra delle pensioni di invalidità.
Senza entrare, e non sarebbe mio compito, sul diverso parere assunto dai quattro magistrati titolari dell’inchiesta, Clemente e Tartaglia Polcini, da un lato e Cusani e Di Carlo, dall’altro, alcune riflessioni appaiono d’obbligo.
I quattro giudici, così come la legge stabilisce a tutela del cittadino, sono stati di parere discordante ed io, per quel che mi compete, rispetto il diverso orientamento, trattandosi, tra l’altro, di autorevoli rappresentanti del nostro tribunale.
Epperò, dapprima è doveroso precisare che la fuga di notizie che, come ebbe a rilevare Gabriele Corona, che, ormai da mesi corre in città di bocca in bocca, non sia giustificabile.
Il silenzio più assoluto, in casi del genere, è quanto mai doveroso. Nomi che si rincorrono, che si intersecano tra loro, alimentano, in ultimo, un chiacchiericcio che smorza l’opera meritoria dell’indagine egregiamente condotta da Clemente e Tartaglia Polcini.
Tutto ciò non rende merito, così come sarebbe doveroso, a chi sta infondendo fiducia in tanti che non ne avevano più nei confronti della magistratura.
Sebbene l’inchiesta sia coperta dal segreto istruttorio, la città pretende, considerando il clamore che si è verificato, di conoscere i nomi.
Eppoi, a Clemente e Tartaglia Polcini, dal mio modesto angolo visuale, vorrei porre una domanda, la stessa che, da tempo, si pone la stragrande maggioranza dei medici onesti della nostra città. In anni non lontani, ho condotto una lunga e solitaria battaglia contro un sistema quanto meno discutibile relativo al rilascio delle pensioni di invalidità. Come al solito, toccando interessi consolidati, il silenzio.
Ecco perchè l’opera di Clemente e Tartaglia Polcini, oggi per allora, rende giustizia a quel mio asserito.
Sembra, però, invero strano, che qualche sanitario coinvolto nella precedente inchiesta, sia rimasto al suo posto. Si sa che, per la condanna definitiva, sia necessario attendere i tre gradi di giudizio, tuttavia, è impensabile che tutto resti inalterato come se nulla fosse accaduto.
Qui, si è all’assurdo che venga nominato perito dai magistrati dello stesso tribunale di Clemente e Tartaglia Polcini qualche medico sotto processo. Tutto questo è incomprensibile, terribilmente incomprensibile.
Ecco, sarebbe auspicabile che i due titolari dell’attuale inchiesta, nei limiti loro imposti, cerchino di bloccare tale assurdità, anche perché, in questo modo, il loro lavoro, la fiducia che stanno ridando al cittadini, lo schierarsi contro un sistema incancrenito, in ultimo, appare simile alla lotta di don Chisciotte contro i mulini al vento.
No, giudici Clemente e Tartaglia Polcini, ed anche Cusani e Di Carlo non potete permettere che chi sia inquisito, chi sta cercando di patteggiare la pena, chi, nel corso di una perquisizione, ha fatto trovare in casa prove inconfutabili, continui imperterrito per la sua strada avendo la fiducia dei vostri stessi colleghi magistrati.
Tutto ciò appare assurdo. Semplicemente assurdo”.