Il Comune ci ripensa ancora: l’ecomostro non si deve abbattere.
Passarelli, il progetto va adeguato alla sentenza.
Urbanistica La commissione edilizia chiede al proprietario di integrare la richiesta di permesso di costruire
In apparenza, il responso della commissione edilizia riguardo palazzo Passarelli potrebbe definirsi «tutto ed il contrario di tutto». In realtà, i commissari intendono esprimersi su un progetto aggiornato, adeguato ai dettami della sentenza del Consiglio di Stato. «La commissione, visti gli atti di cui alla proposta progettuale n. 2, ritiene che la stessa debba essere conformata ai dettami in ordine alle volumetrie ed alle altezze di cui alla sentenza del Consiglio di Stato n. 1833 del 31.3.2010, ovvero: volumetria massima realizzabile metri cubi 13.750,18; l’immobile da ristrutturare è sottoposto al limite massimo di volumetria consentita fuori terra pari a quello dell’immobile preesistente, senza che possa avere influenza il limite dell’altezza del fabbricato da realizzare se non per quanto disposto dal piano particolareggiato che come ricordato nella sentenza n. 4645/2008, prevede comunque che sia lasciata “libera visuale verso la valle del Sabato adattandosi al terreno”. Ed, inoltre, il progetto deve sottostare ai vincoli indiretti imposti dalla Soprintendenza, ossia non oltrepassare l’altezza di villa Perrotta. La commissione edilizia ha discusso ieri mattina la controversa pratica Passarelli, l’edificio al viale Atlantici la cui costruzione è ferma da tempo a seguito di un lungo contenzioso che vede contrapposti da una parte la ditta costruttrice ”sostenuta” dal Comune, e dall’altra i ”frontisti”, cioè gli abitanti della zona sostenuti dal comitato di quartiere Zona Alta, i quali hanno denunciato le violazioni edilizie relative soprattutto alla maggiore altezza dell’edificio rispetto a quello preesistente. In effetti, la ditta Passarelli aveva chiesto al Comune l’autorizzazione ad abbattere l’edificio in mattoncini rossi che sporgeva sul viale Atlantici di un solo piano, per costruire un nuovo edificio alto due piani in più. Nel 2005 il dirigente del Settore Tecnico aveva rilasciato l’autorizzazione che, però, l’Ufficio di vigilanza edilizia comunale ha ritenuto illegittimo perché la ricostruzione doveva essere autorizzata nel rispetto della sagoma dell’edificio preesistente, quindi con le stesse dimensioni in larghezza, profondità ed altezza. La questione è stata portata anche all’attenzione della Procura della Repubblica, che ha contestato i reati edilizi con rinvio a giudizio del titolare della ditta costruttrice e dei tecnici comunali che hanno autorizzato la nuova costruzione. Lungo e complesso è anche il contenzioso finito innanzi al Tar e al Consiglio di Stato, dove però, il Comune, per volontà dell’attuale amministrazione, si è sempre costituito a sostegno di Passarelli contro il comitato dei ”frontisti”. L’ultima decisione del Consiglio di Stato viene letta, però, in modo diametralmente opposto dalle parti in causa. Il comitato Zona Alta ritiene che la sentenza pronunciata il 31 marzo scorso abbia dato ragione alla loro tesi, cioè la necessità di abbattere tutte le parti in eccesso rispetto alla sagoma dell’edificio preesistente; la ditta Passarelli è invece convinta che il Consiglio di Stato, contrariamente a quanto deciso dal Tar, abbia stabilito che l’edificio non debba rispettare vincoli di altezza ma solo la volumetria massima di 13.750 metri cubi. Di conseguenza Passarelli ha ritirato il progetto di sanatoria che prevedeva l’abbattimento di due piani sul viale Atlantici per realizzare un solo livello e il tetto com’era l’edificio preesistente, ed ha presentato una nuova proposta che non prevede abbattimenti rispetto ai tre piani realizzati sul Viale Atlantici, con la trasformazione del piano terra a porticato di uso pubblico dal quale usufruire del paesaggio. La commissione edilizia ieri mattina ha esaminato la proposta di Passarelli e non l’ha respinta, limitandosi a chiedere integrazioni, seppure in apparenza contraddittorie.