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Una bambina rimane carbonizzata e diventa occasione per l’ennesimo atto di sciacallaggio politico. L’articolo de Gli Italiani

Foto da Gazzetta di Benevento

Gli Italiani del 29 aprile 2010

Gli sciacalli su una tragedia familiare

di Eleonora Mastromarino

Una bambina di 7 mesi muore carbonizzata nell’auto di famiglia a causa di un incendio appiccato, secondo gli inquirenti, dalla madre. La donna, trentenne, era assistita da mesi dal dipartimento di igiene mentale dell’ASL di Benevento.

La notizia viene ripresa anche dai giornali nazionali con un risalto generalmente non dedicato a simili tragiche vicende. A fare la differenza sono le dichiarazioni del primario del reparto di psichiatria dell’ospedale Rummo di Benevento, Giuseppe De Lorenzo, che conosce la famiglia ed è il primo a visitare la donna, sconvolta dopo il tragico gesto.

Lo psichiatra non si limita alla solita dichiarazione sul referto medico ma aggiunge, nel comunicato inviato di sua iniziativa alla stampa e nelle diverse dichiarazioni successive, che il dramma è maturato in una famiglia con gravi problemi economici, il cui padre disoccupato, ex parcheggiatore abusivo, non riesce a mantenere le 4 figlie e la moglie malata.

De Lorenzo sostiene che l’uomo non sia stato aiutato dall’amministrazione comunale quando si scelse di “favorire altri parcheggiatori” che poterono regolarizzare la loro posizione. Lo psichiatra rivela che proprio questa vicenda lo ha convinto ad abbandonare, qualche settimana fa, la Giunta comunale di centro sinistra di cui faceva parte dal 2006 come assessore al traffico, in quota UDEUR.

Quest’ultima dichiarazione alimenta la lunga polemica, in atto da giorni, tra il De Lorenzo e l’amministrazione comunale, che questa volta reagisce accusandolo di sciacallaggio.

A questo punto l’ex-assessore, come ha fatto quasi sempre nelle sue ultime dichiarazioni alla stampa, minaccia di rendere pubbliche le numerose illegalità di cui si sarebbe resa responsabile questa amministrazione.

Infatti nelle scorse settimane ha più volte fatto riferimento ad atti e comportamenti illegittimi del sindaco ex-UDEUR, Fausto Pepe. La risposta irritata del primo cittadino non si è fatta attendere, Pepe, stanco delle continue illazioni, lo ha costretto alle dimissioni, invitandolo a denunciare alla Procura eventuali reati.

Da allora l’ex-assessore ha motivato la sua rottura con la giunta facendo genericamente riferimento a questioni sempre diverse, senza mai spiegarle nei dettagli, tra queste però non era mai comparsa la vicenda legata all’impiego del padre della bimba morta.

Vicenda raccontata da De Lorenzo in maniera inesatta secondo il sindaco, che lamenta l’eccessivo risalto dato dalla stampa alle dichiarazioni dello psichiatra, senza effettuare le necessarie verifiche.

Infatti Fausto Pepe precisa che i servizi sociali del comune non hanno mai abbandonato quella famiglia, assistita anche con diversi aiuti economici.

Il primo cittadino ritiene che nelle insistenti esternazioni polemiche dell’ex-assessore si confondono di continuo le vicende personali con quelle professionali e politico-amministrative.

Ad esempio, De Lorenzo ha più volte accusato il sindaco di non averlo sostenuto quando è stato oggetto dei provvedimenti disciplinari della ASL cittadina per la sua attività di medico. Così come Pepe non lo avrebbe appoggiato nello scontro con Sandra Lonardo Mastella quando quest’ultima lo costrinse a nominare l’ex-comandante dei vigili urbani, nomina poi oggetto di uno dei vari filoni di inchiesta della Procura della Repubblica di Napoli sul “sistema Udeur”.

Secondo Fausto Pepe la vicenda che ha portato alla definitiva rottura è stata un’ennesima faccenda privata, ovvero la concessa autorizzazione alla costruzione di una cappella cimiteriale attigua a quella della famiglia De Lorenzo.

In passato De Lorenzo è già stato oggetto delle attenzioni delle cronache nazionali in veste di primario del reparto di Psichiatria quando, nel marzo 2009, quel reparto ha ospitato Saverio Sparandeo, noto boss della mala locale. Il camorrista non rientra in carcere al termine di una licenza premio, proprio grazie ad un certificato del dott. De Lorenzo che ne dispone il ricovero. Il boss resterà nella sua camera singola per 2 mesi, durante i quali riceve liberamente gli imprenditori locali da taglieggiare. In quella occasione la polemica politica non fu aspra come quella attuale che non sembra fermarsi neanche davanti al dramma della morte, a soli 7 mesi, di una bimba probabilmente uccisa dalla madre. La città è sconvolta e disgustata non solo dal tragico evento ma soprattutto dallo scontro politico che rende anche un evento tanto tragico un semplice pretesto per alimentare sterili polemiche.

© Altrabenevento

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