Ingroia: “la controriforma delle intercettazioni tutela la privacy della mafia”.
Da 3D – supplemento di Terra, quotidiano ecologista. Sabato 17 aprile
Una legge che aiuterà la privacy. Della Mafia.
Intervista ad Antonio Ingroia autore del libro “C’era una volta l’intercettazione.
di Mastromarino Eleonora
Antonio Ingroia, allievo di Falcone e Borsellino e attuale procuratore aggiunto a Palermo, di questa materia se ne intende e ci tiene a spiegare quali potrebbero essere gli effetti negativi della nuova legge. Per farlo ha anche scritto un libro, ‘C’era una volta l’intercettazione’.
Innanzitutto per Ingroia sono state troppe le bufale della politica su questo tema: “Ho vissuto momenti d’indignazione, da cittadino oltre che da magistrato, rispetto all’utilizzo continuo della menzogna e di una campagna di stampa nella quale i fatti vengono costantemente capovolti”.
Per esempio, il governo giustifica questa riforma perché necessaria per la tutela della privacy e la riduzione della spesa per le intercettazioni, considerata troppo elevata. Per settimane abbiamo sentito politici di entrambi gli schieramenti dare i numeri a proposito della quantità di persone intercettate. Il ministro Alfano è arrivato a dire che si tratterebbe di almeno 2 milioni di italiani. Ingroia però ci tiene a dimostrare come “in realtà le persone intercettate non sono più di 20.000 ogni anno, molto meno del 1% della popolazione”.
È vero che le intercettazioni costano troppo?
“Si- risponde il magistrato- ma esistono sistemi semplici e a portata di mano che consentirebbero di ridurre i costi senza bisogno di ridurre le intercettazioni, o addirittura di abolirle come di fatto succederebbe con questa legge.”
Cos’è che fa costare tanto le intercettazioni?
“La principale voce di spesa è la cifra che lo stato deve ai gestori del servizio telefonico, perché per ogni intercettazione si paga l’intero costo della telefonata. In altri paesi non è così: in Germania lo stato non paga niente e in Francia una cifra irrisoria. Allo stato italiano, concessionario della rete telefonica, basterebbe un semplice atto amministrativo che stabilisse i prezzi, cioè non si paga niente o si paga poco.
Per non parlare poi degli sprechi fatti sulle intercettazioni ambientali. Le forze di polizia e le procure non dispongono delle attrezzature necessarie per fare le registrazioni. Non abbiamo microspie, né micro-telecamere, però ne abbiamo bisogno, quindi noleggiamo le attrezzature da società private, che impongono prezzi molto alti. Anche in questo caso basterebbe dotare le forze di polizia di tali strumenti e specializzare personale per utilizzarli, abbattendo moltissimo i costi”.
“C’è poi un altro aspetto da considerare, i costi sono bilanciati dai profitti. Grazie alle intercettazioni montagne di denaro provenienti da patrimoni illeciti vengono recuperate, omicidi e stragi scongiurati, per non parlare degli arresti di latitanti e mafiosi”.
Cosa succederà allora alle indagini? Quali reati saranno più difficili da perseguire?
“Tutti! Perché l’intercettazione è resa di fatto impossibile. Se i presupposti per disporne una sono i cosiddetti ‘evidenti indizi di colpevolezza’, cioè a dire la prova che la persona da intercettare ha commesso il reato, l’intercettazione diventa inutile. Avendo già le prove il soggetto viene arrestato, processato e condannato, senza spendere, stavolta davvero inutilmente, soldi dello stato in intercettazioni”.
I reati di mafia sono esclusi?
“È quello che si affannano a ripetere ma nessuno ricorda che alle indagini di mafia si arriva quasi sempre partendo da reati cosiddetti satellite che con la mafia non sono direttamente collegati. Le uniche indagini a non essere danneggiate dalla nuova legge, saranno quelle sui ‘soliti noti’, cioè coloro che si sa già essere mafiosi. Diventerà molto più difficile indagare sugli insospettabili. Tra l’altro, mentre l’ala militare è stata duramente colpita negli ultimi anni, la mafia finanziaria, quella dei colletti bianchi è oggi al vertice dell’organizzazione, avendo conquistato sempre più spazi d’impunità”.
Dunque la mafia sarà favorita da questa riforma?
“Non voglio dire che favorisce le mafie, ma sicuramente danneggia le indagini e le procure antimafia. Quando passerà questa legge noi saremo disarmati nei confronti di questo pezzo del sistema criminale e voi cittadini sarete più indifesi. Quindi di fatto, non credo ci sia la volontà di favorire la mafia ma il risultato sarà questo.”