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La rete non puo’ essere imbavagliata

censura_internetDa Antimafia duemila 14 gennaio 2010

di Michele Cervo –

“Giù le mani dalla rete”, è il grido lanciato questa mattina durante una conferenza stampa dai parlamentari Paolo Gentiloni ed Emilia De Biasi del Pd, Roberto Rao (Udc), Antonio Borghesi (Idv) e Beppe Giulietti (gruppo misto, portavoce di Articolo 21).

Questo perché se dovesse passare il decreto 169 (decreto Romani) che recepisce una direttiva dell’ Unione Europea, chiunque opererà in rete per poter inserire immagini in movimento dovrà chiedere autorizzazione al Ministero delle comunicazioni.

E’ scritto nell’articolo 4 comma 1 lettera a) dello stesso in cui si afferma che “i servizi diffusi anche attraverso reti internet, che comportano la fornitura o la messa a disposizione di immagini animate, sonore o non, nei quali il contenuto audiovisivo non abbia carattere mediamente incidentale” dovranno essere sottoposti ad autorizzazione. I siti internet, le web tv e l’iptv rientrano dunque negli obblighi e nelle regole del decreto.

“Ma la direttiva europea – ha sottolineato Paolo Gentiloni – non parlava di siti internet . Vi è quindi un eccesso di delega, perchè c’è un evidente contrasto con quanto stabilito nella stessa direttiva”. “I siti internet – ha continuato Gentiloni – dovranno chiedere autorizzazione al ministero, avranno obblighi su diritto di rettifica come in tv e saranno oggetto delle attenzioni delle autorità competenti. Oggi abbiamo chiesto che in commissione, almeno nello spazio misero di un parere non vincolante (perché si tratta di un Decreto legislativo n.d.r.), ci venga consentita una discussione in tempi ragionevoli e un calendario di audizioni”.

Nel merito Gentiloni ha sottolineato anche altre tre questioni: vengono cancellate le norme introdotte dai governi nel 1998 e 2007 a sostegno della produzione indipendente di fiction e cinema italiano; si limitano affollamenti pubblicitari per il satellite mentre vengono ampliati per Mediaset, consentendo interruzioni pubblicitarie non più ogni 45 minuti, ma ogni 30 e aggiungendo al monte ore della pubblicità anche le telepromozioni; si entra poi a piedi uniti su un’indagine dell’ AgCom sull’eventuale sforamento da parte di Mediaset del tetto del 20 per cento sui programmi che si possono diffondere. Infatti su quest’ultimo punto sottolineato da Gentiloni il decreto del governo dice che i programmi a pagamento e quelli ripetuti non fanno parte del computo del 20 per cento.

“Chiederemo una proroga rispetto al termine del 27 gennaio – ha sottolineato Beppe Giulietti portavoce di Articolo 21 – e poi solleveremo la questione davanti al Consiglio di Stato.ed alla stessa Unione Europea. In questo modo si è deciso anche di sfidare il Parlamento ed il Presidente della Camera”.

Giulietti ha quindi chiesto il ritiro del decreto o almeno delle parti che non hanno alcuna attinenza con la direttiva ed ha auspicato che anche esponenti del centro destra appoggino la richiesta. Ha inoltre annunciato che a breve verrà lanciata dall’associazione Articolo21 la campagna “Giù le mani dalla rete”.

Leggi: Internet, il Governo prepara il bavaglio

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