Sannio Sity “against the partecipation”. Emergenza Rifiuti, acqua, energia.
Cittadini in Movimento- Comitati Civici contro l’inceneritore di San Salvatore Telesino
Abbiamo seguito, il 7 ed 8 gennaio scorso, i lavori dell’iniziativa della Provincia di Benevento “Sannio-Sity 2009: seminari di approfondimento e confronto per l’innovazione, la competitività e lo sviluppo economico del territorio” dedicati, fra l’altro, al ciclo dei rifiuti, all’acqua e all’energia.
La mattina del 7 gennaio è stata dedicata al problema rifiuti, attualissimo in questi giorni.
Pensavamo che sarebbe stato illustrato compiutamente il Piano provinciale di gestione dei rifiuti, presentato come un “originale e collettivo progetto” (?!).
In realtà sono state solo presentate le “linee guida”, peraltro condivisibili e coincidenti con le proposte di comitati e movimenti, ma, nello stesso tempo, si è parlato di assenza di copertura economica, non si è parlato di un eventuale percorso comune per definire un piano industriale, né è stata data alcuna opportunità di intervento ai cittadini presenti, ad eccezione delle solite associazioni “embedded” coi loro interventi chiusi, a loro volta, ad ogni dibattito.
Le linee guida su cui la Provincia si è impegnata, in sostanza, prevedono la riduzione dei rifiuti, il riciclaggio, il trattamento a freddo ed il compostaggio in loco, escludendo conferimenti fuori provincia presso altre discariche o inceneritori.
Per quanto riguarda riciclaggio e trattamento a freddo era presente l’imprenditrice Carla Poli, che ha illustrato l’impianto del Centro Riciclo Vedelago, a suo dire facilmente replicabile a Casalduni, e che ci ha riferito che, su incarico della Provincia, sta preparando il preventivo per la riconversione dell’esistente impianto per CDR in impianto di riciclo dei materiali post-consumo. La presentazione della sig.ra Poli ha mostrato che questo tipo di impianti, che ha impatto ambientale minimo, è anche economicamente auto-sostenibile, genera posti di lavoro, produce materia prima secondaria di qualità con prevalente lavoro manuale, ed immette sul mercato materiale edile certificato riducendo le estrazioni da cave.
“I nemici di questo tipo di impianti” – a detta della stessa sig.ra Poli – “sono gli inceneritori e le discariche” (ci chiediamo, quindi, quale fosse lo scopo dell’intervento del dirigente della Provincia di Bolzano mirato alla magnificenza degli inceneritori, se si è scelta la strada del trattamento a freddo…).
L’assessore Aceto, riferendosi all’ultimo decreto del governo, ha parlato di come questi stia “precipitando l’emergenza rifiuti addosso alla Provincia”, lamentandone l’impraticabilità; tuttavia, né lui né il neo-commissario ai rifiuti Cimitile, hanno preso alcuna posizione ufficiale contro di esso. Oltretutto il dato più significativo è la totale mancanza di fondi per realizzare alcunché.
Anche i nomi legati alla Società Provinciale SAMTE, appena costituita, ed al piano provinciale, non ci rassicurano: il nuovo consulente Pierobon, già collaboratore senza infamia e senza lode di Bertolaso (raccomandatogli da Pecoraro Scanio); la Daneco che già gestisce la discarica di S.Arcangelo T. ( e tiene, da anni, all’oscuro di tutti i dati ad essa relativi i cittadini e le istituzioni dell’intera Provincia); il Conai che si sostenta sulla produzione degli imballaggi e non certo sulla riduzione.
D’altra parte, in attesa di mettere in pratica le linee guida enunciate, i cittadini continueranno a pagare l’emergenza, in termini di salute e di danni ambientali, ma anche in termini strettamente economici (con probabile ulteriore aumento della tassazione), dato che si continuerà inevitabilmente a conferire presso discariche, inceneritori e siti di compostaggio lontani e costosi.
Tutto ciò senza che né i cittadini né gli stessi amministratori della Provincia siano mai stati invitati a partecipare ai lavori ormai avanzati per la nuova gestione commissariale dei rifiuti. Finita l’emergenza?
Intanto si parla con insistenza di “allargare” la discarica di S. Arcangelo T., “invadendo” anche il territorio di Paduli: ma chi le deve prendere, con la “provincializzazione”, queste decisioni?
Nel pomeriggio del 7 gennaio si è parlato di Acqua, Suolo, Educazione Ambientale.
Tutti i relatori hanno sottolineato che l’Acqua è un bene comune e un diritto inalienabile, e che non può essere mercificata. Interessante l’intervento dell’Avvocato Lettera, che ha denunciato che in Italia si sta perdendo quella cultura dell’acqua che avevamo sempre avuto. Eppure non ci risulta che Sindaci e Consigli Comunali e Provinciali abbiano ancora deliberato contro le privatizzazioni, come richiesto dal Movimento per l’Acqua.
Sannio ed Irpinia – ha ricordato l’Avv. Lettera – hanno grandi risorse idriche, che dovrebbero tutelare meglio, e che però in gran parte sono “dirottate” verso la Puglia e le zone costiere della Campania: dovrebbero ricevere un serio “ristoro” per questo.
Infine, l’8 gennaio si è parlato di Energia.
E’ stato detto che la regione Campania ha un deficit di produzione di energia rispetto ai consumi (-52%, secondo i dati forniti da Terna), ma non si è detto che questo deficit è riferibile quasi esclusivamente a Napoli e Salerno. Anzi, tutti hanno sostenuto che anche in Provincia di Benevento bisogna realizzare nuovi impianti di produzione, soprattutto da fonti rinnovabili, ma inserendo fra queste anche rifiuti e biomasse.
Si è parlato anche di risparmio energetico e di iniziative in tal senso, soprattutto per le utenze pubbliche, ormai imminenti in tutte le province meridionali, ed è stato detto che la riduzione dei consumi, l’efficienza energetica e delle reti di trasmissione deve essere la principale azione da perseguire.
Ma l’Assessore Bello ha ribadito che è intenzione della Provincia, come da delega della Regione, rilasciare le autorizzazioni per impianti di produzione di energie rinnovabili in soli 60gg per potenze di 1 MW (solare, eolico) e 5 MW per le biomasse. Eppure contro le centrali a biomasse, che la Regione voleva autorizzare in provincia di Benevento, i cittadini hanno fatto delle dure battaglie, appoggiate da tutte le istituzioni e i politici locali. Perché allora si insiste su questa strada?
Contro questi progetti, ancora una volta, esprimiamo tutta la nostra contrarietà e chiediamo che i cittadini, con le loro critiche e le loro proposte, vengano ascoltati e coinvolti prima di assumere decisioni.
L’energia deve essere prodotta, da fonti rinnovabili (sole, vento, acqua), lì dove viene consumata, privilegiando piccoli impianti diffusi, realizzati e gestiti dai privati utilizzatori, e non assecondando le logiche commerciali che vedono l’energia, come tutti i beni essenziali, come una fonte di profitto o, peggio ancora, di speculazione (vedi il progetto de “La Luminosa”).
Anche in occasione di questi seminari si è visto che i nostri politici sprecano, puntualmente, ogni possibile occasione di confronto con i cittadini. Le nostre richieste di partecipazione alle decisioni, prima che esse vengano prese, sono sempre disattese e sostituite da inviti falsi e strumentali, utili solo per declamare un’apparente democrazia. Tutto questo dimostra l’incapacità o la paura di ascoltare e confrontarsi proprio con coloro che sono i destinatari delle scelte, nonché i primi attori delle pratiche che possono renderle concrete. Le nostre critiche sono state condivise anche dai sindaci presenti, che hanno lamentato la mancata possibilità di intervenire ai lavori.
E’ evidente l’incoerenza e l’incapacità di comunicare una visione condivisa se, ad esempio, un giorno un assessore enfatizza l’avversione all’incenerimento dei rifiuti e il giorno dopo un altro assessore parla di energie dai rifiuti e dalla combustione.
Oggi ci chiediamo, ancora una volta: verrà data la possibilità ai cittadini di discutere il piano industriale sui rifiuti prima che esso venga deciso? Si discuterà anche con i cittadini, e non solo con gli “addetti ai lavori”, il prossimo Piano energetico della Provincia? Insomma, si darà ascolto alle istanze dei territori, o si continua a pensare di poter governare a prescindere dai governati, sperando nella conveniente disinformazione e disattenzione dei destinatari di approssimative e contraddittorie dichiarazioni di intenti?
In incontri tanto enfatizzati come strumento di rilancio del territorio e dimostrazione di capacità di governo innovativo e democratico, ci saremmo aspettati amministratori preparati alla gestione ordinaria, in tante occasioni lamentata e fortemente richiesta, e con una visione chiara ed alternativa condivisibile. Ci siamo ritrovati con la solita approssimazione e mistificazione.
Siamo convinti, però, che senza la comoda copertura del commissariamento, finito per davvero, con grande meraviglia di chi sperava di continuare a nascondersi dietro di esso, i nostri amministratori non potranno evitare di assumersi le loro responsabilità e saranno costretti finalmente a dar conto delle modalità e delle conseguenze delle loro scelte.
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