Il consiglio comunale evita il dibattito sulla mega centrale elettrica ed approva in tutta fretta un documento inutile proposto dai tecnici del centrodestra e votato anche da chi propone un accordo con la Luminosa
Oggetto: Progetto per la realizzazione di una Centrale termoelettrica da 400 MW in Area ASI “Ponte Valentino” proposto dalla LUMINOSA S.r.l..
Premesso che:
• il progetto in parola prevede la realizzazione di una centrale elettrica a ciclo combinato, alimentata a gas naturale, di potenza pari a circa 385 MW, da parte della società LUMINOSA Srl, nell’Area di Sviluppo Industriale (ASI) ubicata in località Ponte Valentino;
• allo stato attuale il progetto, sottoposto al procedimento autorizzativo unico ai sensi dell’art. 1, comma 2 della l. 55/2002, ha ottenuto il giudizio favorevole di compatibilità ambientale condizionato però all’esito negativo della procedura autorizzativa della centrale prevista nel Comune di Flumeri, oltre ad altre prescrizioni tecniche;
• è in corso la Conferenza di Servizio per l’autorizzazione unica presso il Ministero per lo Sviluppo Economico;
Considerato che:
• il Comune di Benevento con delibera n. 32 del 6.5.2003, esprimeva parere negativo alla realizzazione di una analoga iniziativa;
Rilevato che:
• per quanto attiene l’opportunità di realizzare la centrale nel Comune di Benevento:
– l’elemento che i proponenti presentano come positivo per il loro progetto, cioè quello di poter svolgere una funzione di stimolo per il contesto produttivo, risulta di fatto addirittura penalizzante in quanto lo sfruttamento dell’utilizzo dell’energia elettrica prodotta non è utilizzata nell’ambito del bacino territoriale in cui è previsto l’insediamento, come indicato nelle linee guida regionali e dal buon senso;
– ne è prova che nel quadro di programmazione fissato dalle Linee guida regionali e relative integrazioni (D.G.R. n. 4818 del 25/10/2002 e n. 3533 del 5/12/2003), la centrale proposta andrebbe a coprire le esigenze della macro-area “interna” identificabile, in prima approssimazione, con i territori delle province di Avellino e Benevento, caratterizzato in assoluto da un deficit elettrico modesto;
– il progetto di centrale si inserisce, pertanto, in un ambito provinciale con ridotto deficit energetico, per cui la sua realizzazione è finalizzata quasi esclusivamente al mercato dell’energia regionale e nazionale;
– il Sannio e l’Irpinia già concorrono con un enorme contributo in termini ambientali e paesaggistici alla mitigazione del deficit regionale in tema di produzione di energia alternativa (eolico) sia per le realizzazioni già operanti, sia per quelle in previsione;
– si otterrebbe un depauperamento della qualità della produzione agricola, con pesanti ricadute negative in termini occupazionali, per effetto del maggiore inquinamento;
– l’ubicazione di una eventuale centrale nelle aree interne sarebbe più corretto avvenisse secondo i principi ed i criteri di cui al decreto VIA del 18/08/2008 ,come risulta dall’allegata tabella:
Regione Campania: consumi finali elettrici per settore e provincia nel 2007 (fonte TERNA)
Provincia Agricoltura Industria Terziario (*) Domestico TOTALE
Avellino 11,0 790,4 366,6 370,8 1.538,9
Benevento 24,3 314,3 248,7 254,8 842,0
Caserta 78,5 1.277,0 817,4 907,5 3.080,5
Napoli 57,3 1.765,9 2.993,2 3.156,4 7.972,7
Salerno 92,6 1.416,8 1.086,7 1.057,2 3.653,3
TOTALE 263,7 5.564,4 5.512,6 5.746,6 17.087,3
• per quanto riguarda l’aspetto progettuale:
– la nuova normativa sismica vigente, ricadendo l’area di intervento in un comune classificato come sismico di I categoria, con grado di sismicità S=12 e considerata l’imponenza del manufatto e la strategicità dell’opera, imporrebbe un grado di approfondimento geologico e geo-tecnico più accurato e puntuale.
– tale necessità era stata anche segnalata dalla Regione Campania nella relazione di sintesi ove afferma che “E’ importante segnalare che il territorio in esame è caratterizzato da notevole pericolosità sismica, come d’altra parte riconosciuto anche nel progetto presentato da LUMINOSA srl. In questa regione dell’Appennino, infatti, i terremoti rappresentano un fenomeno che ricorre con una certa frequenza e con intensità elevate.”;
• a riguardo dell’aspetto paesistico ed ambientale:
– allo stato, non sembra possibile procedere al rilascio dell’autorizzazione unica in quanto il parere definitivo da parte della Soprintendenza Archeologica non sembra essere stato ottenuto valutando compiutamente tutti gli aspetti tecnici ed essenziali, non essendo stati completati i sondaggi geo-archeologici preliminari e, tra l’altro, non avendo avuto la possibilità di valutare la progettazione di cogenerazione così come espressamente previsto nel Decreto di giudizio favorevole di compatibilità ambientale, di difficile attuazione;
– contrariamente a quanto sostenuto in sede di valutazione ambientale, l’area prescelta per la centrale ricade nella fascia di 1.000 metri dal fiume Calore, questa inclusa nell’Elenco dei beni paesaggistici d’insieme ai sensi degli art. 136 e 142 del Codici dei beni culturali e del paesaggio (dlgs 42/2004 così come modificato e integrato dai d.lgs. nn. 156 e 157/2006), parte integrante e sostanziale del PTR della regione Campania, approvato legge regionale n. 13 del 13 ottobre 2008, ed avente valore di piano paesistico, per cui occorrerebbe provvedere ad attivare le relative procedure atte a tutelare l’area;
– la Regione Campania, nel recepire la legge quadro 36/01 in tema di elettrodotti, con la legge n. 13/2001 “Prevenzione dai danni derivanti da campi elettromagnetici generati da elettrodotti”, ha stabilito che “il passaggio sotterraneo dei cavi é sempre dovuto se l’area é sottoposta a vincolo storico, artistico, architettonico, archeologico, paesistico, ambientale” cosa non prevista nel progetto in parola in quanto la connessione alla rete elettrica nazionale, proprio sul fiume, avviene in aereo;
– nel parere espresso dall’Autorità di Bacino dei fiumi Liri, Garigliano e Volturno, per quanto riguarda gli aspetti ambientali, è rimarcato che l’area è “individuata nell’ambito del PSTA (piano stralcio tutela ambientale) quale unità micro-aree di pregio ambientale che costituiscono un unicum da tutelare e salvaguardare. Nell’analisi degli impatti ambientali, prodotta per la centrale in oggetto, la vicinanza dei due corsi d’acqua e la peculiarità della zona di confluenza non vengono sufficientemente prese in esame in termini di tutela” … “Tanto evidenziato occorre ricordare che il Piano Regolatore del Consorzio ASI, per il quale la scrivente Autorità di Bacino ha espresso parere di compatibilità con nota prot. 6784 del 20/12/2002, individuava il lotto interessato dalla costruzione della centrale in esame tra quelli di riserva o di “seconda fase”, ovvero da utilizzare solo a seguito degli altri lotti disponibili”, Per quanto sopra esposto, ritenendo non del tutto idonea sotto il profilo ambientale la scelta del lotto individuato etc…”;
• a riguardo dell’aspetto relativo all’inquinamento:
– nello citato parere tecnico si legge che “in riferimento al Piano di risanamento e mantenimento della qualità dell’area pubblicato dalla regione Campania nel novembre 2005, risulta che il sito di progetto si trova nella Zona di risanamento – Area Beneventana IT0604 per il superamento dei limiti di legge più il margine di tolleranza degli ossidi di carbonio”; – la stessa commissione prosegue che per quanto riguarda le emissioni il Piano di risanamento prevede delle misure significative di mitigazione dell’NOx (MT1 a MT17 nella tab. 2) “la cui attuazione dovrebbe comportare sostanziali miglioramenti alla qualità dell’atmosfera per questo parametro”;
– tali miglioramenti, sono solo teorici;
– non si è tenuto conto degli attuali livelli di inquinamento (i dati a corredo dell’istanza sono riferiti al 2002), che, in città, già portano allo sforamento dei limiti stabiliti per legge, e che andranno ulteriormente ad aggravarsi, anche in relazione alla particolare dominanza dei venti spiranti da Ponte Valentino verso la città, che come asserito nella stessa relazione tecnica VIA, le masse d’aria spirando, “con altissima frequenza lungo l’asse est-ovest, adeguandosi all’andamento dei principali sistemi vallivi dell’area”, porteranno sul centro abitato i residui di combustione, con consequenziali effetti negativi sulla salute dei cittadini;
– in merito ai gas, appare solo il caso di citare quanto riportato nella proposta di Piano Energetico Regionale (PEAR) pubblicata sul BURC n. 27 speciale del 6.5.2009 ove si asserisce (pag. 198) “Come era logico aspettarsi, le emissioni effettive di gas serra in Regione Campania sono destinate ad aumentare man mano che il deficit elettrico viene colmato attraverso il consistente contributo, oltre che delle fonti rinnovabili, delle nuove centrali termoelettriche a ciclo combinato programmate e/o già entrate in esercizio nel periodo 2007/2008.”;
• a riguardo dell’assegnazione dell’aera;
– l’art. 144 del T.U. approvato con D.P.R. n. 1523 del 30.06.1967, ha costituito i Consorzi per lo Sviluppo Industriale del Mezzogiorno, attualmente denominati Consorzi per le Aree di Sviluppo Industriale. I Consorzi ASI sono Enti pubblici economici ai sensi della Legge 5/10/91, n. 317 (art. 36 comma 4);
– con la l.r. n. 16 del 13/08/1998 è stato disciplinato il nuovo assetto dei Consorzi per le Aree di Sviluppo Industriale;
– il Consorzio ASI, ai sensi dell’art. 4 della predetta l.r. 16/98, dovrebbe operare nel quadro delle previsioni di programmazione socio-economica della regione, la quale non punta nel beneventano su uno sviluppo industriale che vedrebbe supportabile il progetto della centrale;
– L’ art. 5 dello Statuto del Consorzio ASI stabilisce che:
…. il Consorzio Asi rientra in possesso o in proprietà degli immobili, senza maggiorazione di prezzo e senza possibilità di opposizione da parte degli assegnatari o degli acquirenti, qualora, trascorsi due anni dalla presa di possesso, questi non abbiano avviato, come accordato dal Consorzio Asi, i lavori di costruzione degli impianti a fronte della cui realizzazione era stata disposta l’assegnazione o la vendita, ovvero, trascorsi ulteriori quattro anni, essi impianti medesimi non siano entrati in funzione.
Il Comitato Direttivo, in ordine ai termini di cui innanzi, potrà accordare proroghe motivate di durata non superiore all’anno.
– L’assegnazione è stata effettuata nell’anno 2002 o precedentemente. Oggi, nel 2009, sono trascorsi sette anni, per cui l’ASI potrebbe rientrare in possesso dell’area.
Tutto ciò premesso e considerato, si propone di
Deliberare
A) Ferma, incondizionata ed irrevocabile opposizione alla realizzazione di una Centrale Termoelettrica da 400 MW in Area Asi Ponte Valentino
B) Di dar mandato al sindaco affinchè provveda a rappresentare quanto sopra esposto in seno alla conferenza di servizi in fieri, per l’autorizzazione unica della centrale in parola;
C) Di compulsare il Consorzio Asi affinchè disponga con immediatezza la revoca dell’assegnazione del suolo, essendo trascorsi i tempi stabiliti dalla statuto, rientrando in possesso dell’area;
D) Di far propria la nota del 19.10.2009 adottata dal Comune unitamente alla Provincia e alla Camera di commercio,quali soci fondatori dell’ASI, con la quale si ribadisce la richiesta di revoca di concessione del lotto assegnato alla LUMINOSA s.r.l.
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Nota dei consiglieri del PdL
Benevento 20 ottobre 2009 – “Sulla questione Luminosa crediamo di aver dato un contributo di sostanza e di contenuti a tutti coloro che hanno manifestato la buona intenzione di evitare questo ennesimo scempio del territorio”.
“Abbiamo messo in evidenza – prosegue il documento – come anche dal punto di vista tecnico la centrale sia solo una opportunità per pochi privati e un grave danno per la nostra comunità”.
“A Benevento – conclude la nota del PdL – andrebbero le scorie e l’inquinamento atmosferico mentre forse a qualche beneventano e diversi napoletani andrebbero effetti diversi”.
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Il Documento pare sia statao votato anche dal vicepresidente del gruppo consiliare PdL che qualche giorno prima aveva proposto un accordo tra il Comune e la Luminosa, immediatamente raccolto dagli imprenditori.
Le dichiarazioni di Antonio Reale Reale