I consiglieri di Altrofuturo: il sindaco D’Occhio si deve dimettere.
A distanza ormai di oltre una settimana dalla bufera giudiziaria sulla tangentopoli Telesina, l’opinione pubblica sembra dividersi su due fronti: quello degli innocentisti e quello dei colpevolisti.
Crediamo di non poterci appassionare a questo scontro, che accende solo gli animi e non aiuta a venir fuori dallo smarrimento complessivo.
Solo la Magistratura, al termine del suo iter (che crediamo lungo), potrà certificare la verità: di innocenza o di colpevolezza.
Oggi vale, secondo il nostro ordinamento giuridico, la presunzione di non colpevolezza per tutti coloro che sono accusati di aver commesso reati, seppur così gravi.
E pur stando così le cose, tuttavia, non si può far finta che nulla sia accaduto perché, se è vero che vi è una presunzione di non colpevolezza, è vero anche che coloro che oggi sono accusati potrebbero essere condannati, con la conseguente inibizione, in quest’ultimo caso, di non poter essere più candidabili per il futuro.
Sul punto che viene sollevato, pur omettendo un nostro non autorevole parere, osserviamo però che nelle democrazie più avanzate, politici inquisiti per accuse meno pesanti, che non ne hanno determinato neanche l’arresto, si sono immediatamente dimessi dalle loro funzioni.
E’ facile poter intuire che nella contrapposizione degli interessi tra il politico che si vedrebbe sicuramente danneggiato in caso di assoluzione e i cittadini che verrebbero lesi nel loro diritto ad essere governati da politici di indiscussa probità morale, in caso di condanna, non può che prevalere l’interesse pubblico dei cittadini.
Per questo semplice motivo crediamo che il sindaco, attualmente sospeso dalle funzioni dal Prefetto di Benevento, dovrebbe dimettersi.
Crediamo parimenti che tale dovere, se non avvertito dal primo cittadino, dovrebbe essere sentito dai consiglieri di maggioranza perché loro, anche se estranei ai fatti criminosi, in questo modo, possano garantire quell’interesse pubblico sopra evidenziato.
Sul piano che poi attiene ai contenuti politici non crediamo di dilungarci sulla nostra posizione.
E’ storia molto recente, infatti, per non ricordare che il nostro gruppo contrassegnato dalla sigla “Altro Futuro” si è contrapposto in modo lineare e trasparente, in coerenza con la storia personale di ciascun candidato, sia alla lista D’Occhio sia a quella del suo delfino ribelle.
Allora proponemmo un modo nuovo di governare.
Oggi siamo ancora più convinti di ciò, ritenendo prioritario mettere al centro dell’agenda politica il ristabilimento delle regole.
La legalità, che non significa giustizialismo, non può essere paragonata ad un capo d’abbigliamento, come per esempio ad una bella cravatta che serve a renderci più gradevoli d’aspetto. La legalità è un valore dai forti e positivi contenuti.
Essa garantisce tutti, anche e soprattutto i più deboli.
Essa fa emergere la qualità, l’eccellenza ed i meriti di un territorio e del suo popolo.
Viceversa l’abbandono della pratica della legalità non può che introdurre e far vivere regole non scritte che sono quelle della furbizia, dell’arroganza e della prepotenza.
Oggi, più che mai, non ci appassionano le argomentazioni dei profeti del giorno dopo e le speculazioni politiche dei soliti moralisti che, nonostante le referenze politiche che ostentano ad ogni pié sospinto, non convincono mai nessuno.
Solo per amore di verità, infine, ma senza alcuna pretesa di contraddirlo, vorremmo ricordare a qualcuno che fu il sindaco Capasso e non Pino D’Occhio a produrre querela nei confronti del giornalista Pascarella, nonostante nel settembre 2004 il capogruppo Liverini con una articolata relazione sui fenomeni delinquenziali degli ultimi anni, invitava quel sindaco a desistere da tale decisione.
E’ noto l’epilogo negativo di quella denuncia che di certo non produsse un’immagine positiva per chi l’aveva prodotta.
IL GRUPPO DI OPPOSIZIONE “ALTROFUTURO”
Giovanni Liverini
Alessandro Grimaldi