Appalti truccati: arrestato il sindaco di Telese
Comunicato della Guardia di Finanza del 12 ottobre 2009
Nell’ambito dell’operazione denominata “Telesia”, i finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Benevento hanno eseguito 15 ordinanze di custodia cautelare, di cui 12 in carcere e 3 agli arresti domiciliari e 2 misure interdittive, ordinanze emesse dal Gip del Tribunale di Benevento, a conclusione di articolate, complesse ed approfondite indagini svolte dalla Procura della Repubblica di Benevento diretta da Giuseppe Maddalena e dalla Guardia di Finanza del colonnello Gianni Palmacci, finalizzate alla verifica della regolarità del sistema di aggiudicazione di appalti pubblici presso il Comune di Telese Terme.
Dalle indagini è emersa l’esistenza, da lungo lasso di tempo, di un sodalizio criminoso – costituito da amministratori, funzionari, impiegati pubblici ed imprenditori locali e loro dipendenti – dedito a turbare, secondo collaudate illecite modalità operative e in maniera seriale e continuativa, la libertà degli incanti, mediante collusioni tra i partecipanti e i preposti, falsi in atti pubblici ed altri mezzi fraudolenti, onde consentire il risultato della aggiudicazione degli appalti sempre a favore di un numero ristretto di imprese aggregate tra loro tanto da strutturarsi in un vero e proprio “cartello”.
Questo cartello nel tempo è divenuto il destinatario egemone dell’ingente flusso di danaro transitato per l’Ente comunale, già destinato alla realizzazione di opere pubbliche ed all’acquisto di forniture, nonché fonte di illegali arricchimenti per le imprese locali e qualche pubblico amministratore, figurante sul libro paga delle imprese medesime.
Gli imprenditori avevano, tra l’altro, creato fondi neri mediante l’utilizzazione di fatture fittizie, operazione quest’ultima altresì necessaria per giustificare costi mai sostenuti nell’esecuzione di appalti pubblici.
Il sistema corruttivo creato, alquanto raffinato per la comprovata predisposizione di collettori delle tangenti, avevano alterato radicalmente la libera concorrenza con ingenti danni erariale che saranno valutati dal giudice contabile.
L’attività investigativa svoltasi, in particolare, con l’acquisizione di ingente documentazione, con l’esame di persone informate sui fatti, con la intercettazione delle conversazioni di alcuni indagati, con accertamenti bancari e con consulenze tecniche (una grafologica e altra di carattere amministrativo finanziario) hanno consentito di accertare che le offerte delle imprese per partecipare ai vari appalti provenivano da una medesima mano e da una medesima impresa ed erano, quindi, frutto di un accordo preventivo per la spartizione degli appalti.
Significativa è la conversazione captata nella quale alcuni coindagati dicono di uno degli indagati principali che aveva mangiato con sette bocche e che mezza Telese era sua.
Le indagini finanziarie condotte con la consueta professionalità dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza hanno interessato l’analisi di oltre 130 conti correnti, intestati a pubblici funzionari e privati imprenditori.
I fatti accertati integrano oltre il delitto di associazione per delinquere anche quello di corruzione e di turbata libertà degli incanti. Sono stati accertati anche numerosi reati di falso ideologico in atti pubblici, truffe, frodi nelle pubbliche forniture, favoreggiamento reale e false fatturazioni.
La preordinata turnazione delle imprese costituenti il cartello nell’aggiudicazione degli appalti aveva consentito gli affidamenti con ribassi insignificanti (oscillanti tra lo 0.45% e 1.55%) e di gran lunga inferiori ai valori medi dei ribassi elaborati dall’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture (oscillanti tra il 15,90% e il 33,80%), con consequenziale incremento dei margini di guadagno per le imprese aggiudicatarie e correlativo danno per l’Ente, quantificato in complessivi 2.120.298,73 euro.
Nel corso delle indagini si è proceduto alla verifica di oltre 50 appalti per opere pubbliche e forniture, tra i quali anche i seguenti che, nonostante la legge prevedesse procedure complesse ed articolate, venivano affidati sempre e comunque alle stesse società.
Singolare era, poi, la predisposizione dell’elenco delle ditte da invitare alla licitazione privata semplificata come previsto dall’art. 23 della Legge n. 109/94 e art. 77 del Dpr n. 554/77, avvenuta in maniera tale da attribuire alle imprese costituenti il cartello, un numero d’ordine a ogni sequenza di trenta numeri.
La sequenza di trenta non è da ritenersi casuale atteso che la legge prevede che per ogni appalto debbano essere invitate almeno 30 ditte. La circostanza che sono risultate aggiudicatarie dei relativi appalti proprio le imprese costituenti il cartello dimostra che già l’ordine di inserimento nel cartello era predisposto per pilotare gli inviti ed assicurare a quelle imprese l’aggiudicazione degli appalti.
Al termine delle indagini, sono stati individuati e denunciati all’autorità giudiziaria altri 55 operatori economici, nonché 5 dipendenti e/o amministratori del Comune di Telese Terme che hanno concorso nella commissione dei reati sopra menzionati e che risultano indagati.
Inoltre, nei confronti degli arrestati il Gip ha disposto,su richiesta della Procura, il sequestro preventivo per equivalente dei beni immobili e dei conti correnti bancari e postali nella loro disponibilità per una somma equivalente pari ad oltre 2.120.298,73 euro.
Il risultato conseguito testimonia il forte impegno profuso dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza di Benevento nella repressione dei reati contro la pubblica amministrazione ed il mercato.
Nei confronti dei seguenti soggetti è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere: Giuseppe D’Occhio 53 anni di Telese Terme, sindaco e già assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Telese Terme (nella foto mentre è tradotto nella Caserma della Guardia di Finanza); Antonio Antonuccio, 58 anni di Cusano Mutri responsabile Utc Comune di Telese Terme; Pasquale Giaquinto, di 62anni di Telese Terme responsabile Servizi Demografici Comune di Telese Terme; Almerico Fasano di 35 anni di Telese Terme, rappresentante legale della Coedil Fap srl; Gaetano Fasano di 33 anni di Telese Terme, titolare dell’omonima ditta individuale; Sergio Fuschini di 39 anni di Telese Terme titolare della ditta Fuschini Costruzioni di Sergio Fuschini; Pasquale Iorio di 59 di Telese Terme titolare della ditta individuale Il Te di Pasquale Iorio; Luigi Vegliante, di 68 anni di Solopaca, rappresentante legale Veglaiante Luigi & C. Sas; Quirino Vegliante di 35 anni di Telese Terme rappresentante legale Vegliante Costruzioni; Pietro Pacelli di 49 anni di Telese Terme rappresentante legale Pacelli Costruzioni srl; Alberto Pilla di anni 52 di Telese Terme rappresentante legale Ar Gest; Francesco Pilla, di 26 anni di Telese Terme rappresentante legale Ar Gest srl; indagati a vario titolo per i seguenti reati: art. 416 co. 1 cpv c.p. associazione a delinquere; artt. 319 e 81 cpv c.p. corruzione continuata, art. 353 cc 1° e 2° c.p. turbata libertà degli incanti; art. 356 c.p. frode nelle pubbliche forniture; art. 640 c. 1° e 2° n. 1 c.p. truffa ai danni di un ente pubblico; art. 479 c.p. falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale in atti pubblici; art. 323 c.p. abuso d’ufficio; art. 379 c.p. favoreggiamento reale; art. 2 Dlg 74/2000 frode fiscale mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Nei confronti dei seguenti soggetti è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari: Paola Biondo di 32 anni di San Salvatore Telesino collaboratrice della Coedil Fap srl; Lucia Cutillo di 62 anni di Telese Terme socio della Coedil Fap srl; Domenico Mazzarella di 31 anni di Faicchio già dipendente Coedil Fap srl; indagati a vario titolo per i seguenti reati: art. 416 co. 1 cpv c.p. associazione a delinquere; 353 cc 1° e 2° c.p turbata libertà degli incanti; art. 379 c.p. favoreggiamento reale; art. 2 Dlg 74/2000 frode fiscale mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Nei confronti dei seguenti soggetti è stata applicata la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale: Bartolomeo Di Biase, di 61 anni di Cusano Mutri, imprenditore; Bartolomeo Velardo di 35 anni di Cusano Mutri imprenditore; Indagati a vario titolo per i seguenti reati: art. 110, 353 cc 1° e 2° e 81 cpv c.p. concorso in turbata libertà degli incanti; art. 379 c.p. favoreggiamento reale; art. 2 Dlgs. 74/2000 frode fiscale mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.